Prologo

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La sera arrivò lentamente e pian piano l'oscurità si impadronì di ogni angolo dell'Orrentar. La Luna, in tutto il suo pallore, era alta nel cielo e faceva la guardia sui suoi figli, protetta dalle Stelle. Il silenzio regnava sovrano, solo il fruscio del vento spezzava la quiete di quella notte stellata.

Erano già diversi giorni che l'inverno aveva ceduto il suo posto alla primavera; infatti la temperatura era leggermente più tiepida rispetto al rigido freddo appena passato e gli alberi iniziarono a rivestirsi dei loro verdi abiti, mentre i fiori iniziarono a colorare ogni prato del continente, in particolare di piccoli fiori bianchi, dai petali vellutati e delicati, che si aprivano solo la notte, risplendendo al chiaro di Luna.

D'un tratto qualcos'altro ruppe quel silenzio assordante: dei passi veloci e un respiro affannato riecheggiavano nell'aria.

In lontananza si poteva vedere una ragazza correre senza sosta, veloce e agile tra gli alberi. Un ampio cappuccio nero le nascondeva il viso ma la giovane donna si liberò ben presto di tutto ciò che poteva esserle d'intralcio, mantello compreso, rivelando così i lunghi capelli ramati, raccolti in una treccia ormai sfatta e i lineamenti dolci del viso.

La ragazza si guardava in giro, come se fosse alla ricerca di qualcosa, o forse qualcuno.

<<La verità, aiutaci a rivelare la verità.>>

Una voce melodiosa si liberò nel bosco <<Aiutaci a far scoprire la verità.>>.

La ragazza, udendo la voce, si fermò di colpo, riprendendo fiato dopo la folle corsa. Si riguardò in giro, senza però trovare nessuno –Dove sei? Fatti vedere!- urlò con tutta la forza che le rimaneva.

<<Devi scoprire la verità...>>

La voce si era fatta lontana, ma per quanto fosse stanca, non poteva permettersi di perderla e continuò a seguirla.

<<Di quale verità stai parlando? Esci dal tuo nascondiglio!>> riprovò a chiedere la ragazza.

Il silenzio calò nuovamente, nessuna risposta venne data.

Dopo qualche minuto di quiete, la voce si fece risentire e la ragazza era sicura di dover correre verso nord-est. Fece un grosso respiro, cercando di riabituare la vista al buio della notte e riprese a correre veloce come il vento.

<<La verità...>>

La voce la guidava verso una meta sconosciuta e lei continuava a seguirla nella speranza, prima o poi, di raggiungere chi le stava parlando, o quanto meno di capire quale fosse la verità da scoprire. Perché stavano cercando lei?

Presa dalla corsa e immersa nei suoi pensieri, la ragazza non si rese conto di una radice e, senza poterlo impedire, cadde a terra. Era lì, stesa sull'erba umida con il fiato corto. Si girò sulla schiena, osservando quel piccolo lembo di cielo stellato che il bosco, essendo fitto, permetteva di scorgere; neanche la Luna, con i suoi raggi argentei, riusciva ad illuminare tutta quella oscurità.

La Luna, madre di tutti i viventi, quanta compagnia le aveva fatto nelle notti di solitudine in cui si recava alla Grande Betulla per pensare. La Luna, che nasconde la sua bellezza senza mai mostrarsi tutta, circondata da una corona di Stelle e, osservando quello spettacolo, la ragazza chiuse gli occhi.

<<Sto solo sognando, sto solo sognando. Non appena riaprirò gli occhi, davanti a me ci sarà Calime...>>

In realtà il suo voleva essere solo un pensiero, ma senza rendersene conto lo tramutò in parole, le quali, pian piano, si fecero strada fino alla bocca per poi essere sussurrate al vento e infine disperdersi nell'aria.

L'Ordine di Telumehtar - L'inizio • #Wattys2017Where stories live. Discover now