Capitolo 17

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                       Giada's pov
Sentirsi male per una cosa così grande... Non dovrebbe nemmeno esistere... dovrei già essere morta, ma si vede che il grande Odino -premetto che credo negli dei-, non abbia ancora avuto voglia di mettere fine a questa tortura...

Ma si sa, ogni cosa che dura è destinata a finire.

Ho pensato tante volte a come potesse essere la mia vita senza questa malattia... Questa specie di parassita che si annida dentro me. Vorrei fermarla, ma non posso.

Vorrei capire più a fondo cos'ho, ma non posso.

Vorrei poter sapere cosa si prova ad essere una ragazza senza problemi, ma non posso.

E, da quello che mi racconta Michelle, tutti abbiamo dei difetti, e questo è il mio.

Già a quattro anni hanno scoperto che dentro me stava crescendo questa malattia, ereditata da mia madre precedentemente alla mia nascita, defunta, e non ho potuto fare a meno di piangere. Tutto il giorno.

Pepper mi aveva detto che stavo bene, che era solo un piccolo raffreddore. Ma sapevo bene, all'età di dodici anni, che era molto di più che un po' di febbre e qualche starnuto.

Consultai Bruce Banner, il collega di papà, mi disse che non mi sarei dovuto preoccupare. Ma, oramai,  avevo bisogno di un'altra frase di sostegno che non fosse "Andrà tutto bene, non preoccuparti!". Tutti a dire la stessa frase, ogni santo giorni di quella maledetta tortura, sempre la stessa frase, se andavo dormire preoccupata dicevano "Andrà tutto bene, non preoccuparti...", ma il brutto, è che lo dicevano con aria assente; come se sarei morta di lì a poco.

Ma non era così.

Mi curarono, esportano la malattia al difuori del mio corpo.

E stop.

Ero diventata normale...

Fino a ieri, quando papà mi ha detto che avevano capito di non aver tolto tutta la macchia nera che ricopriva la mia pelle interna e che quella, con gli anni, si era rinforzata.

Ora, voi vi starete chiedendo:  "Ma cosa avrà mai di così grave?". Il bello, è che neanche io lo so. Non so cosa ospita il mio corpo da un'intera vita.

È questo il punto.

Un inevitabile punto di arrivo, la morte.

Raccolgo la mia roba,andrò a studiare da Peter, poi ha detto che vuole che io ceni da lui.

Sono così felice di avere il mio ragazzo che mi sostiene in questo periodo di merda.

Metto l'intimo nero, quello che piace a Peter, una maglietta e dei jeans skinny neri. Prendo lo zaino in spalla e mi avvio verso il suo appartamento.

Il vento mi sferza il viso, ma è così piacevole, le mani nelle tasche e musica a tutto volume.

Salgo le scale di fretta, busso e sento il chiavistello sollevarsi. La porta si apre facendo scorgere a poco a poco la zia May.

<<Salve signora Parker!>>, mi invita ad entrare e fa cenno verso la camera di Peter, <<Il tuo sedicenne arrapa-... preferito è rintanato là dentro da più di un'ora. Fallo uscire quando è pronta la cena!>> annuisco portandomi una mano alla faccia.

Busso alla camera di Peter, abbasso la maniglia ed entro, appena la richiudo Peter si gira di scatto, è in mutande sul letto con un martello da chiodi sulle mani e lancia urli di battaglia.

Scoppio a ridere mentre lui si infila gli indumenti e posa il martello nella tasca posteriore dei pantaloni.

<<Ma guarda -tira fuori il martello- che ci farà mai un martello nella mia tasca?>> sorride imbarazzato mentre io mi asciugo le lacrime dal troppo ridere, si fa avanti fingendosi offeso, mette una mano sul cuore e indignato protesta, <<Signorina Stark, vedo che il suo eroe in mutande le è piaciuto, alquanto...>>, <<Oh, certamente signorino Parker. Vedo che la sua fidanzata con la maglietta scollata le fa un effetto piacevole per lei... ma spiacevole per sé stesso... vero Peter?>> Indico il suo membro alzato un po' di troppo.

<<Mi hai beccato...>>, annuisco pesantemente, <<Comunque tua zia ha detto di uscire per la cena>> sbuffa spazientito. Posa il martello sulla scrivania ed esce dalla camera lasciandomi sola a braccia aperte.

La porta, però, poco dopo, si riapre. Mi prende braccio e ride di gusto, <<C'ho messo un po' a realizzare!!>>.

Dopo aver studiato abbastanza poco, usciamo dalla camera di Peter. Ci sediamo a tavolino, lui a capo tavola, mentre la zia ed io, ai suoi lati.

Le nostre mani si sfiorano sul tavolo, zia May si pulisce la bocca con il tovagliolo e incrocia le mani sotto il mento, <<So che voi due avete fatto sesso!>>, Peter sputa l'acqua sulla tovaglia a fiori.

<<E tu come lo sai? Chi te lo ha detto?>>, sono preoccupata quanto lui, forse di più.

<<Me l'ha detto la madre di Giada. Siamo molto amiche da quando sappiamo che avete ballato insieme alla festa di Lip... Diz... ah ecco... Liz!>>, mi sforzo di trattenere le risate.

Okay... calma e sangue freddo!! 

<<Hum... Zia, credo che Giada non volgia sentire queste cose a tavola... Non trovi?>>, May scuote la testa, <<Hai ragione. Vi lascio soli>> butta i piatti nel lavandino e si va a sedere in salotto dopo che ha chiuso la porta della cucina.

Un silenzio imbarazzante cala tra noi.

La tensione si fa sentire finché lui sferza il silenzio, <<Allora?>>. Decido di prenderlo un po' per il culo dicendo <<Trenta minuti!!>>.

Rimane serio.

<<Era una roba davvero squallida...>>.

Aggrotto lo fronte, un ciniglia si forma tra le mie sopracciglia.

<<Allora facciamo i seri sinor Parker!>>, mi guarda triste, <<M-ma... Io scherzavo...>>. Alzo la testa in modo altezzoso, <<Dovevi dirlo prima!>>.

Mi alzo dalla sedia e mi metto dietro quella di Peter. Gli metto le mani sulle spalle e inzio a massaggiare, si scioglie, un brivido lungo tutta la sua schiena gli provoca la pelle d'oca.

Mi sporgo al suo orecchio e gli mordo il lobo, <<Scuse accettate>>, mugola facendomi capire che ha sbagliato.

Ma è assente.

Annuisce di continuo, segno che si sta rilassando.

Chiudiamo gli occhi entrambi, lasciandoci trasportare dal rumore del vento fuori la finestra e del volume della TV.

Adagio il mento tra i suoi capelli e inspiro profondamente.

Relax assoluto.

Giada_Mendes_Malfoy ☆

OMG, Spiderman is Peter Parker!! [COMPLETATA]Where stories live. Discover now