- Vecchie conoscenze -

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CAPITOLO 10 - Vecchie conoscenze -

Le settimane passarono veloci ed eravamo già agli inizi di maggio. Io ero alle prese con gli ultimi esami e Gonzalo con le ultime partite di campionato. Capitava spesso che non ci fosse a casa a causa delle trasferte e degli allenamenti ma quando c'era cercavamo sempre di fare cose insieme, tipo cucinare o uscire con i ragazzi della squadra e le loro mogli. A proposito, proprio con una di loro, Alicia la moglie di Raul, avevo stretto una bella amicizia e spesso andavamo a correre insieme o a prendere un caffè. Quel pomeriggio dovevo proprio andare da lei per dei corsi di pilates che voleva mostrarmi.
"Fran che piacere vederti.. Entra" mi accolse alla porta con i quattro bambini che si rincorrevano tra di loro.
"Scusa il ritardo ma c'è traffico.."
"Figurati.. Un caffè?"
"Si va bene"
"Vieni ti faccio vedere il video di cui ti avevo parlato" mi fece entrare nella sala da pranzo dove c'era, già acceso, il Mac.
"Guarda queste che fanno.. Ho trovato una palestra a Fuorigrotta dove lo fanno, se mi fai compagnia ci iscriviamo"
"Uau, questo sì che fa bruciare i grassi.. Ok, ci sto! Da quando frequento Gonzalo mi sento una balena rispetto a lui che è così muscoloso, quindi affare fatto"
"Non dirlo a me, pequeña.."
Passai da lei qualche ora, tra caffè e giochi con i bambini il pomeriggio passò e me ne tornai a casa. Arrivai fuori al pianerottolo e sentii delle voci provenire dall'interno dell'appartamento.
Entrai e non mi sbagliavo, Gonzalo non era solo: c'era Lara con lui.
"Gon, buonasera.. Lara" la salutai con un cenno della testa.
"Hei Fran, bentornata.. Dove eri?" Mi chiese lui alzandosi e venendo verso di me, ma ero talmente incazzata nel vedere quella vipera qui che lo risposi male.
"Non ti interessa" gli dissi andando verso camera mia.
"Fran fermati, che cazzo ti prende adesso?" mi prese per un braccio e mi attirò a sè.
"C'è bisogno di chiedermelo?"
"Non so perché è qui e non mi interessa"
"Perché l'hai fatta entrare allora?" Gli domandai incrociando le braccia.
"Che la lasciavo fuori alla porta?"
"Si, dovevi farlo se non ti interessa più.."
"Ma dai, non è il caso..è comunque una persona che conosco, era da maleducati"
"Fa come ti pare allora"
"Se litigate per colpa mia non ce n'è bisogno, sto andando via. Ero solo passata per salutare"
"Si è meglio se vai, non c'è altro da aggiungere a quello che ti ho già detto e ridetto"
"E non tornare più" le dissi io, abbracciando Gonzalo.
"Ciao, ci rivedremo in giro.. Ah e ti consiglio di cambiare il divano perché quello, sai, era il nostro posto preferito per il sesso" disse lei andando via.
"Sparisci Lara" le urlò Gonzalo.
Appena se ne fu andata mi calmai e mi sedetti in cucina.
"Sono stata da Alicia comunque"
"Ah ecco.. Vi siete divertite?"
"Si siamo state bene.."
"Mi fa piacere che siete diventate amiche"
Ci fu un momento di silenzio imbarazzante, poi io iniziai a parlare, alzandomi dalla sedia.
"Che vuole questa Gon?" Gli chiesi e accesi una sigaretta, cosa che non facevo da almeno due anni. Gonzalo mi guardò a bocca aperta, non mi aveva mai visto fumare.
"Dice che mi vuole ancora, ma me lo ripete da mesi ormai.. A me non interessa nemmeno un po'"
"Lo spero guarda, perché non so che potrei fare.."
Lui si avvicinò a me e prese il mio viso alzandolo, portando i miei occhi all'altezza dei suoi.
"Non mi credi?" Mi domandò.
Stetti in silenzio per qualche secondo e vidi la paura nei suoi occhi, paura che io non mi fidassi di lui.
"Certo che ti credo, sono solo troppo gelosa" gli dissi spegnendo la sigaretta, non era stata una buona idea quella di fumare.
"Per me esisti solo tu e nessun altra"
"Ma lei può darti cose che io non ti ho ancora dato e che.."
"Shhhhh.. Io voglio te Fran, e se ti devo aspettare non è un problema anzi.. Sono orgoglioso di aspettarti. Per una volta in vita mia sto facendo la cosa giusta"
Non dissi una parola, lo abbracciai forte attorcigliandomi a lui come un koala con il suo ramo.
"Ora capisco cosa ci vedono le ragazze in te.. Sei speciale"
"Non credo che abbiano mai visto questo mio lato in realtà ma grazie lo stesso" mi disse con un sorriso appena accennato e passandomi le mani tra i capelli.
Lo adoravo quando mi parlava accarezzandomi i capelli e sorridendo. Ogni giorno che passava lo sentivo più parte della mia vita, della mia anima. Non riuscivo ad immaginarmi lontana da lui neanche per mezza giornata e ogni cosa che volevo fare, pensavo di farla con lui. Non ci eravamo mai pronunciati sui nostri sentimenti, per Gonzalo era già molto avermi detto che mi voleva e cercare di comportarsi bene. Io non avevo avuto molte esperienze quindi non sapevo neanche riconoscere l'amore. Ma di una cosa ero certa, quando stavo con lui mi sentivo amata e sentivo il cuore scoppiare.
"A che pensi?" Mi chiese mentre eravamo sul mio letto e continuava ad accarezzarmi i capelli.
"Devi cambiare divano, io lì non mi ci avvicino più"
"Ci avevo già pensato.."
"Quindi non ha detto una bugia, te la scopavi sul divano!?" Urlai alzandomi dal letto mettendomi a cavalcioni su di lui e prendendolo a schiaffi.
"Non posso negarlo, dai.. Mi fai male Fran, smettila" diceva, ma si vedeva che non gli facevo assolutamente nulla.
"Sei un maiale! Almeno abbi la decenza di non dirmelo così!"
"E come dovrei dirtelo?"
"Sei uno stronzo come al solito!" continuavo a dargli schiaffi i più dei quali scansava con facilità.
All'improvviso si girò e mi trovai io sotto di lui, in una posizione di inferiorità.
"Meglio il divano che camera mia, lì ci sei entrata solo tu" mi disse guardandomi negli occhi e avvicinandosi sempre di più a me.
Negli occhi aveva un fuoco che non gli avevo mai visto, mi metteva a disagio anche solo guardarlo. Era di una presenza imponente rispetto al mio metro e sessantacinque per cinquantatré chilogrammi, lui aveva almeno venti centimetri e venticinque chili più di me.
In un attimo mi trovai la sua bocca sulla mia e iniziammo a baciarci come se il mondo stesse per finire. Lui si appoggiò ai gomiti che teneva ai lati della mia testa, sempre attento a non farmi male. Poi si spostò leggermente baciandomi il collo, poi le clavicole e sempre più giù. Le sue mani iniziavano a muoversi sulla mia pancia ed erano bollenti, come tutto il resto dei nostri corpi. Quello che mi stava facendo non lo avevo mai provato, erano tutte sensazioni nuove per me. Sentivo il cuore che andava per aria e sentivo anche il suo, correre velocissimo, senza tregua. Ad un certo punto mi alzò leggermente la maglia, fino all'ombelico e iniziò a baciarmi in tutta quella zona.
"Quando vuoi che mi fermo dimmelo, e se non lo faccio fermami tu" mi disse.
"Mmm mmm.." In quel momento ero in preda al momento più erotico della mia vita e non so se mi sarei riuscita a fermare. Lui continuava a baciarmi delicatamente, prima il ventre, poi l'ombelico, poi passò agli addominali mentre con le mani si faceva strada sotto la maglia.
Io iniziai a non capirci più nulla, stavo completamente perdendo la testa, iniziai a farmi prendere dall'ansia e iniziai ad agitarmi e credo che se ne accorse anche lui perché alzò la testa, mi guardò e smise di baciarmi. Poi salì piano verso di me, baciandomi la bocca. Io avevo il fiatone e avevo paura di aver fatto una pessima figura.
"Scusami io.."
"Shhh, non devi scusarti di nulla pequeña"
"Invece si, non vorrei ma mi faccio prendere dall'ansia"
"Ti ho detto che non è un problema, adoro quello che facciamo. Va bene così, sei piccolina è normale che hai ansia"
"Ancora con la storia della piccolina?"
"Questa volta l'ho detto in senso buono, sei piccolina.. La mia piccolina"
Quando disse quelle parole, mi prese le mani tra le sue e me le strinse, portandosele alla bocca e dandomi un leggero bacio. Mi si allargò il cuore di qualche centimetro, poi, quando mi strinse a sè baciandomi i capelli.
Restammo lì abbracciati per un tempo indefinito ma non mi sarei mai stancata delle sue braccia.
"Domani vieni allo stadio a vedermi?" Mi chiese all'improvviso.
"Pensavo che non mi avresti mai invitata.."
"Puoi venire quando vuoi, lo sai.. Ma domani ci tengo particolarmente"
"Perché?"
"Ognuno di noi sarà accompagnato dalla fidanzata/compagna/moglie e allora voglio che ci sei anche tu"
"Così sarei la tua fidanzata?" Gli chiesi, sedendomi a cavalcioni su di lui.
"Si può anche dire così, si" mi rispose lui, appoggiando le mani sui miei fianchi.
"Sono la fidanzata di Gonzalo Higuaìn" dissi.
Lui scoppiò a ridere, accarezzandomi la schiena.
"Sei proprio fortunata a stare con me, sono unico e inimitabile"
"Questo è ovvio, sei l'unico stronzo che conosco, Gonzalo Gerardo Higuaín"
"Menomale, non vorrei far del male a qualcuno per ottenere le tue attenzioni"
"Non ne hai bisogno"
Passammo la sera così, abbracciati a non fare nulla e fu una delle serate più belle che passammo insieme.

Amami o odiami, e se fa male c'è più gusto. - Mialma7Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora