1. IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO

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In mezzo alle desolate campagne di Leicester, nella periferia di Londra, invisibile ad occhio babbano, si ergeva cupo e massiccio un antico maniero. Davanti al portone d'ingresso si poteva scorgere uno stemma sbiadito, raffigurante un aquila con un fulmine tra gli artigli. Quello era l'emblema di una delle famiglie purosangue più note e più potenti del mondo magico: la famosa casata dei Black.

In quel paesaggio ottobrino, mentre un vento pungente e implacabile cominciava a privare gli alberi delle foglie, un losco figuro apparve vicino alla vecchia residenza.

L'individuo, il cui volto era nascosto da un cappuccio, rimase immobile a contemplare l'edificio per svariati minuti, mentre ricordi di giornate estive e di fughe tra le campagne riaffioravano vivide nella memoria.

Dopo aver osservato attentamente il castello ed aver respirato a pieni polmoni l'aria umida della sera, il nuovo arrivato si decise a bussare.

Un vecchio e ricurvo elfo domestico gli venne ad aprire e incontrato il suo sguardo si affrettò in un inchino e lo lasciò passare.

"Buongiorno Signore. Io non sapere del suo arrivo, ma io essere felice che lei stare bene" balbettò l'elfo intimorito.

"Sacker avvisa immediatamente il padrone del mio arrivo!" ordinò il nuovo venuto.

"Subito Signore" rispose il vetusto servo, sparendo velocemente dietro una delle tante porte.

Rimasto solo, al centro del grande ingresso, l'ospite lasciò ricadere il cappuccio del mantello sulle spalle, mostrando una testa completamente rasata.

I setosi e lunghi capelli biondi che l'avevano sempre contraddistinto, erano spariti, com'era scomparso l'aspetto bambinesco del viso, ora segnato dal tormento e da un sottilissimo strato di barba.

"Figlio mio, sei vivo" proruppe la voce tonante di suo padre, che elegante come tutti i Malfoy scendeva pigramente da una grande scalinata.

"Padre, sono vivo e sono tornato per restare, se deciderai di perdonarmi" proferì Draco Lucius Malfoy, chinando il capo in segno di rispetto di fronte a Malfoy senior.

Il padre per tutta risposta si avvicinò a lui e dopo averlo abbracciato, lo baciò, come Giuda fece con Gesù nel campo dei Getsemani.

Il ragazzo a quel tocco freddo e impersonale serrò le mascelle e irrigidì tutti i muscoli.

Il primo bacio di suo padre. Quante volte da bambino aveva desiderato essere abbracciato e coccolato da quell'uomo, che aveva tempo per gli affari, per la vita mondana, ma non per il sangue del suo sangue.

Cercando di contenere la nausea, Draco si staccò lentamente dalla stretta e guardandolo dritto negli occhi, riprese la commedia dicendo: "Padre desidero riconquistare la tua fiducia e il rispetto del Lord Oscuro. Non voglio più fuggire o nascondermi. Ora che mia madre e Severus sono morti, solo tu puoi aiutarmi a riabilitare il mio nome di fronte al nostro Signore e a tutti i mangiamorte" spiegò serio il giovane.

"Figlio mio, le tue parole mi rendono fiero e orgoglioso di te. Ero sicuro della tua lealtà verso la causa e contavo sul tuo ritorno. Dopo la tua fuga e il tradimento di tua madre, Lord Voldemort era molto adirato con la nostra famiglia, ma io sono riuscito ugualmente a riconquistare parte della sua stima.

Entro Natale ho garantito che Harry Potter gli verrà servito su un piatto d'argento e questo gradito regalo lo consegneremo insieme.

Solo aiutandomi in questa impresa potrai rientrare nella schiera dei suoi servi più fedeli. Draco entro breve io e te riusciremo ad ottenere il posto che spetta di diritto ai Malfoy, il comando dei mangiamorte" spiegò Lucius galvanizzato.

"Padre avrai tutto il mio appoggio! Hai già un piano per riuscire a catturare lo sfregiato? Anche se non c'è più Silente a proteggerlo, Potter sarà comunque guardato a vista e difeso dagli auror dell'Ordine. Non sarà così semplice arrivare a lui" ragionò l'erede di casa Malfoy.

Con un ghigno diabolico suo padre disse: "Noi non dovremmo arrivare a lui, perché sarà lui a venire dritto, dritto da noi. Quello stupido ragazzino, come suo padre, ha sempre creduto in valori inutili come l'amore, la giustizia, l'amicizia e sarà proprio a causa dei suoi buoni sentimenti che cadrà nelle nostre mani"

"Non capisco" si limitò a commentare il ragazzo.

"Vieni con me figliolo, ti mostrerò il mio asso nella manica" affermò sogghignando Lucius.

Padre e figlio, percorsi un paio di lunghi corridoi, cominciarono a scendere per una scala a chiocciola buia e umida.

Draco sapeva che quei ripidi scalini portavano ai sotterranei del castello, dove gli avi di sua madre, amavano torturare i nemici.

Da bambino, quando, quell'alienata di nonna Black, voleva spaventarlo, lo portava laggiù, per mostragli il luogo dove finivano i ragazzini che non si comportavano degnamente.

Arrivati di fronte ad una porta in ferro battuto, Lucius, con un veloce movimento di bacchetta, l'aprì, lasciando a Draco la visione che si aspettava, ma che, in fondo, non avrebbe mai voluto vedere.

Accasciata in un angolo, priva di sensi, con i vestiti logori e sporchi, si trovava Hermione Granger.

La giovane mezzosangue aveva le braccia e le gambe ricoperte da ustioni e lividi ed anche il viso scheletrico era graffiato e sporco di sangue.

"Figliolo, ecco la nostra esca. Quando faremo sapere a Potter dove si trova la sua cara amica, lui non perderà tempo per venire a liberarla e noi lo cattureremo" spiegò l'affascinante quarantenne.

"Padre siete sicuro che la mezzosangue non può fuggire? Per quanto sia sangue sporco, la Granger è una strega abile e molto scaltra" ragionò Draco.

"Dopo tutti i cruciatus che le ho inferto, negli ultimi due mesi, questa stupida sgualdrina non riuscirà a rialzarsi in piedi tanto facilmente" si stimò Lucius.

"E qual è il piano per attirare Potter, qui da solo, senza quelli dell'Ordine?" domandò Draco, mascherando una certa apprensione.

"Figliolo, avremo tempo per parlare di trappole e piani più avanti, questa sera voglio solo festeggiare il tuo ritorno e la tua redenzione. Dirò ai servi di preparare una grande cena, perché la gioia di riaverti con me è grande" commentò un Lucius soddisfatto.

Quando i due si richiusero quella enorme porta alle spalle, due occhi nocciola pieni di rabbia e odio si schiusero.

NIENTE E' PERDUTOWhere stories live. Discover now