Fiamma di vapore

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Cara Nicla,

mi spunta un sorriso, mentre mi accingo a creare dal nulla questa lettera, al pensiero che forse le tue labbra nel leggere il tuo nome si alzeranno anch'esse leggermente.

Chiacchiererò un po' con te, come se fossimo una di fronte all'altra con una tazzina di caffè in mano, ti poserò tra le ciglia mentre s'aprono lente.

Ricordo ancora un'immagine indelebile nel mio cervello, avevo preso la vita come una candela destinata a bruciare inesorabilmente, solo puzza di bruciato sarebbe rimasta nell'aria e intorno a me il vuoto, avevo scordato il calore che solo il fuoco può trasmettere nella sua breve intensa durata.

Negli anni mi sono trovata a cercare a tutti i costi di alimentare fiamme che forse dovevano solo spegnersi, ma si sà che la testardaggine non è che una condanna quando divampa, similare ad una tentazione a cui non si riesce a rinunciare.

Indipendentemente dalla forza del vento, cercavo in tutti i modi di pormi in difesa, doveva brillare quella candela, la luce doveva continuare a diffondersi nello spazio, ma il buio è così rapido ad arrivare, vero?

Nuvole di malinconia mi si incollarono creando la mia vestaglia, intuivo già che non sarei mai stata in grado di separarmene, come pittura su tela: o conservi o getti interamente, ma la memoria intinta nel passato non permette di alterare, dimenticare, ci sarà sempre una parte di me che rimarrà indietro con i cocci sparsi, anche se non si farà sentire continuerà a raccoglierli.

È inevitabile per una persona che non vuole abbandonare i propri fantasmi in fondo, di fronte un baratro dove si respira la profondità di un urto al cuore, fitte nelle tempie, brontolii di stomaco, vertigini di mancanze.

La vita insegna dicono, la verità è che nessuno insegna nulla mentre il fumo si eleva e sconvolge l'olfatto, la vista; mentre la terra frana sotto i piedi non c'è alcuna anima che spieghi come fare a non caderci dentro, hai solo un paio di maniche da rimboccare.

Ho capito ben presto che imparare fa male e che la cera che si scioglie son io con i miei sorrisi, a solcare un volto che non vedrò di nuovo; non perché non possa o non sia felice: si cambia, non si rimane uguali, non si può tornare indietro.

Si cammina a pezzi, ci si abbraccia le cicatrici, sono queste che insegnano e che sussurrano all'orecchio, mi hanno sempre detto: scegli come bruciare.

E se non lo sapessi? Mi torna in mente ora il fantasma che credevo di essere, se alzo la testa posso ancora incontrare il suo sguardo e ascoltare i suoi pensieri ridendoci su.

La vita insegna solo quando muore per un attimo, per farci creare una nuova candela da difendere.

La mia ora è un po' strana, ancora in via di costruzione, ma va bene così, si addice a me, a quella malinconia che respira al mio posto le volte in cui lascio andare e riposare il lato di me che cerca di rimanere in piedi, dinanzi il nero, a sorridere.

Le mie parole non saranno mai speciali, ma saranno mie, saranno ciò che di me scompare per essere altro.

La me di ieri già non son più io. La me di tanto tempo fa mi sorride allo specchio fiera che sia riuscita a vincere il nostro duello.

Ti lascio queste poche righe piuttosto banali, forse, comuni, intrise di battiti di ciglia.

Custodiscile per me, Nicla, un posto dove anche una candela accesa dal vapore può illuminare la notte.

Certo che la custodirò Sara, come si custodiscono le cose preziose, e questa di certo lo è. A renderla tale l'autenticità con la quale prende vita, ed il luogo nel quale trae origine, perché alcune frasi, certe emozioni sfuggono incontrollate solo all'incoscio e per puro caso, e fortuna aggiungerei io, prendono forma e si condividono, prima con noi stessi, poi con gli altri. Grazie SaraTramonte

Stars And MothsOnde histórias criam vida. Descubra agora