6. Rules

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#Asia

Scendendo dalla Range Rover Evoque, guardai la casa, perdonatemi, la villa, che stava davanti ai miei occhi.
Avevo la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
Casa mia in confronto alla sua era un buco.
«Chiuda la bocca per piacere, mi servirà tra poco»
Aggrottando le sopracciglia, sbattei la portiera forte sapendo quando da fastidio agli uomini sta cosa.
«Con cautela per l'amor del cielo, non voglio che lei distrugga già qualcosa»
Alzò gli occhi al cielo entrando dentro la villa per poi scomparire.
Lo seguì velocemente come un cagnolino fino a quando ci trovammo in una stanza bella grossa con un letto enorme in mezzo alla camera.
Si tolse il blazer mettendolo sulla gruccia per poi metterlo dentro l'armadio.
«Mettiamo le cose in chiaro» disse continuando a fare avanti e indietro mentre metteva i vestiti ognuno al loro posto.
Restavo sulla soglia della porta con le mani lungo i fianchi e con il cuore in gola.
«Regola numero 1: Per lei sarò Signor Bieber, nessun altro nome le è permesso»
Alzai le sopracciglia roteando gli occhi sperando che non avesse visto le mie espressioni facciali.
«Regola numero 2: Girerà nuda per la casa ogni volta che io glielo chiederò»
Deglutì sentendo le guance andando a fuoco.
«Regola numero 3: Dormirà nel mio stesso letto.
Regola numero 4: ogni cosa che io le chiederò di fare, la farà senza commentare. Ogni volta che lei disobbedirà, avrà una punizione.»
Avvicinandosi a me piano piano mi tolse la giacca buttandola sul letto.
«Ultima regola: Solo sesso, nessun sentimento. Capito?»
Alzandomi per il mento fece in modo che i nostri occhi si incontrassero e aspettando la mia risposta.
«Capito Signor Bieber»
«Si spogli» ordinò sedendosi sul letto con le braccia messe all'indietro che reggevano il corpo.
Rimasi immobile come se fossi bloccata sul posto.
Non riuscivo a muovere il corpo tremante.
«Già disobbedisce?» chiese alzandosi dal letto e afferrandomi per le guance stringendole.
Si allontanò aprendo le ante dell'armadio da dove tirò fuori delle manette e un piccolo aggeggio del quale non sapevo l'esistenza.
«No, la prego» mormorai scuotendo il capo dalla paura.
Lui ridendo mi buttò sul letto spogliandomi completamente, lasciandomi solamente in intimo.
Chiuse le manette attorno alle mie mani e mi legò i piedi con una fune.
«Credo di essere stato abbastanza chiaro prima» disse sfiorandomi il reggiseno nero in pizzo.
«Nessuno gioca con me, Asia» mormorò prendendo l'aggeggio dalla sua scatolina.
Deglutendo, notai un piccolo coso di plastica a forma di uovo con due modalità: Veloce oppure Extra Veloce.
Accendendolo, schiacciò la prima modalità: Veloce.
Lo posò sui miei capezzoli i quali si indurirono in pochi minuti. Sentivo come se tutto il corpo stesse impazzendo sotto il suo tocco.
Lasciò che il piccolo uovo scendesse sempre di più, fino ad arrivare alle mie parti intime, le quali si bagnarono appena lui mi tolse le mutande.
«Cosa abbiamo qui...» mormorò passando l'indice sul mio monte di Venere.
Al suo tocco, strinsi le cosce impedendo che mi toccasse ancora.
Me lo ritrovai sopra di me con la sua mano attorno al mio collo che faceva pressione sull'esofago.
«Allora non ci siamo davvero capiti» disse aggrottando le sopracciglia.
Con tutta la forza che ebbe nel corpo, mi strappò le spalline del reggiseno facendolo cadere.
Assaggiava i miei capezzoli a morsi mentre io gemevo stringendo i pugni.
«Si fermi, la prego» sussurrai chiudendo gli occhi.
Ridendo si fermò baciandomi il collo.
«Apra le gambe» mormorò.
Con lentezza e paura, le aprì lasciando così allo scoperto le mie parti.
Infilando l'uovo dentro di me, schiacciò il tasto Veloce.
Rabbrividì mentre contraevo i muscoli dello stomaco dal piacere.
Si infilò il pollice dentro la bocca lasciando cadere la saliva su di esso, il quale iniziò a massaggiare il mio clitoride. Mi guardava mentre mi mordevo il labbro davanti a lui.
«Non si muova» ordinò posando una mano sul mio corpo calmandolo.
Fu inutile, il suo tocco mi eccitò ancora di più.
Muovevo il bacino su e giù sentendo che stavo arrivando al limite.
Ma fu proprio quando sentì che stavo per arrivare, che tolse l'aggeggio da dentro di me posandolo sul letto.
«Spero che lei abbia imparato la lezione» mormorò mettendosi dall'altra parte del letto.
«Mi lascia così?» chiesi aggrottando le sopracciglia.
Mi liberò i polsi e i piedi rimettendo tutte le cose al loro posto.
«Si soddisfi da sola se tanto desidera» mormorò rimanendo solo in boxer davanti a me.
Senza pensarci due volte, mi alzai aprendo l'anta dell'armadio cercando qualcosa che mi fosse utile.
Afferrai il vibratore e sedendomi su un piccolo divano, divaricai le gambe lasciando che la punta stimolasse il mio clitoride.
Mi massaggiai i seni leccandoli e gemendo.
«Signor Bieber» gemetti muovendo il bacino «la prego, mi faccia venire»
Mi guardava e alzandosi mi tolse il vibratore dalle mani spegnendolo.
«La supplico»
Infilai due dita dentro di me facendomi scappare un gemito per poi mettermele dentro la bocca succhiandole.
Mi ritrovai di nuovo legata al letto come prima.
Sorrisi dalla felicità quando lo vidi sedersi accanto a me con il piccolo uovo in mano. Lo posò esattamente tra le mie gambe ma senza accenderlo.
«Buonanotte signorina Asia» disse spegnendo la luce e girandosi dall'altra parte.
Serrai la mascella chiudendo gli occhi dal nervoso.
«Lei è un fottuto bastardo» urlai cercando di liberarmi dalle manette.

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