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Getro parcheggia, spegne l'automobile e per qualche istante nell'abitacolo si diffonde un eco di un innaturale silenzio.
Entrambi con lo sguardo perso davanti a loro.

«Ora che pensi di fare?»
«Mmmh...pensavo di stare con te. Due fuggitivi, due evasi dalla loro quotidianità, entrambi soli . . .»
«Vuoi davvero continuare a stare in compagnia di uno che non conosci?» corruga la fronte.
«Non puoi essere peggiore di quelli che conosco» Lacey fa un sorriso incoraggiante. Getro risponde con un sorriso cordiale e gentile, scende dall'auto e fa cenno a Lacey di fare la stessa cosa prendono le loro poche valigie.
Percorrono un paio di chilometri in silenzio per poi entrare in un edificio, un hotel lussuoso e popolato da personale eccessivamente sorridente.

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«Lacey?! Tutto bene?!» la voce di Getro accompagnata dal suo bussare poco delicata alla porta del bagno, come se dovesse buttarla giù, tolgono la giovane donna dal suo stato di trance.
«S-si si! Tutto bene, ho quasi finito!» risponde Lacey dopo un primo momento di incertezza e disagio. Involontariamente al sentire la voce di Getro la donna si è coperta il seno, come se lui potesse vederla.

Prende con foga la spugna già insaponata e comincia a strofinarsi quasi con rabbia il corpo: vorrebbe cancellarsi, scomparire, stanca di lottare, di cercare, vorrebbe solo piangere, sfogarsi con qualcuno.
Si sente così sola.
Tremendamente sola.
Comincia a ricordare, a rivivere il passato ancora e ancora: momenti belli e brutti, soprattutto quelli in compagnia di Harry che inevitabilmente le creano un forte nodo alla gola che la soffoca, le fa male.

Non sono i ricordi più brutti che fanno male, ma quelli più belli. Quei ricordi dove tutto sembrava speciale, con un tocco di magia. Dove non avresti mai pensato che potesse finire così presto, scivolando via dalle mani. Si guarda la mano destra, si immagina l'anello infilato al dito, sogna quel giorno in cui lei sarà vestita di bianco e Harry con l'abito nero che è sicura gli starà d'incanto, come ogni capo d'abbigliamento d'altronde.

Esce dalla doccia e si copre con l'asciugamano più grande che trova. In punta di piedi esce dalla stanza sperando che Getro non si accorga di lei, mentre mentalmente si insulta da sola per non aver pensato di portarsi il cambio dei vestiti in bagno senza dover girare semi-nuda per la camera di hotel.

«Di cosa si tratta?» Lacey si ferma nella grande sala che funge da ingresso e salotto dell'attico in cui si trovano lei e il giovane soldato, si nasconde dietro ad una colonna curiosa del biglietto che sta leggendo Getro.
«È un invito alla cena di Natale con tutte le forze dell'ordine che in questi giorni soggiornano qui nelle vicinanze» risponde l'uomo dandoci poca importanza, ma Lacey la pensa in modo diverso.
«Ti servirà un'accompagnatrice» solleva un sopracciglio volgendo una mano verso l'uomo sorridendogli sorniona.
«Cosa? V-Vuoi venire a questa serata con me?»
«Alle donne non piacciono le domande» sospira Lacey riponendo l'invito sul mobile e inspirando profondamente il profumo dei fiori.
«Verrai a cena con me»
«Troppo esigente» la donna solleva gli occhi al cielo.
«Vuoi venire a cena con me?»
«Un'altra domanda» trattiene un sorriso e si stringe più a sé l'asciugamano.
«Io vado a questo incontro, se vuoi venire con me non mi dispiacerà» e si dirige in bagno.
Lacey sorride rivivendo la scena nella sua mente, la diverte come si comporta Getro con lei: impacciato e timido.

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Lacey passa il pomeriggio seguente da una vetrina ad un'altra, da un negozio ad un altro in compagnia della carta di credito di Getro rimasto a riposare nella camera d'albergo. Passa l'intera giornata alla ricerca di un vestito, scarpe, gioielli e trucchi per la serata che l'attende.

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«Cazzo! Sei vorace!»
«Vorrai dire procace- lo corregge leggermente divertita- Tu sembri vorace, da quand'è che non mangi?» domanda in modo retorico Lacey.
«Andiamo?» Getro le porge il braccio con un sorriso e un mezzo inchino, Lacey lo osserva con un sopracciglio sollevato.
«Andiamo» ripete l'uomo partendo e lasciando lei alle sue spalle a seguirlo.
Saliti in limousine Lacey è la prima a parlare.
«Al campo militare non perdono molto tempo ad insegnarvi a trattare le donne, dico bene?»
«Dici bene, ma bisogna anche sottolineare che io ho avuto le mie esperienze e sei tu l'eccezione, non io che non so comportarmi» sorride e Lacey non può che sorridere a sua volta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 08, 2017 ⏰

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