장 네

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Quando è vero amore, anche il più banale dei sospetti incute paura; e se la paura cresce l’amore lo segue avvampando impetuosamente.
E qualsiasi angoscia che adesso sembra mortale, in confronto al perderti, non sembrerà uguale.
-William Shakespeare

Osservavo il cielo, non facendo  altro che guardare le stelle così belle che avrebbero potuto rubare la scena alla città trasformatasi con l'oscurità della notte. Sai adoro quando tutto si spegne, da qui si può vedere quasi tutta Seul e penso non ci sia niente di più bello. Curioso noto ogni giorno gente nuova passare attraverso il vicolo sotto di me, attento cerco di notare qualsiasi loro particolare nonostante la mia vista giochi brutti scherzi a volte. Sono le 4 del mattino ma sono qui, a scrivere, non so il perchè, non so per quale motivo io abbia il bisogno di buttare giù con il poco inchiostro nero che rimane quello che vedo con i miei piccoli occhi. Sono passati due giorni da quando non ti ho più rivisto al combini, so che non dovrei essere preoccupato per uno sconosciuto ma forse tutto questo esprimermi su un ridicolo foglio bianco mi aiuta a persuadere la mia mente troppo occupata. Tutte le notti, spero di rivederti, anche solo per un attimo perché è proprio quello di cui necessito, di cui il mio corpo necessita ma di cui pultroppo non mi è concesso adesso. I miei occhi fin troppo svegli giuzzanovano di qua e di la ogni volta che quelle dannate porte a scatto si aprivano, sai quanto sono rumorose no?.
Avrei voluto dirti che quel colore di capelli mi piaceva, forse mi piaceva anche il tuo viso, perennemente infelice, mi piaceva il tuo modo in cui sceglievi le bibite nel piccolo frigo vicino alla cassa, le osservavi attentamente come se per te avrebbe fatto la differenza prendere un concentrato da una spremuta, ripiegando poi sempre sul solito succo all'uva accompagnato dal monotono hamburger riscaldato. Amavo il modo in cui le tue ciocche sudate ti cadevano davanti agli occhi, appiccicate alla fronte. Avrei tanto voluto spostartele dolcemente come avrebbe fatto una madre augurando la buona notte al figlio, stanco dopo una lunga giornata passata fuori casa. Odio il mio finto essere indifferente davanti alla tua figura, senza controllo, senza pensiero, smorzata dal troppo alcol di tutte quelle sere peccaminose. Pagavi e afferravi la busta scadente che ti porgevo in quel poco spazio disponibile di cui la cassa necessitava, te ne andavi velocemente senza scorgere il mio sguardo curioso che necessitava quella piccola frase mai pronunciata. Ho uno strano senso di colpa che mi grava addosso, avrei dovuto fermarti forse una sera di quelle in cui il negozio era completamente deserto, avrei potuto lasciarti il mio numero di cellulare su un foglietto proprio come ci mostrano i film in tv. Non l'ho feci.
Un giorno rimanesti a fissarmi  dietro il vetro ma io cercai di ignorarti il più possibile, stupidamente però mi girai ed incrociai il tuo sguardo, perso nel mio, per qualche manciata di minuti il mondo intorno a me scomparve facendomi sentire speciale. Io ero tutto tuo, ed era così bello avere la tua attenzione solo per me e scusa se questi ricordi mi ronzano nella mente a quest'ora ma non riesco a farne a meno. La luna illumina le coperte e immagino come la luce tiepida possa accarezzarti il viso olivastro mentre il tuo corpo giace addormentato sul letto della tua piccola camera, sarei capace di osservarti dormire per tutta la notte e la mattina ti lascerei il bacio del buon giorno sentendo il profumo delle lenzuola appena pulite. Voglio rivederti come la protagonista dei drama vuole rivedere il ragazzo che ama uscire dal treno dopo essere tornato dal servizio militare. Non credo che tu possa leggere mai questo mio lungo pensiero da me offertoti in una notte estiva ma spero tu stia bene dopo quello che è successo quell'ultima sera, sei sparito subito dopo il richiamo del tuo amico. Ti sono venuto a cercare, non c'eri e il vicolo era completamente deserto, cercavo di immaginarti al sicuro, lontano da quella pericolosa macchina in fiamme che da un momento all'altro sarebbe esplosa. E così accadde. Da li in poi non ricordo più nulla, vedo sagome confuse che mi aiutano a rialzarmi ma senza avere successo. Dopo qualche secondo mi abbandonai silenzioso al buio che mi avrebbe inghiottito subito dopo accompagnato da un odioso fischio che perforava le mie orecchie fin troppo sensibili in quel momento. Scusa per non averti fermato quella sera, per non averti tenuto al sicuro vicino a me, accucciati dietro gli scaffali in attesa dei vigili del fuoco che avrebbero annunciato la fine di quella notte infinitamente confusa.
E adesso ti scrivo dal lettino nella stanza 25 dell'ospedale di Seul attendendo buone notizie sul mio conto, spero presto di uscire e poter rivedere tutto quello che adesso non mi è più concesso. In questo momento il sonno mi sta avvertendo che tra poco passerà a prendermi lasciandomi di te solo aspri ricordi confusi.
Buona notte al mio piccolo ragazzo del combini, con amore, Min Yoongi.

The combini's boyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora