Le prime 50 pagine di Lord of Shadows 2 parte

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.CAPITOLO 2:

Boundless Floods

Tutti e quattro andarono direttamente in libreria, senza passare a cambiarsi. Solo dopo essere entrati nella stanza e aver realizzato che lei, Mark, Cristina e Julian erano completamente ricoperti di appiccicoso icore demoniaco, Emma si fermò a chiedersi se non sarebbe stato meglio fermarsi a fare una doccia.

Il soffitto della libreria era stato danneggiato due settimane prima e riparato in fretta: il lucernario di vetro colorato era stato rimpiazzato con del semplice vetro resistente, e il soffitto intricatamente decorato era ora ricoperto con un pannello di legno di sorbo selvatico con delle rune intagliate.

Il legno del sorbo selvatico fungeva da protezione: non permetteva alla magia nera di entrare. Aveva anche un effetto sulle fate, però – Emma vide Mark sussultare e guardare di traverso il soffitto mentre entravano nella stanza. Una volta le aveva rivelato che stare vicino a troppo sorbo lo faceva sentire come se la sua pelle fosse ricoperta di minuscole scintille di fuoco. Emma si domandò che effetto dovesse avere sulle fate complete.

"Mi fa piacere vedere che ce l'avete fatta," disse Diana. Era seduta al capo di uno dei lunghi tavoli della libreria, i capelli legati in una crocchia elegante. Una spessa collana d'oro le scintillava contro la pelle scura. Il suo abito bianco e nero era, come al solito, inconfondibilmente privo di macchie e di grinze. Accanto a lei stava Diego Rocio Rosales, degno di nota per il Conclave perché era un Centurione perfettamente addestrato, e per i Blackthorn perché aveva il soprannome di Diego Il Perfetto. Era irritantemente perfetto – bello in maniera ridicola, un combattente spettacolare, intelligente e immancabilmente educato. Aveva anche rotto il cuore di Cristina prima che lei lasciasse il Messico, il che in circostanze normali avrebbe spinto Emma a progettare la sua morte, ma in questo caso non poteva perché due settimane prima lui e Cristina si erano rimessi insieme.

Diego lanciò un sorriso a Cristina; i suoi denti bianchi e perfetti scintillarono. La spilla dei Centurioni brillava sulla sua spalla, e sull'argento era ben visibile la scritta Primi Ordines. Non era soltanto un Centurione; era uno dei membri della Prima Compagnia, i migliori tra gli studenti che si erano diplomati alla Scholomance. Perché, ovvio, lui era perfetto.

Tra di loro sedevano due figure molto familiari, per Emma: Jace Herondale e Clary Fairchild, i capi dell'Istituto di New York, anche se quando Emma li aveva incontrati per la prima volta erano adolescenti della stessa età che lei aveva adesso. Jace era tutto una scarmigliata bellezza dorata, sembrava essere cresciuto graziosamente. Clary aveva i capelli rossi, dei cocciuti occhi verdi e un viso delicato che poteva trarre in inganno. Aveva una volontà di ferro, cosa che Emma sapeva benissimo.

Clary saltò in piedi, il viso che si illuminava, mentre Jace si lasciava sprofondare nella sedia con un sorriso. "Siete tornati!" urlò lei, correndo da Emma. Indossava dei jeans e una logora maglietta su cui c'era scritto MADE IN BROOKLYN, e che doveva essere appartenuta, un tempo, al suo migliore amico Simon. Aveva un'aria utilizzata e morbida, esattamente come il genere di maglietta che Emma spesso rubava a Julian e si rifiutava di restituirgli. "Com'è andata col demone calamaro?"

A Emma fu impedito di rispondere dall'abbraccio soffocante di Clary.

"Benissimo," rispose Mark. "Davvero benissimo. Sono così pieni di liquido, i calamari."

La cosa sembrava davvero fargli piacere.

Clary lasciò andare Emma e aggrottò la fronte davanti a tutto quell'icore, all'acqua marina e a una bava non meglio indentificata che si erano trasferiti sulla sua maglietta. "Capisco che intendi."

"Io vi darò il bentornati da qui," disse Jace, salutando con la mano. "C'è un disturbante olezzo di calamari che si diffonde dalla vostra direzione."

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