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Finalmente questa giornata volge al termine. Oggi sono stato tutto il giorno al bar, dalle otto alle undici di stamattina dovendo sistemare tutte le fatture e poi dietro il bancone senza mai fermarmi. E ora che sono quasi le otto non sento più le braccia, ho solo voglia di andare a dormire.
<<Ragazzi potete andare voi, finisco io di sistemare e chiudo.>>
<<Okay Claudio, grazie. Prima però vorrei sistemare quei cartoni arrivati oggi pomeriggio.>> dice martina, una ragazza che lavora al bar da tantissimo tempo. È qui da così tanto tempo che la ritengo più una collaboratrice che una dipendente.
<<Ma no, va pure. Tuo marito ti reclamerà a casa, ci penso io. >>
<<A domani allora!>> dice e gli altri la seguono in coro.
Li vedo uscire, tiro giù la saracinesca e mi accascio sulla sedia. Mi massaggio la tempia con le mani e chiudo gli occhi. Mi sono appena ricordato che i ragazzi dovevano venire a casa mia per una pizza ma proprio non riesco a reggermi in piedi, così prendo il cellulare e invio al volo un messaggio nel gruppo dei miei amici "Ragazzi io sono distrutto, oggi é stata una giornata stressante e ora ho solo voglia di dormire e non pensare ai miei debiti 😜! Quindi per stasera salta."
Posso il cellulare e continuo a dare un'ultima sistemata. Prendo i cartoni e li apro 'Finalmente sono arrivate le birre!' penso tra me e me. Mentre prendo lo scatolone e impilo le bottiglie nel frigo controllo il cellulare. Nessun messaggio. Un silenzio che mi fa paura. 'Si saranno offesi? Solitamente mi riempiono di parolacce e insulti finché non mi convincono. Beh, in fondo meglio così, magari non andava neanche a loro.'
Finisco di sistemare e chiudo il frigo, poi torno indietro e prendo una birra. 'Me la merito!'. Mi siedo nell'ufficio, distendo le gambe sulla scrivania, accendo la radio e bevo il primo sorso. Chiudo gli occhi e inizio a rilassarmi un po'.
<<Ma porca troia!!!>> sbraito saltando dalla sedia. Un suono sordo rompe il mio idillio. Un pugno continua a battere violentemente sulla saracinesca.
<<Arrivo!>> Urlo con tono aggressivo. "Ma chi cazzo è che fa così?". Sono nervoso e voglio proprio vedere chi è così irriverente da comportarsi in questo modo. Clicco l'interruttore e mentre si alza la saracinesca cerco di riconoscere chi si nasconde dietro. Improvvisamente dalla porta sbuca Federico.
<<Stai scherzando vero?>> gli dico, sbarrando gli occhi. <<Ti sembra modo? Potevi semplicemente chiamare!>> sono veramente incazzato, questa giornata continua a farmi saltare i nervi.
<<A te sembra modo bidonarci in questa maniera?>>
Tento di mantenere uno status infastidito ma mi viene da ridere, sapevo che quel silenzio nel gruppo nascondeva ben altro.
<<Dai Fede, siete arrabbiati per davvero? Facciamo domani!>>
<<Si, sono arrabbiato per davvero perché io non sono andato in palestra perché sapevo che eravamo organizzati! Stasera si va a casa tua, o per scelta volontaria o con la forza! Paolo e Rosita hanno già preso le pizze.>>
Vorrei dire di no, che voglio dormire, che proprio li sto odiando profondamente ma rispondo con l'unica cosa che posso dire <<Okay, andiamo a casa mia.>
Saliamo a casa e troviamo nel portico già i miei amici con i cartoni di pizza in mano.
<<Finalmente il principe si è degnato a presentarsi.>> mi dice Paolo con aria beffarda.
<<Dai a casa ho un sacco di cioccolatini che potete mangiare. Perdonato?>> dico mentre apro la porta.
Rosita già si accende, ho toccato il suo punto debole. Si alza e mi da un bacio in guancia <<Mi hai appena comprato!>>
Le sorrido e li invito ad entrare. Intanto che accendo le luci e do una sistemata generale alla casa, li guardo di sfuggita e vedo che si mandano sguardi furtivi e cercano di soffocare il sorriso.
<<Che cosa succede?>> mi avvicino e nel mentre apro lo scatolone della pizza e addendo una fetta.
Si guardano e scoppiano a ridere. Io li guardo sconvolti e loro incalzano di più. Paolo quasi si piega e non respira più.
<<Noi ti possia.. Ti possiamo spieg...>> e Paolo continua a ridere talmente tanto che non riesco neanche a capire cosa dice.
Continuo a guardare la scena a braccia conserte sperando che prima o poi qualcuno mi spieghi cosa succede. Finalmente Rosita asciugandosi le lacrime inizia.
<<Noi due settimane fa ci stavano annoiando...>> dice e intanto guarda quei due che si tappano la bocca per trattenersi. <<...e quindi, siccome stai lavorando troppo e diciamo che di ragazze non ne vedi da un bel pó, abbiamo inviato una candidatura tua ad uomini e donne.>>
Sono sconvolto e i miei amici devono averlo capito dal mio sguardo accigliato perché adesso non ridono più e aspettano solo la mia reazione.
<<Clà non ti arrabbiare però...>> inizia col dire Federico ma io lo blocco subito.
<<Ma figuratevi, che arrabbiato! Era questo che dovevate dirmi? Dalle vostre risate mi aspettavo qualcosa di più grave, vi divertite con poco!>> dico e mi butto sulla sedia, pensando che inviare una candidatura equivale al nulla.
Federico però abbassa lo sguardo imbarazzato e continua <<Beh Clà, in realtà c'è di più. A quanto pare le mie parole nella tua candidatura hanno convinto la redazione e ci... ti hanno chiamato per un provino.>>
Li guardo con gli occhi sbarrati e aspetto che continuino.
<<E noi abbiamo già confermato per domani. >> dice Federico e ridacchia guardando gli altri.
<<No! Scordatevelo!>> gli dico agitato.
<<Ma cosa ti costa andare? È solo un gioco, per passare una giornata diversa. Ti faranno delle domande e qualsiasi sia l'esito noi saremo qui domani sera a ridere su questo colloquio.>> mi dice Rosita facendo una faccia da cucciola per intenerirmi.
<<Ma non capisco per quale motivo dovrei prendere in considerazione di partecipare. E poi figurati se davvero potrebbero scegliere uno come me. Io non oso immaginare cosa abbiate scritto in quella domanda di partecipazione!>>
<<Ma nulla di che, che non scopi mai e questa è la tua ultima spiaggia.>> dice Paolo con no chalance.
<<Voi cosa?>> divento paonazzo, non posso crederci. Poi però scoppia a ridere e capisco che non è possibile, Rosita non l'avrebbe permesso.
<<Dai Pa', sul serio, non lo aiutiamo così. Abbiamo scritto che non ti sei mai innamorato e adesso sei pronto a metterti davvero in gioco per trovare l'amore.>> dice la mia amica, improvvisamente seria.
<<Mi conoscete bene, sono una persona riservata e queste cose non sono fatte per me.>>
<<Ma Claudio..>> inizia Federico ma subito lo blocco.
<<No davvero, avete deciso voi di accettare il colloquio senza che io sapessi nulla, tutto molto divertente ma io non me la sento realmente. Non insistete, vi prego.>> dico e cambio discorso.
<<La mangiamo questa pizza ora prima che diventi gommosa?>>.
La serata trascorse benissimo. I miei amici sono fantastici perché nonostante a volte facciano qualche cazzata sanno sempre come farmi riprendere. Ero stanchissimo ma dopo la pizza e qualche birra iniziamo con i nostri soliti siparietti cantando al karaoke e saltando sopra il divano con delle parrucche colorate. Hanno un'allegria contagiosa.
<<Pazzi mi sono divertito e tutto quanto ma ora sono le due e davvero sono distrutto quindi o uscite fuori di vostra spontanea volontà o vi butto fuori a calci nel sedere!>>
<<Sona sei scortese con queste minacce scurrili.>> dice Paolo mentre mette la giacca.
<<Buona notte!>> gli dico mentre li guardo chiudere la porta. Mi butto sul divano e guardo la tavola piena di rimanenze di cibo e di bottiglie vuote. Chiudo gli occhi e penso che sistemerò il tutto domani. Mi spoglio, infilo una canotta e mi infilo sotto le coperte: finalmente! Che sensazione meravigliosa.
Ma il cellulare squilla. Guardo la chiamata in entrata: Federico.
<<Hei Fefe. Dimmi tutto. Hai dimenticato qualcosa? >
<<Clà, no assolutamente. Che fai?>>
<<Mi sono messo a letto. Tu?>>
<<Ancora in macchina, sto andando a casa. Scusa se ti chiamo, so che sei stanco, ma volevo parlarti.>>
Sento la sua voce farsi seria, lui sente il mio silenzio e inizia.
<<Quello che abbiamo fatto è stato fatto per gioco, ovviamente. Clà, tu sei come un fratello per me, ti conosco da quando eravamo piccolissimi e io fratè, ti giuro, non ti comprendo. Tutte le mie amiche, tutte le mie cazzo di amiche, ti sbavano dietro, ma tu niente. Quando usciamo io lo vedo come le ragazze ti guardano ma tu non guardi mai nessuno. Da quando ti conosco non ti ho mai visto innamorato, ne preso e mai in una relazione seria e duratura. E no, Valeria con cui sei stato 5 mesi non vale come una vera storia. Io credo che devi andare a fare questo casting, ti serve per sbloccarti, capisci? Segui il mio discorso?>>
<<Si Fede.>> dico senza voler aggiungere altro.
<<Tu potresti avere la luna ma preferisci stare... solo.>>
<<Perché io sto bene così. Quando incontrerò la ragazza che davvero mi interesserà allora sarò il primo a provarci ma per adesso io sono sereno con me stesso.>> dico e in realtà neanche io ci credo a quello che ho appena detto.
<<Magari in un contesto parallelo alla quotidianità del mondo reale potresti scoprire nuovi lati di te stesso che fino ad ora non sono mai emersi. Le meccaniche del contesto di uomini e donne potrebbero risultare interessanti e magari potrebbero dare una scossa alla tua vita.>>
<<Fe ma di che scossa parli?>> dico e mi seggo di scatto sul letto, inizio ad agitarmi. <<Ho un lavoro che mi da soddisfazioni, poso per qualche agenzia come ragazzo immagine e vengo pagato bene, ho una famiglia fantastica ed amici straordinari, di meglio non potevo trovare. Abbiamo fatto viaggi insieme assurdi, fatto cose folli e ci siamo divertiti da matti. Ma che scossa mi servirebbe?>>
<<Ma non ti manca amare qualcuno? Perché a me si! Ma almeno io mi metto in gioco ma tu neanche ci provi e voglio capire il perché!>>
<<Ma non è vero che non ci provo.>>
Ma lui subito contrattacca <<No, non ci provi. Tu non guardi nessuno. Poi su 20 che si presentano te ne scegli una, te la scopi e poi finisce lì. Neanche hai lo stimolo di voler conoscere qualcuno di interessante. Ti ripeto, perché mai?>>
<<Non lo so neanche io il perché Federico. Vorrei tanto saperlo ma non lo so. Credi che non mi faccia male non sapere perché sono così? Perché sono fatto di ghiaccio?>> urlo senza accorgermene. Dall'altra parte della cornetta c'è un silenzio assordante e io realizzo di avere, per la prima volta, ammesso a qualcuno, ma soprattutto a me stesso, che in me c'è un problema. Vorrei recuperare, dire che non è vero, che stavo scherzando, ma ormai è fatta. Ho vomitato tutto di getto. Le sue parole mi hanno punzecchiato finché un disaggio che da troppo tempo era sotterrato è emerso, con l'aiuto di un po' di alcool in circolo nel mio corpo, violentemente. Perché ora ho l'affanno, il cuore a mille, e fa male. Perché sin da sempre non ho mai provato un forte interesse nei confronti di nessuna.
Mi sento vuoto, sono apatico.
<<E allora provaci Claudio. Io ti conosco bene, tu sei una persona buona, non sei di ghiaccio. Devi trovare solo una persona che sappia sciogliere il tuo cuore.>>
Non riesco a rispondere. Mi limito a stare in silenzio.
<<Pensaci stanotte. Domani andiamo lì e ti presenterai con il tuo miglior sorriso. Poi magari ti manderanno a fare in culo ma non potrai dire di essere stato codardo perché ci avrai provato. E poi vedendo me è sicuro che ti diranno di andare a casa e mi prenderanno al tuo posto!>>
<<Si, credici.>> gli rispondo sarcastico. <<Comunque Fe', si è fatto davvero tardi. Domani mattina, quando saremo più lucidi ne riparliamo. Buona notte cazzone.>> dico e poi aggiungo timidamente. <<E grazie.>>
<<Notte a te Pirla.>>

Sarà una lunga notte. Fatta di incubi e di mille domande
'Ma chi sono davvero io? Cosa voglio davvero?'

Fix you •Where stories live. Discover now