Four

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«Quindi tutti i pomeriggi li passerai con quella handicappata?»

«Non chiamarla così.»

Perrie sbuffò alzando gli occhi al cielo.

«E va bene. - Incrociò le braccia al petto aspettando le scuse del fidanzato, che non arrivarono. - Non capisco perché ti ostini tanto a difenderla? La preside ti sta letteralmente portando all'inferno con una malata e continui a rispondermi male e difenderla ogni volta che parlo di lei. Con me non lo fai mai!»

La sua voce squillante diede fastidio a Zayn che la guardò con una smorfia.

«Non ti difendo perché lo sai fare da sola, fin troppo.»

La ragazza rimase in silenzio, riflettendo sulla frase finché non arrivarono a casa dei Malik. L'autista scese dall'auto aprendo la portiera a Perrie che senza dire nulla uscì e si avviò da sola al cancello. Mary, una delle tre cameriere, spalancò subito la porta facendo passare la ragazza, dopo ciò alzò gli occhi al cielo infastidita. In quella casa Perrie piaceva solo ai genitori di Zayn, e tutti cercavano di farlo vedere il meno possibile. Dal canto suo, il ragazzo ringraziò tutt'e due come se ciò che avessero fatto non fosse il loro lavoro ma un aiuto amichevole. D'altronde, l'unico a essere gentile e simpatico con loro era Zayn; tanto che spesso sia Frank che Mary si chiedessero come fosse possibile che uno come quel ragazzo fosse figlio di due persone così fredde e rigide.

«Perrie! Tesoro mio.» - urlò la signora Malik.

Si avvicinò alla ragazza e si scambiarono appena un abbraccio. Si sorrisero dirigendosi verso la sala pranzo mentre Mary prese lo zaino della ragazza, lasciato sul mobile all'entrata.

«Perché è venuta anche oggi? Appena l'altro ieri sera era qui a cena.» - sussurrò la cameriera sembrando più stanca del solito.

Zayn sospirò prendendo lo zaino della sua fidanzata dalle mani dell'anziana.

«Mia madre ha proposto di andare dal parrucchiere insieme e così, una cosa tira l'altra e l'ha invitata anche a cena, di nuovo.»

«Quando ti opporrai a questa cosa figliolo? Pare che si debba sposare tua madre con lei per come la tratta.»

Il ragazzo si trattenne dal ridere salutandola prima di salire le scale verso camera sua. Quando tornò giù sua madre lo accolse applaudendo eccitata.

«Io e Perrie abbiamo deciso il luogo del ricevimento!»

Ma che bello.

Gigi aspettò qualche protesta da parte dei genitori, che però non arrivò. Al contrario sua madre sorrise.

«Finalmente quella stramba della preside mi ha ascoltato! Sarà pure giovane, ma qualche volta mi sorprende.»

La ragazza tossì per la sorpresa, poggiandosi la mano sul petto.

«Era una tua idea?!»

«Le avevo detto di trovare qualcuno che ti aiutasse nei compiti. Non ho specificato chi e non volevo nemmeno saperlo; chiedevo soltanto qualcuno più grande che potesse di pomeriggio aiutarti. - La madre lasciò la forchetta poggiandola accanto al piatto e guardò prima il marito come per cercare un consenso. - Sono stata licenziata.»

Gigi ebbe un altro colpo di tosse per la sorpresa. Fissò la madre sperando che fosse uno scherzo, ma il suo sguardo dispiaciuto non cambiò.

«Ormai quasi nessuno cerca più cuscini ricamati, e la concorrenza è molto grande... Oggi la signora Parkson ha dovuto licenziare metà dei dipendenti per poter far fronte alle spese.»

Dyslexia «zigi.Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz