1- Alice

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Spazio autrice:
Ecco qui il nuovo Capitolo 1 di Harding Hill Sanatorium! È stato un periodo pieno di impegni (oggi ho appena dato il primo esame della sessione e sono felice di essermi tolta questo fardello). Il terzo anno accademico è asfissiante, ma cerco anche di ritagliare del tempo per Wattpad, quando posso.

Il capitolo non è revisionato come dovrebbe, potrebbero essere presenti errori lievi o qualche ripetizione. Tuttavia, ho deciso di pubblicare senza l'accurata (e angosciante) revisione che facevo prima per ogni capitolo, decidendo di farla solo a fine storia, come poi fanno anche i grandi. Harding Hill Sanatorium è un progetto che, per quanto mi piaccia, è già pesante da scrivere sotto certi aspetti e mi sono resa conto che se mi mettessi nuovamente a scansionare parola per parola per trovare le ripetizioni, ne uscirei matta. A quel punto è me che devono rinchiudere davvero xD.

Quindi, godetevi la storia (o subitevi i miei ritardi clamorosi xD).💕

Eleonor M. Duse🔪🌹

Harding Hill Sanatorium, contea di Dutchess (New York)

Mercoledì, 13 Ottobre 1920, Mattina

Attraverso il prato con passo deciso, avvolta nella mantellina verde della divisa che dona un lieve calore. Inspiro avidamente: l'aria è pulita, nonostante si percepisca una fastidiosa umidità. Non c'è nemmeno una nuvola a interrompere il limpido chiarore del cielo, che si riflette nei vetri puliti delle alte finestre degli edifici. Sollevo la cartellina per coprirmi dal sole che colpisce i miei occhi abituati all'oscurità.

La strada è stata recentemente pavimentata; permette di camminare tra l'erba curata con facilità e rende la passeggiata più piacevole. C'è sempre una distinta quiete qui all'Harding Hill; almeno all'esterno dei padiglioni, si intende. Ho deciso di percorrere la strada più lunga oggi, è una giornata troppo bella per respirare l'aria viziata dei tunnel sotterranei.

Il sole irradia le pianure verdeggianti che si stagliano con prepotenza contro i mattoni rossi degli edifici, emanando un piacevole torpore in contrasto con l'aria frizzante della mattina. Abbasso la cartellina mentre la luce viene sostituita dalle fresche ombre dei pioppi; si estendono per i tutti i 900 acri, sparsi qua e là. Il vento gelido circonda le mie spalle come un fantasma silenzioso. Strofino le mani lungo le braccia intirizzite per il freddo, affrettando il passo.

Sono sollevata quando scorgo la piccola villa a due piani del dottor Cotton, il direttore dell'ospedale. Con l'avvicinarsi della casa, gli alberi diminuiscono e il sole caldo torna a lambire il mio corpo. Ma succede per poco, perché il sentiero si biforca e gli ampi cipressi invadono di nuovo la strada: a destra c'è il cimitero e dal lato opposto scorgo una parte dell'edificio del personale femminile. Le fronde degli alberi alternano ancora il calore del sole con la fitta ombra, creando curiosi giochi di luce sulla gonna bianca. Abbasso lo sguardo; la sera precedente ha piovuto molto e il sentiero che attraversa il cimitero non è stato ancora sistemato. Le scarpe sono sporche di terra, l'infermiera Jones non ne sarà felice.

Vi è un arco in ferro all'entrata del cimitero e reca la scritta 'cancello del paradiso'. Mi domando se sia davvero così. Sfioro la fredda pietra delle lapidi, lo sguardo corre in direzione delle tombe; sono sempre gli stessi i nomi che attirano la mia attenzione, anche se potrei elencare tutti quelli che compaiono nel perimetro.

Mary Blakely,

Charles Gager,

Doris Gray.

In qualche modo, sembrano chiamarmi; ripeterli nella mente non fa altro che accrescere il desiderio di far loro visita. C'è una pace coinvolgente, soprattutto la mattina; quando il giardiniere non ha ancora cominciato il suo turno e il fruscio delle foglie culla i pensieri. Ma questa volta non ho intenzione di fermarmi, è già abbastanza tardi. Il campo è contornato da una recinsione di larghi mattoni in pietra grigia, che mi guida sino all'edificio amministrativo in lontananza.

Harding Hill SanatoriumWhere stories live. Discover now