E provavo Caduca foglia A vivere i giorni Appesa ad un niente Instabile e tremula Recitavo me stessa Vestita di dubbi
Ma avvertivo Seppur silenti Brusii d'orrore Serpeggianti scie Di liquide voci
Nascosti In eleganti spoglie Gli altrui giudizi Frementi Dalla platea In attesa D'una truce Disfatta.
NA: trovo giusto dare a chi legge una spiegazione, trattandosi di poesia ermetica il significato aggrappato alle parole potrebbe sfuggire a chi legge, molto più potrebbe sfuggirne il nesso con l'immagine. La prima cosa che ho provato guardando l'immagine è stata ansia. L'elefante è sul palco, esposto, messo a nudo, proprio come me quando tento di vivere i miei giorni, prendendo decisioni, effettuando scelte. Tre figure affiorano dalla distesa di grano, terribilmente centrali alla sagoma dell'elefante, di loro mostrano un elegante cappello ma, dove il grano non permette all'occhio di arrivare nascondono una diversa natura. Così i giudizi altrui a volte, mascherati da consigli o innocue considerazioni mi guardano vivere e placidi attendono di vedermi cadere sconfitta per poter banchettare con i miei errori.
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