Capitolo 9

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Regno di Erlond. Palazzo reale.
Nel palazzo di sua Maestà il re Erlond, c'era molto furore. Tutti gli elfi sembravano impazziti. In realtà, erano preoccupati per l'arrivo imminente del loro signore. Lord Miraval.
Re Erlond, accompagnato da Re Toulisier e Re Aragon, si dirigeva verso la sala del trono, per accogliere adeguatamente l'ospite.
Proprio quando si sedettero ai loro troni, entrò un uomo dalla porta.
Questo uomo dimostrava di essere un guerriero: stesso portamento fiero, ma guardigno; stessa sicurezza, e stessa pericolosità.
I tre re si alzarono dal loro trono, avvicinandosi al guerriero. "Lord Miraval." Dissero all'unisono, chinando il capo in segno di rispetto. Il guerriero alzò un braccio, facendo cenno di rialzarsi. I suoi capelli lunghi e neri come la pece erano raccolti in una coda. I suoi occhi, neri, erano stanchi, ma con una scintilla all'interno, come quelli di un giovane. Le sue mani, visibili a fatica tra le pieghe del Mantello, erano callose, frutto di anni ed anni di combattimenti. La sua faccia, severa ed imperturbabile, era come scolpita nel marmo. La sua armatura, ricca e decorata, indicava un rango sociale molto alto. In fondo, Lord Miraval era il braccio destro di Lord Caos. Quindi, aveva enorme potere in tutti i pianeti dell'universo, secondo solo a Caos stesso.
Rispose con un sorriso, formale e dato perché condizionato a farlo, poi prese parola, indicando il vero motivo del suo arrivo.
"Re Erlond, Re Toulisier, Re Aragon. È un piacere trovarmi qui con voi. Sto cercando i Cavalieri. Devo conferire con Perseus, il luogotenente."
Re Erlond rispose alla domanda indiretta dell'ospite. "Temo di doverle riferire la partenza dei Cavalieri. Lord Caos ha richiesto la loro presenza in un altro pianeta, in grave pericolo. Sono corsi al loro dovere, promettendo la veloce risoluzione del problema, e conseguente veloce ritorno." Lord Miraval sospirò. "Temo di aver fatto un viaggio a vuoto, allora. A meno che voi, gentilmente, non mi riveliate il nome del pianeta."
Re Toulisier intervenne, dopo aver fatto un profondo inchino. "Temo di dover negare a voi questo piacere. Gli ordini di Caos sono assolutamente precisi. Nessuno deve sapere la missione dei Cavalieri." Re Aragon disse, andando contro l'appena espressa opinione del collega. "Invece, credo sia nel nostro dovere di vostri servitori, Lord Miraval, e fedeli sudditi, rivelarvi la meta dei Cavalieri. Se anche Re Erlond è d'accordo con me, procederei rivelandovelo."
L'intervento di Re Aragon era assolutamente mirato. Avendo espresso il suo accordo, lasciava la parte più difficile a Re Erlond: toccava a lui disobbedire a Lord Caos, oppure fare arrabbiare Lord Miraval. La decisione era difficile da prendere, lo sapevamo tutti e quattro gli uomini. Re Erlond, uomo di politica e, anche se giusto e lungimirante, spaventato dal potere altrui, decise di andare contro Toulisier, rivelando la posizione dei Cavalieri. "Sono andati sulla Terra, mio signore. Insieme a mia figlia, che li ha accompagnati in quanto loro Principessa." Miraval annuì soddisfatto. "Vi ringrazio per la vostra gentilezza. Adesso, andrò da Perseus per parlargli di una cosa importantissima."
Lord Miraval, dopo un cenno del capo, uscì dalla sala del trono, lasciando dietro di sé tre re sollevati.

Campo Mezzosangue, arena, mezzogiorno
Clarisse La Rue si stava allenando con due pupazzi, resi vivi da una magia di Ares, forse. Combattevano come due nemici vivi, ma ovviamente, non lo erano.
All'improvviso, una voce disse. "Alza più il braccio destro, Clarisse." La ragazza, spaventata, fece cadere l'arma. "Mi hai spaventato, Percy!" Il ragazzo sorrise. Poi le si avvicinò.
"Ti do qualche consiglio. Il braccio destro devi tenerlo più in alto, la guardia è troppo bassa. Poi, il braccio sinistro. È troppo largo, dà un ottimo ingresso verso il fianco, punto debole nell'armatura. Se avessi uno scudo, potresti. Non ce lo hai, quindi devi tenerlo più vicino al corpo. Le gambe, allargale leggermente, per favorire un equilibrio maggiore. Ok. Adesso, i piedi devono avere una rotazione più ampia. Sempre per l'equilibrio. Inoltre, avresti più capacità di movimento. Tieni la spada in modo eccellente. È un bene, ho visto molti elfi non sapere nemmeno tenere in mano un spadus. Provi di nuovo? Mira a distruggere, non a disarmare." Clarisse, dopo aver eseguito tutte le correzioni del ragazzo, lo guardò con le sopracciglia inarcate. "Uccidere? Non me lo avresti detto un anno fa." Perseus sorrise, tristemente. "Le persone cambiano. Vai"

Mentre i due si allenavano, arrivarono i tre Dei. "Divini." Salutò Clarisse, guardando nervosamente Percy. Il ragazzo salutò con un cenno gli Dei appena arrivati. "Clarisse La Rue. Possiamo scambiare due parole con Perseus?" La ragazza, grata per poter scappare, annuì subito, uscendo molto velocemente dell'arena, diretta probabilmente alla propria cabina.
"Perseus. Dobbiamo parlare di una cosa. Importante." Percy sospirò, poi disse. "Riguarda Gea e i Titani?" Loro scossero il capo. "Riguarda ciò che è successo un anno fa. Devi ascoltarci." Percy scosse il capo. "Non devo farlo. Non devo fare proprio niente." Zeus scosse il capo. "Hai ragione. Ovviamente, non devi farlo. Ma dovresti." Percy scosse il capo. "No. Io... devo andare." Stava per uscire dell'arena, quando Ade chiese. "Ma perché non ci vuoi ascoltare?" Il ragazzo si girò, con le lacrime agli occhi. "Perchè fa male! Fa dannatamente male! Come se fosse successo ieri. Sarò anche capace di escludere le emozioni da me, sì, ma non ci riesco sempre. Non con queste. Mi fa troppo male. Per favore." Poi, senza più essere fermato, uscì dal l'arena. Lasciandosi dietro tre dei stupefatti.

Campo Mezzosangue, arena, tardo pomeriggio
Gli dei rientrarono nell'arena, con la speranza di vedere il giovane Perseus Jackson. Lo trovarono lì, in effetti, accompagnato però da una giovane ragazza.
Lei, appena vide i tre Dei, si alzò in piedi e, sorridendo, si presentò come "Lysar Donsorias, figlia del re Erlond ed erede al trono degli elfi. Principessa dell'eterna estate e dell'immenso inverno." Gli Dei sorrisero alla ragazza. "Zeus." "Ade." "Poseidone." L'elfa sorrise ai tre ospiti. "È un piacere conoscere tre divinità. Perce mi aveva raccontato di molte cose di questo mondo. Mi domando se il suo giudizio non fosse influenzato: questo posto è meraviglioso." Perseus sbuffò. "Assolutamente, Principessa." Lysar scosse il capo. "La tua formalità è fuori luogo. Ti ho già detto che puoi chiamarmi Lysar quando non siamo a palazzo. Sotto gli occhi di mio padre." Perseus annuì. "Come desiderate, Principessa."
Zeus, Ade e Poseidone scossero il capo. "Mostri deferenza a Lysar Donsorias." Perseus li guardò male, prima di rispondere. "È una delle mie signore. Devo mostrare rispetto verso coloro che rispettano il volere di Lord Caos." Lysar sorrise. "E io, così come mio padre, apprezzo molto la tua lealtà, il tuo senso del dovere e  dell'onore." Zeus interruppe la loro conversazione. "Principessa Lysar. Noi vorremmo discorrere con Perseus. Non le dispiace, vero, lasciarci soli?" Lysar sospirò. "Stavo aggiornando Perce su una questione che mi sta molto a cuore. Il mio popolo, e il mio regno, è devastato da una guerra. Temo che, senza l'aiuto dei Cavalieri, il mio popolo non abbia alcuna speranza." Lysar, dopo la sua frase, scoppiò a piangere, ripiegandosi su se stessa. Perseus, vedendola soffrire, le mise una mano sulla spalla. "Principessa, sono certo che, se la questione lo dovesse richiedere, Lord Caos ci farebbe tornare subito al vostro regno. Abbiamo giurato lealtà a voi e a vostro padre. Non temete per ciò che potrebbe accadere. I Cavalieri interverrebbero immediatamente." Lysar alzò il capo. "Grazie infinite, Perce. Mi riempi il cuore di gioia." Il ragazzo le sorrise. Poi, si voltò verso gli Dei. "Non vi dispiace rimandare la conversazione. Vero?" Ade ci pensò. "Invece ci dispiacerebbe doverlo fare. È molto importante." Perseus guardò la ragazza. "Finito di parlare, manderò subito un messaggio a vostro padre, per sapere come la situazione si è evoluta." Lysar sorrise all'amico. "Grazie infinite, Perce." Poi, con un'eleganza di altri tempi, si alzò ed uscì dall'arena, diretta nella Cabina dei Cavalieri.
"Di che volevate parlarmi?"

Angolo autrice
Suspense! Muahahahah!
Due domande a cui spero risponderete:
1. Cosa vuole Miraval da Perseus?
2. Cosa vogliono gli Dei da Perseus.
Poi, quanto è tenero Percy??? (Zittisce la vocina che le ricorda che scrive lei)
Nel prossimo capitolo metterò più Nico e Talia. Ovviamente Percy. E... Rachel!!
Bene.
By Rowhiteblack

What Doesn't Kill You Makes You StrongerWhere stories live. Discover now