Capitolo I

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"Gira l'angolo subito a destra, prendi la seconda a sinistra, giù, sotto l'arco che attraversa il ruscello delle anime, tre saltelli in senso antiorario, apri e chiudi gli occhi sette volte e mezzo...e ricorda – Lexie – che non sei tu a trovarla è lei che trova te!"

«Tante grazie paparino, illuminante come sempre!» Esclamai accaldata, ricontrollando l'appunto scarabocchiato che quest'ultimo mi aveva consegnato poco prima che uscissi e guardandomi, contemporaneamente, attorno per la quindicesima volta.

«Voglio proprio sapere per quale arcaico ed obsoleto motivo le persone mi pongono soluzioni in rima inutili, invece di darmi delle semplici e schiette risposte, non mi sembra che al momento di rivelare dove avessi rinchiuso lo stupido pipistrello di quel rompiscatole di mio fratello Josh io abbia risposto:

"Se cader non vorrai, una luce porterai;

dal sol non si nasconde, ma calore infonde,

le tre rampe percorrerai e l'amato sorcio alato troverai"

No, ho semplicemente detto che il suo inutile pipistrello era rinchiuso in mansarda! Che sarà mai? Una risposta secca non offende i Divini!» Sbuffai nuovamente, mentre la mia caracal si strusciava confortante sulle gambe ed io continuavo a camminare per Arteria come impazzita.

«Guarda come mi ha ridotta questa inutile corsa! Sono un pozzo di sudore, ho i capelli arruffati ed il fiatone come quella spocchiosa palla di lardo dall'alito pestilenziale che lavora con zia Cara, come si chiamava?... Le indicazioni, la scuola, devo concentrarmi!»

Ritornai sui miei passi, invogliata nuovamente dalla fedele felina, «Mi conviene tornare all'arco che attraversa il ponte delle anime.»

Bofonchiai e velocemente attraversai quelle due viuzze, con la speranza di scorgerla per caso, che mi separavano dall'arco del ruscello delle anime.

«Okay, allora..."Gira l'angolo subito a destra, prendi la seconda a sinistra, giù, sotto l'arco che attraversa il ruscello delle anime, tre saltelli in senso antiorario, apri e chiudi gli occhi sette volte e mezzo.." credo sia tutto, ah no, aspetta, "non sei tu a trovarla è lei che trova te!"... E questo cosa dovrebbe significare Esme?»

Domandai mentre compievo i miei tre saltelli rigorosamente in senso antiorario ed iniziavo a fare il giochetto degli occhi.

«Cinque, sei, sette... e mezzo?» Mi domandavo mentre cercavo sul momento una soluzione a quel "mezzo" in questione, considerando che le volte precedenti avevo aperto gli occhi per metà e non aveva funzionato. Colta da un'illuminazione aprii completamente un solo occhio, sussurrando speranzosa «Funziona, dai, ti prego!»

«Oh Divini! Esme? La vedi? Non c'era un attimo fa, vero? Beh, mi sarei aspettata qualcosa di più, come dire, diverso? Sontuoso, forse più elegante?»

Borbottai amareggiata dirigendomi verso la tetra catapecchia apparsami davanti agli occhi, con la mia caracal alle calcagna.

Dopo aver aperto un cigolante cancelletto arrugginito, che avrebbe di certo gradito un bel restauro, attraversammo silenziosamente il secco e gotico giardinetto che ci separava dal patio esterno della villetta, apparentemente trisavola del suddetto cancelletto.

«E questa dovrebbe essere la famosa Maximeanima Academy, Esme?» Bisbigliavo sarcastica alla felina mentre solcavamo guardinghe i tre scalini altrettanto scricchiolanti.

La catapecchia altro non era che una villetta malandata del periodo gotico, come da manuale, data l'ossessione morbosa delle streghe per questa influenza artistica; pullulava di guglie, pinnacoli inquietanti e vecchi burberi gargoyle con la loro vitrea espressione fissata nella pietra, a dir poco spaventosi.

Maximeanima AcademyWhere stories live. Discover now