Ricordando il giorno

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L'odore dello studio del dottor Brennan era lo stesso del solito e risaltava alle narici come un concentrato di brutti ricordi. La situazione sembrava così crudelmente familiare che sembrava loro di essere tornati nel passato. A quando, due anni prima, la scomparsa di Raven aveva quasi portato la squadra allo scioglimento. I loro sguardi erano concentrati sui vari oggetti esposti nella stanza; il dipinto, il vaso antico, la scrivania in regno scuro, la vecchia libreria ricolma di grossi volumi. Nessuno di loro tre aveva voglia di incrociare lo sguardo degli altri, con la mente che vagava tra il pensiero di Garfield ancora in infermeria ed il ricordo di ciò che Raven aveva detto loro, prima di scomparire con quel ragazzino che aveva detto essere suo fratello. Raven ha un fratello, era la frase a cui tutti e tre ripensavano da quando erano tornati a casa il giorno prima. Si domandavano come l'avesse scoperto, cosa avesse provato in quel momento, perché non lo avesse detto, cosa le avesse impedito di restare comunque con loro.
Aveva davvero pensato che non lo avrebbero accettato? Si chiedeva Koriand'r pensando al modo in cui avrebbe voluto restarle vicina. Perché non si era fidata di loro? Davvero aveva pensato che le avrebbero voltato le spalle e li avrebbero cacciati perché lui non riusciva a controllare il suo potere?, era il pensiero fisso di Victor. La natura di quel ragazzino doveva certamente essere demoniaca, rifletteva Dick. Raven poteva aver scelto la famiglia agli amici, cedendo all'oscurità e smettendo di combattere per ciò in cui credeva per poter stare al fianco di qualcuno che avesse il suo stesso sangue e che, forse, comprendesse anche i suoi disagi e dilemmi interiori?
Ripensò allo sguardo del ragazzino, a come Garfield era riuscito a calmarlo, ad un certo punto.
Forse, si disse, una volta che il ragazzo avesse imparato a controllare i suoi poteri lo avrebbe portato a casa e sarebbe tornata. Una scintilla di speranza si accese nel suo petto, mentre convinceva sé stesso a concedere alla ragazza il beneficio del dubbio.
Innocente fino a prova contraria, dopotutto, era una frase da detective e se voleva ritenersi un buon detective avrebbe dovuto trovare una vera prova per affermare che Raven fosse una minaccia, anche perché il suo cuore non sarebbe riuscito ad accettarlo, altrimenti.
Ignorò le risposte che Koriand'r stava dando alle domande dello psicologo, restando in silenzio e ricordando con malinconia il giorno in cui avevano scoperto della fuga di Raven.

Richard aveva sempre catalogato con grande concentrazione e meticolosità ogni operazione, ogni criminale. La sua camera alla Torre era tappezzata da articoli di giornale e foto segnaletiche, la prima cosa che il ragazzo vedeva appena apriva gli occhi al mattino, l'ultima cosa che vedeva prima di addormentarsi, per ricordare quanta rabbia e che pericoli celasse il mondo, per non dimenticare contro chi stava lottando.
Quel giorno, però, non era riuscito a pensare a loro. Si era svegliato di soprassalto con la sensazione che qualcosa non andasse bene, con il presentimento di dover fare qualcosa che non era riuscito ad inquadrare bene.
All'inizio aveva pensato di aver dimenticato di sistemare qualcosa, di appuntarsi qualche schema oppure di aver perso qualche incontro. Si era alzato, tentando di ricordare quel qualunque cosa, frugando tra i fascicoli che aveva abbandonato sulla sua scrivania la notte prima quando, troppo stanco per proseguire le sue ricerche, li aveva abbandonati prima di stendersi a letto.
Aveva spalancato la serranda per fare entrare un po' della luce dell'alba e si era fiondato ancora nel lavoro, in attesa della rivelazione e dell'ora di colazione.
Quando era entrato nella sala principale il sole era alto e Victor faceva colazione. Poco dopo Koriand'r li aveva raggiunti, prima che Garfield si fiondasse nella stanza con un biglietto stropicciato stretto tra le mani e desse la notizia.

Victor rigirò l'anello sul dito, come aveva preso l'abitudine di fare spesso quando era nervoso, e sbatté gli occhi quando sentì lo psicologo pronunciare il nome di Richard e puntare l'attenzione sul loro leader.
Si voltò a guardare Koriand'r, scambiando con lei un'occhiata di conforto e stringendole la mano con affetto.
«Tutto bene?» le domandò sottovoce. Lei annuì lievemente, mentre Richard borbottava sovrappensiero ciò che pensava.
«Dovremmo concederle il beneficio del dubbio». Il moro puntò gli occhi in quelli del dottor Brennan. «Sento che è la cosa giusta da fare. Lei c'è sempre stata, per noi, sarebbe ingiusto non darle una possibilità, almeno fino a quando non farà qualcosa che dimostri di averci traditi»
«È sempre stata dalla nostra parte. È sempre stata difficile, da capire, ma sa quello che fa» disse Victor, sperando che questo fosse vero. Rigirò per l'ennesima volta l'anello olografico al dito e ripensò a quanto avrebbe voluto che avesse scritto qualcosa di più, su quel foglio, oltre che quelle quattro parole in croce con cui aveva annunciato la sua partenza.

BloodWhere stories live. Discover now