Al bar

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(T/n)'s POV

Arriviamo al bar e prendiamo posto sul divanetto in fondo.
Levi si siede alla mia destra, sguardo fisso in avanti assente come sempre.
Poso il mio sguardo su di lui; i suoi capelli corvini, i suoi occhi color ghiaccio e il suo modo di atteggiarsi. Levi è una persona misteriosa, tutta da scoprire. Ed è per quello che mi andrebbe di socializzare con lui, vorrei averlo come amico.
-Perchè mi fissi, mocciosa?
Ha ancora lo sguardo rivolto in avanti, come fa ad essersene accorto!?
-E-Ehm... Scusami, stavo pensando.
-Tsk.
-Ma tu non sorridi mai? Neanche con i tuoi amici più stretti?
-Tsk, non sono fatti tuoi mocciosa.
-Ma dai, neanche un po' sorridi? Neanche con la tua famiglia?
-Mocciosa ho detto che non sono fatti tuoi!
-Scusami, scusami. Non ho mai visto una persona così seria come te.
Mi fulmina con lo sguardo, sento una strana sensazione allo stomaco. Mai stata così in imbarazzo.
Arriva la cameriera che ci chiede cosa ordinare, io scelgo una cioccolata calda amara ma con mini marshamllows sopra mentre Levi ordina un espresso lungo amaro.
La signorina se ne va e ci lascia nuovamente soli.
-(T/n)?
-Mh?
Mi giro di lui, non mi ha mai chiamata per nome fino ad ora.
-Perchè sei sempre così sorridente?
È girato dal lato opposto al mio evitando il mio sguardo, anche se è una buona cosa perché sento le guance andare a fuoco.
-Beh, mi sento meglio. Se sto triste sorrido, coprendo il mio vero umore con "una maschera". Sorridere nei momenti difficili è bello, ti solleva il morale.
-Non può funzionare sempre così.
-Lo so. Ma è anche brutto non sorridere. Come te, senza offesa.
Si gira verso di me serio, cupo, ma ormai ci ho già fatto l'abitudine.
Mi alzo dal divano e metto le mani chiuse in due pugni sui miei fianchi, mi posiziono di fronte a lui e guardandolo negli occhi gli dico:
-TI PROMETTO CHE RIUSCIRÒ A FARTI SORRIDERE, NON IMPORTA COME O PERCHÉ MA LO FARÒ!- mi viene un sorriso spontaneo.
Levi mi guarda alzando un sopracciglio.
-Mh? Sarà impossible.- e distoglie lo sguardo. È così serio che a volte mi chiedo se è umano o no.
Mi risiedo accanto a lui sospirando. Mi metto una mano in faccia con ancora quel sorriso ad occhi chiusi.
-Certo che sei una testa dura Levi!
-Tsk, senti chi parla.
Rimaniamo in silenzio fino a che non arriva un'altra cameriera con le nostre ordinazioni e dei biscottini per accompagnare.
Prendo la mia tazza ed inizio a soffiare dentro.
Levi impugna la tazza dal bordo, qualche volta gliel'ho visto fare a scuola quando prendeva bevande al distributore.
Iniziamo entrambi a sorseggiare dalle rispettive tazze ed io ogni tanto prendo un biscottino.
Certo che cookies e marshamllows non è affatto male come abbinamento!
Levi sembra proprio non avere voglia di mangiarli.
-Allora l'anno prossimo farai la quinta. Dopo dove penseresti di andare?
-Mmm, penso all'università. Altrimenti cercherei subito un lavoro decente, è inutile perdere tempo per cercare di iscriverti dove è sicuro che non ti accettano.
-Che lavoro vorresti fare?
-Penso che senza aver fatto università e specializzazioni potrei lavorare in un bar od un ristorante.
-È se tu avessi l'opportunità di andare all'università?
-Penso che mi specializzerei in campo di avvocato.
-Wow.
-Non c'è niente di wow, è solo un lavoro come gli altri.
Finiamo di fare merenda e ci alziamo.
-Conti separati?- chiede lui.
-Ok.
Decidiamo così di pagare separatamente. Anche se avrei offerto io, infondo è un po'colpa mia se siamo stati per un'ora sotto un portone mentre fuori c'era in corso il diluvio universale!
Usciamo dal bar.
-Levi che vorresti fare ora? Insomma, sono le 18.30, non è poi così tardi.
-Non saprei.
-Ti va di passeggiare un po'per il corso è fare un gioco?
-Un gioco?
-Sì, da piccola mi divertiva molto. Praticamente facciamo una domanda all'altro e la persona risponde solo con sì o con no. E vice versa.
-Ok, se proprio vuoi...
-Ye!
Sorrido e mi metto avanti a lui saltellando di qua e di là.
-Tsk, che mocciosa! Hai la mentalità di una bimba di 4 anni!
-Lo so!- rispondo ridacchiando.
Lo so che sono solo una piccola moccioda, e mi diverte l'idea. Amo essere pazzerella, è il mio modo di esprimermi agli altri.
-Allora inizio io. Mh, vediamo un po'... Hai amici?- chiedo.
-Sì
-Ok, ora è il tuo turno.
-Sei sempre così pazzoide?-chiede serio.
-Sì. Tu hai mai sorriso?
-Sì. Hai mai avuto paura del buio?
Annuisco.
-E tu?
-No. Sei mai stata fuori da questa città?
-Ma come fai a non aver mai avuto paura del buio?
-Tsk, non è il tuo turno perciò non sono tenuto a rispondere. Forza, rispondi tu.
-Ok, ok. No, non sono mai stata fuori città.
-Davvero?- alza un sopracciglio guardandomi. La sua espressione accenna un pizzico di stupore.
-Nono, non è il tuo turno di fare una domanda ora tocca a me!- rispondo divertita.
-Tsk, non imitarmi!
-Ahahah, daiiii! Scherzavo. Da piccolo sei mai andato al mare?
-No, mai.
Rimango stupita. Levi non è mai andato al mare!?
-Oh...
-E tu?- mi guarda.
-Io sì. Con la mia famiglia. Mi ricordo che raccoglievo tante conchiglie sulla riva. Adoravo farci la collezione.
-Cosa infantile.
-Lo so! Avevo 5 anni!
Continuiamo a camminare fino a che non adocchio una vetrina di una gioielleria. Mi avvicino e con la faccia piena di stupore mi appoggio al freddo vetro.
Un sorriso malinconico si forma involontariamente sul mio volto.
Alla vetrina è esposto un ciondolo di quelli che si aprono. Inserita dentro c'è la foto di una famiglia e dall'altro lato la foto di due giovani che si baciano. Come vorrei averne uno così.
-Che hai visto mocciosa?- Levi si avvicina a me con le mani in tasca e la sua solita aria scocciata.
-Guarda Levi! Quanto è bello!
-Tsk, e allora perché non lo prendi?
-Non potrei mai, non ho foto da mettere ed ormai ci ho perso anche l'ultima goccia di speranza in ste cose...
Mi stacco dalla vetrina, do l'ultimo sguardo a quel ciondolo e mi incammino avanti a Levi, ancora immobile avanti il negozio.
Mi giro freddamente verso di lui.
-Andiamo?
Annuisce e si affianca a me.
Stiamo per un po'in silenzio, ognuno di noi guarda avanti a sé.
Molti pensieri mi salgono in mente, l'oscurità inizia a regnare sulla città e guardando l'orario noto che sono le 19.49, PORCA PUTTANA! Se entro le 19.30 non tornavo a casa papà mi ammazza a. Sono morta!!!!
-Ehm...Levi?
-Mh?
-Vogliamo iniziare a tornare?
-Ok
Facciamo dietrofront e ripercorriamo il corso al contrario.
Continuo a preoccuparmi, papà non so come reagirà alla mia violazione del coprifuoco.
Accendo lo schermo del telefono e noto che ho 5 chiamate perse da "padre" ( sì, un bel modo di salvare il contatto in rubrica 😂)
Inizio a preoccuparmi seriamente perché è sicuro che si sta innervosendo e non lo posso richiamare dato che non ho più credito.
Inizio senza accorgermene subito a camminare a passo svelto e mi ritrovo Levi molto dietro rispetto a me.
-Oi, mocciosa! (T/n)!? Non andare così veloce!
-Eh? Scusami.
Lo aspetto prima di attraversare la strada da un marciapiede all'altro. Mi appoggio ad un lampione con le braccia conserte mentre Levi corte verso di me.
-Mocciosa evita di camminare così veloce!
-Scusa, scusa. Sto facendo ritardo a casa e vorrei tornare subito quindi muoviamoci.
-Tsk, ok.
Per il resto del tragitto rimaniamo in silenzio fino a che non ci troviamo sotto casa mia.
-È stato bello passare un pomeriggio con te. Dovremmo rifarlo.
-Ok. A domani mocciosa.
Fa un cenno con la mano destra e se ne va.
-Ciao Levi!
E così iniziano i miei luuuuuuunghi problemi.
Citofono e salgo in casa.
Trovo mio padre sul divano in salone, ha l'aria incavolata e sta cosa mi spaventa e non poco.
-(T/n)!TI AVEVO DETTO DI TORNARE A CASA PER LE 19.39 E SONO LE 20.01! TI HO CHIAMATA 5 VOLTE!
-Papà non è che ogni santa sera che esco devi tenermi d'occhio come se fossi ai domiciliari. Lasciami respirare ogni tanto!
-Non me ne frega! Che facevi? Stavi con quella gatta morta di Mikasa vero!? Non dirmi che sei uscita di nascosto con Eren!
-Ma che dici! Sono andata a studiare da un amico, tutto qui.
-E chi sarebbe? Armin? Connie? Non dirmi che è Jean!
-Ma no, è Levi Ackerman papà. Il rappresentante d'istituto.
-Quanti anni ha?
-17
-MIA FIGLIA CHE VA DIETRO AD UN RAGAZZO PIÙ GRANDE!? MA COME TI PERMETTI!
Mi dà un ceffone in faccia, dal dolore butto una mano sul punto dove credo si sia fatto tutto rosso.
Cerco di difendermi.
-Ma che cazzo! Ora non posso nemmeno avere degli amici!? Puoi odiarmi ed insultarmi quanto vuoi ma i miei amici tu non devi neanche insultarli hai capito!? Mikasa che cazzo ti ha fatto? Ed Eren? Metti in mezzo pure Levi che non lo hai mai visto!
Provo a dargli un pugno ma mi blocca il braccio girandomelo. Sento il braccio fare malissimo. Faccio forza con il polso e lui finalmente lascia la presa, lasciandomi con un braccio dolorante.
-Modera il linguaggio!- mi da un ceffone sulla bocca. Inizia a prendermi a botte sulla testa ripetutamente, a stento riesco a proteggermi con le braccia.
Lo scaccio via finalmente, ok ora sono veramente furiosa. Odio farmi mettere le mani addosso.
Esco dalla camera e raggiungo la porta, voglio uscire da questo inferno terrestre!

*Angolo autrice*
E bene sì , sono tre parti della storia. In ogni caso noi Reader diamo l'idea di essere spacciate ma dettagli.
Alla prossima 😁

Portami via da qui - Levi x ReaderWhere stories live. Discover now