L'adozione

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N.B.: Questo capitolo è un piccolo estratto del libro "Le avventure di Norvy, il gatto immaginario di Luca e Chiara", scritto da Kiria EternaLove e pubblicato dalla casa editrice Kimerik. 

«Allora, siamo proprio sicuri?» domandò Luca, un po' titubante. «Ce la faremo a occuparci di lui come si deve?»

«Ma certo!» rispose Chiara, stringendo fra le braccia un micetto con gli occhi gialli e il pelo grigio. «E poi come si può non amare un musetto così?»

Luca tirò fuori il libretto degli assegni per pagare l'allevatore, ma questi, con un gesto fulmineo della mano, lo fermò.

«No, no!» disse, nervoso. «Questo gattino ve lo regalo!»

«Come sarebbe a dire?» domandò Chiara, perplessa. «Un Norvegese delle Foreste con pedigree costa parecchio!»

«Sì, ma...» balbettò l'allevatore, visibilmente a disagio. «Questo... questo cucciolo è... particolare. Voglio dire, siete le uniche persone che non ha ancora cercato di... diciamo che... siete gli unici che sopporta, quindi è un bene per lui e per me che voi lo adottiate! Non dimenticate di mandarmi qualche sua foto via email ogni tanto, ma non vi scomodate a venir fin qui! Ecco il libretto delle vaccinazioni, il suo orso di peluche e tutti i documenti. Addio!»

Luca, Chiara e il gattino si ritrovarono in un attimo fuori dall'allevamento.

«Che cosa pensi che intendesse dire quel tipo?» domandò Luca.

«Davvero questo micio è così cattivo con tutti?» disse Chiara, accarezzando il cucciolo sulla testa. «Mah... a me sembra così dolce! Portiamolo a casa e vediamo come si comporta. Forse l'allevatore ha un po' esagerato. Hai già pensato a come chiamarlo?»

«Ha già un nome, aspetta che guardo sul suo certificato di nascita... ehm... troppo lungo. Dobbiamo trovargli un diminutivo. Essendo un Norvegese... potremmo chiamarlo Norvy!» esclamò Luca, tutto contento.

«Suona bene! Ti piace il tuo soprannome, Norvy? Adesso vieni a casa con noi!» disse Chiara rivolta al micetto, che rispose facendo le fusa.

Una volta giunti a casa, Luca aprì il trasportino e invitò il piccolo a uscire.«Guarda Norvy, quella è la lettiera, là c'è la tua ciotola e lì il tuo lettino! Ti abbiamo preso anche dei giocattoli!»

«Giocattoli? Dove sono?» rispose una voce acuta e stridula, simile a quella dei topolini di Cenerentola nel film di Walt Disney.

«Sono in camera nostra. Li abbiamo comprati insieme, non ricordi?» disse Luca rivolto a Chiara.

«Sì, ovvio che mi ricordo, ma perché hai fatto quella voce strana?» chiese Chiara.«Io? Ma non sei stata tu?»

«Oh, umani, smettetela di discutere per queste sciocchezze!»
La voce proveniva dal gattino. «E non fate quelle facce stupite! Cosa credete, che io sia uno sciocco? Ho trascorso tre mesi nella casa di quello stupido allevatore, con sua moglie e i suoi figli; ho sentito tante voci ripetermi sempre le stesse cose, così ho imparato a parlare anche io. Onestamente, la vostra lingua è veramente brutta. Avete troppe parole!».

Luca e Chiara si guardarono attoniti. Che cosa stava succedendo, esattamente?

«E mettiamo subito le cose in chiaro» aggiunse il micio, con cipiglio deciso. «Io voglio essere trattato come un vostro pari. Non dormo, non mangio e non faccio i miei bisogni per terra. Voglio un letto, voglio un posto a tavola con voi e voglio usare il bagno. È frustrante riempirsi sempre le zampe di sabbia sporca! Ah, un'altra cosa: non pensiate che io mangi quelle porcherie che danno di solito ai gatti! Voglio essere nutrito con lasagne, tortellini al ragù, pesce grigliato e polpette! E poi voglio un computer! E le chiavi di casa! Voi potete uscire quando volete, voglio poterlo fare anche io!»

«Ascolta, micio...» interruppe Chiara, cercando ancora di riprendersi dallo shock.

«Norvy! Chiamatemi Norvy!» interruppe il gatto. «Come nome fa schifo, ma per il momento è meglio di "micio", "gatto" o qualunque altro odioso appellativo vi venga in mente!»

«D'accordo, Norvy. Io ho dovuto aspettare dieci anni per il primo computer e quattordici per avere le chiavi di casa. Tu hai solo tre mesi, non credi di stare un po' esagerando con le richieste?»

«Beh... Forse sì, ma...» rispose Norvy, in leggero imbarazzo.

«Inoltre devo darti una pessima notizia: io sono vegetariana, perciò devi sperare che Luca decida di cucinarti qualcosa».

«Che vuol dire "vegetariana"?» domandò Norvy.

«Significa che non mangia né carne né pesce» rispose Luca.

«Oh, che schifo! Che vergogna! Che depravazione! Che ribrezzo!» esclamò Norvy, disgustato.

«Un'altra parola e non ti rivelerò mai la password del Wi-Fi!» sentenziò Chiara, in tono minaccioso.

«Ok, ok...» disse Norvy abbassando le orecchie. «Adesso però mi è venuto sonno, tutti questi chiacchiericci inutili mi hanno stancato. Dov'è che dormite, voi due?»

«Eh no, piccolo, non dormirai con noi!» disse Luca. «Ti compreremo un lettino tutto per te! Per il momento puoi dormire sul divano».

«E se lo graffio un po', che succede?»

«Succede che dovrai mangiare vegetariano per una settimana!» rispose Chiara.

«Onta e disonore! Un gatto che mangia verdure?! E va bene, terrò a posto gli artigli, per oggi».

Norvy si raggomitolò sul divano e si addormentò di colpo.

«Che dici, lo riportiamo dall'allevatore?» domandò Chiara, aggrottando le sopracciglia.

«Ma no!» rispose Luca, sorridendo. «Comunque scongelerò delle lasagne».
«Per te o per lui?»

«Per entrambi, ovviamente».

Le avventure di Norvy (ANTEPRIMA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora