#6 Sopravvissuti

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[14.06.2013 – 12:23]

«Ora silenzio, per favore. Zitti!», ammonì il vecchio.

"....cora nessuna notizia sul volo Alitalia AZ8411..."

«Parlano ancora dell'aereo scomparso», sputò. «Ma dico io: a chi può fregare di un solo aereo, se il mondo intero...»

«Forse ti sbagli, Romeo. Forse, non è in tutto il mondo», rispose la moglie.

«Marisa!», gridò lui, lanciandole un'occhiata carica di veleno.

Dopodiché, tornò a bacchettare la piccola radio con la mano.

Il supermercato era un disastro: tutto il contenuto degli scaffali era volato sul soffitto (il loro attuale pavimento), rendendo assai difficile anche il più piccolo spostamento. Fermi all'ingresso, in quel momento c'erano loro cinque: Giò, Capelli, Martinelli e la coppia di anziani. L'altra donna era nell'ufficio del direttore, assieme al ragazzino.

«Niente», si arrese infine il vecchio. «Questa qui ha smesso di vivere. Prima funzionava, poi ha cominciato a fare così. Proprio come i cellulari».

«Per favore, stia attento se va da quella parte!», gridò Capelli. Teneva il braccio alzato come un vigile, in direzione di Martinelli.

«Ehi, volevo solo prendere una Pepsi dal frigorifero.»

«Faccia come dice», disse il vecchio, senza scomodarsi. «C'è una voragine grossa come un furgone, vicino al banco della carne».

«Cos'è successo?», volle sapere Giò.

«L'affettatrice», rispose il direttore. «Troppo pesante. Ribaltandosi, ha sfondato tutto. Si è portata dietro anche...»

Giò guardò il vecchio, ma anche questi abbassò la testa. Decise di non voler più sapere cosa, o chi, l'affettatrice avesse portato a fare un giro.

«Tenete: un po' di liquidi», disse una voce.

Si girarono tutti. La donna aveva lunghi capelli castani e indossava un'elegante gonna corta, sormontata da una camicetta bianca aderente. Aveva in mano alcune bottigliette di Gatorade e Martinelli fu il primo a servirsene.

«Come sta il ragazzino?», chiese Marisa.

«Va meglio, grazie», sorrise lei. «Non corre alcun pericolo, ma credo si sia spezzato una gamba». Si asciugò la fronte con una manica della camicia. Giò notò che l'altra era stata strappata via. «L'ho usata per fasciarlo», aggiunse lei, guardandolo negli occhi. «Per tenerla rigida». A Giò, quella donna piaceva.

«Dunque, ricapitoliamo», attaccò Martinelli, non appena ebbe deglutito. «Sappiamo solo che in un momento imprecisato tra le dieci e le undici di questa mattina...»

«Erano le dieci e trentaquattro», precisò Capelli. «Lo so bene, perché mi sono ritrovato l'orologio a muro a pochi centimetri dalla faccia, quando è successo».

«E sia», riprese Martinelli. «Dalle dieci e trentaquattro in punto di questa mattina, il mondo è sottosopra. Come se la gravità, dopo che per miliardi di anni di ottima condotta, avesse deciso di... invertirsi. In più, ogni forma di comunicazione è perduta».

«Non possiamo essere sicuri che sia successo in tutto il mondo», lo corresse la vecchia.

«Marisa, smettila! Certo che è così: perché mai dovrebbe essere soltanto qui?!»

«Mi spiace, ma sua moglie ha ragione», tagliò secco Giò. «Non dobbiamo trarre conclusioni affrettate: sappiamo solo quello che succede qui, dato che è ciò che vediamo».

A giudicare dall'occhiata che gli tirò quello, Giò concluse di essersi appena fatto un nuovo nemico. Sorry, vecchio mio, ma ti dirò anche che alle dieci e trentaquattro in punto di questa mattina, navigavo ancora nel mare degli sbronzi.

Poi, l'occhio gli cadde su un oggetto a terra, nascosto parzialmente da alcuni scatoloni.

«Direttore, quello è...»

«Già, è in regalo con una spesa superiore ai cinquanta euro», rispose Capelli, chinandosi a terra per raccoglierlo. «Ma solo per questa settimana».

La giornata era splendida. Il sole, dal basso, sparava i suoi raggi su un paesaggio che sembrava martoriato dalle bombe di un attacco aereo. Con l'unica differenza che dopo l'attacco, qualcuno l'aveva anche rivoltato come un guanto in lattice. Pochi tetti avevano resistito: erano stati i primi, a cedere sotto il loro stesso peso. Senza di quelli, le case apparivano come pance squarciate.

Un uccello prese a cinguettare allegramente e Giò rimise il binocolo nelle mani del direttore.

«Li ha visti?», chiese Capelli.

«Sì. Sono lontani, ma non ho dubbi: esercito. E i rotori degli elicotteri...»

«Puntano verso il basso.»

«Già.»

[immagine: foto elicottero]

Capelli lo guardò negli occhi.

«La vecchia ha ragione: succede soltanto qui.»

«Così pare», annuì Giò.

«Devo chiederle una cosa.»

Giò credeva di conoscere già, la sua domanda.

«Non so cosa ho visto là sotto, prima», gli rispose. «Non sono neanche sicuro d'averlo visto per davvero. Ma se era vero, le assicuro che non era niente di buono».

«Dal verso che ha fatto sembrava... sembrava una specie di animale.»

«Oh, non mi preoccuperei così tanto di quello», disse una terza voce.

Proveniva dal basso, ma Giò l'aveva già sentita: saccente, boriosa. Profetica, nell'accezione peggiore.

«Mi preoccuperei di più, badate bene», continuò quello, «del suo padrone. Di lui sì, che mi preoccuperei».

Inversione [ DA REVISIONARE ]Where stories live. Discover now