Fobofobia

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Incubi… chi non ne ha mai avuti?

Sono un ragazzo di 20 anni che vive in Italia. Era frequente che facessi incubi, mi capitava spesso, ero sempre un po’ fissato con il paranormale, quindi l’autosuggestione la sera era per me sia l’adrenalina che tanto ricercavo, che terrore puro allo stesso tempo.

Una notte, però, mi capitò una cosa piuttosto strana. Frequentemente sognavo persone che conoscevo, molto spesso i miei amici o coetanei con cui passavo la maggior parte della giornata. Insomma, ciò che ricordo del sogno è più o meno questo: mi trovavo in una specie di cella, completamente fatta in cemento, con una piccola finestrella da cui faceva capolino una flebile luce, che però permetteva di riconoscere l’ambiente. Il pavimento era di legno, rovinato, ricoperto da paglia ovunque. In quel momento, mi resi conto che non era un sogno qualunque e la cosa peggiorò quando mi accorsi che seduti appoggiati alle pareti trovai due dei miei amici, che mi dissero soltanto queste parole: "Ehi, anche tu qui?”.

In quel momento, l’incubo raggiunse il suo apice. Dalla finestrella comparve, sul bordo di essa, una piccola bambola (se cosi si può definire), di svariati colori.

Era come fatta di piccoli pezzi, tenuti assieme da ciò che sembrava filo di ferro arrugginito. Era rotta, le mancava un piede, e l’altro sembrava fatto di ossa di qualche piccolo animale. Arrancando, si tirò in piedi, e gemette delle parole: “Se volete sopravvivere in questo posto, non dovete pensare assolutamente alle vostre paure. Il solo pensiero di esse, le trasformerà in realtà, aggravandole in modo che nemmeno possiate immaginare”.

Cos’erano queste istruzioni? Un macabro gioco o un modo per aiutarci? Dove eravamo? Perché ci trovavamo lì? Erano tutte domande inevitabili da porsi.

Purtroppo, l’attesa fece sopraggiungere il terrore; e un essere umano, dopo aver ricevuto queste indicazioni, inevitabilmente finirà a pensare alla sua paura. Uno prima e l’altro dopo, i miei compagni di prigionia finirono per soccombere alle loro paure più recondite.

Il primo pensò alla sua paura degli spazi chiusi. Una botola si aprì nel pavimento e lui venne trascinato giù, sentimmo urlare e piangere per qualche minuto, poi niente… solo silenzio e una sensazione di vuoto.

L’altro mio amico aveva sempre avuto una paura per le torture e il sadismo. Non so dirvi quanto dopo, ero troppo spaventato per rendermene conto, lui si appoggiò al muro piangente e questo si aprì. Ciò che vide fu raccapricciante: il cemento e i mattoni all’interno della parete assumevano le sembianze di una Vergine di Ferro. Buio, urla, il muro ritornò come prima e nient’altro rimase... ero solo.

A quel punto mi chiesi solo una cosa: sì, ma io di cosa ho paura?

Lo shock del sogno, evidentemente, mi fece svegliare di soprassalto. Tutto era normale, camera mia, il mio letto, la fastidiosa luce che entrava dalla finestra.

Nulla, mi destai, andai in cucina a fare colazione e mi misi a riflettere. Tutto era confuso, ricordavo all’incirca solo il 30% del mio incubo. Passò del tempo, arrivò l’ora di pranzo e mi misi a pensare a quella domanda, che continuava a balenarmi in testa da ore... Io di cosa ho paura?

In quel momento, il ricordo arrivò in pieno, il terrore sopraggiunse. Io avevo paura di avere paura, avevo paura di pensarci, avevo il terrore di quella bambola.

Non mi ero svegliato. Ero ancora in quella stanza e, appena mi resi conto di avere pensato alla mia paura, rividi quell’essere. E poi tutto fu buio.

Mi svegliai urlando, vidi i miei genitori giungere in camera e, preoccupati, chiedermi cosa fosse successo.

Ero sveglio stavolta, avevo avuto un sogno dentro un sogno. Tutto questo era stato dannatamente spaventoso.

Mi preparai, pronto per andare a scuola, e tutta la giornata fu serena come al solito.

Al mio ritorno a casa, una cosa mi fece accapponare la pelle: sulla finestra di camera mia vidi una cosa, la bambola, che sedeva sul davanzale di camera mia. Immobile, taciturna, inquietante come ricordavo. Stavo ancora sognando? O forse ero sveglio? Ebbi un’idea: provai a scrivere sul blog che di solito frequento la mia esperienza prima di dimenticarmene. Chissà se stavo ancora sognando. In tal caso, controllare tempo dopo sul blog e non trovare nulla avrebbe confermato che stavo ancora dormendo e che era solo un altro incubo ricorsivo.

Questa è la testimonianza che il ragazzo rilasciò su un blog del paranormale nel pomeriggio della giornata. Non ci è concesso purtroppo saperne la data, sono stati eliminati tutti i file dal blog e sono diventati tutti documenti riservati. L’unica informazione trapelata è che, il ragazzo, venne dichiarato scomparso il giorno dopo. L’ultima notizia che si ha di lui è solo questa testimonianza. Se conosceste altri dettagli di questa storia, per favore, rivolgetevi alle autorità competenti.

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