Capitolo 7

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Dopo mezzo'oretta eccoci arrivate a casa dei miei nonni, anzi, dei nostri nonni.  Laura abita solo a pochi isolati da qui, quindi ci vediamo praticamente tutti i giorni.                                                            "Passo a prenderti dopo cena, cosi andiamo a berci qualcosa". Siamo cresciute insieme, è molto più di una semplice cugina, è come una sorella per me.                                                                                    "Non vedo l'ora. A stasera." la saluto con un bacio. 

Apro il cancello ed eccoli li. Vederli è un'emozione unica. Mi erano mancati così tanti.                         "Ciaoo" dico, anzi quasi urlo, mentre li stringo forte forte a me.                                                                    "Ma come sei cresciuta tesoro" dice nonna con le lacrime agli occhi.                                                             "Guarda che se piangi, torno da mamma" le dico scherzando. Non me ne andrei mai, però vederla piangere, anche se dalla gioia, mi fa stare davvero male.                                                                   "Dai entriamo in casa, così ci racconti le novità" dice nonno.

Appena ho messo piede a casa di mia nonna, mi sono sentita subito a casa. Mi era mancato un sacco questo posto, questo silenzio, questa pace interiore che sento quando sono qui.                  "Cosa vuoi che ti prepari da mangiare tesoro? chiede nonna. 

"Niente nonna, non ho appetito. Poi tanto tra qualche ora è ora ci cena, quindi mangeremo dopo" le rispondo con gentilezza.
Adoro i miei nonni. Ho vissuto con loro fino all'età di 9 anni, e non mi hanno mai fatto mancare nulla, soprattutto l'affetto.
Sono due pilastri importantissimi della mia vita, i miei secondi genitori.
Sono due persone meravigliose, gentili e sempre disponibili ad aiutare gli altri.
"Credo che andrò a riposare un po', sono stanca." le dico sbadigliando.
"Vai tesoro, ti ho già preparato la stanza di sopra."
"Grazie mille nonna. Sei sempre la migliore." le do un bacio sulla guancia e vado nella 'mia' camera.

Mentre salgo le scale, noto un gradino più rialzato rispetto agli altri. Mi abbasso per cercare di rimetterlo apposto, ma nulla non va.
"Eddai abbassati" dico mentre cerco di spingerlo.
Dopo vari tentativi lascio perdere e vado in camera.
Appena entro mi stendo sul letto e mi addormento subito.

"Julia, Julia svegliati. La cena è pronta."
Apro gli occhi e vedo mio nonno accanto al mio letto che dice qualcosa, ma sono troppo assonnata per capire quel che sta cercando di dire a sua nipote ancora rimbambita.
"Eh? Cosa?" dico
"La cena è pronta, scendi."
"Arrivo subito." rispondo con la bocca spalancata. Penso di avere un problema con i sbadigli, sbadiglio in continuazione. Avevo anche pensato di contarli un giorno, ma sono troppo pigra per farlo.

"È buonissima questa cosa." dico leccandomi le dita.
"Questa cosa si chiama pesce Julia." ridacchia mia nonna.
Dopo aver chiacchierato del più e del meno, dopo aver raccontato quasi tutta la mia vita degli ultimi 9 mesi, mi alzo e vado a cambiarmi perché stava per arrivare Laura.
Mi metto un paio di pantaloncini corti e una felpa leggera ed esco.
"Stai attenta Julia." mi raccomanda mia nonna.
"Si non ti preoccupare." la saluto ed esco.

Mi guardo intorno e noto che non è cambiato assolutamente nulla.
"Questo posto è la mia casa" penso tra me e me. Qui mi sento libera, sono me stessa.
Qui non c'è bisogno di fingere, di mentire. 
Se c'è una cosa che forse non mi piace di questo posto, è il fatto che tutti sappiano tutto di tutti. È un paesino piccolo, non più di 400 abitanti, e quindi appena succede una cosa, la sanno tutti.

"Julia?" sento dire da qualcuno.
Mi giro e vedo un'ombra. Già fa buio, io sono una talpa e voi mi chiamate da 1 km.
Vedo l'ombra avvicinarsi e riesco a vedere chi mi ha chiamata.
"Oh ciao Ricky." lo saluto
"Quando sei arrivata?"
"Poche ore fa. Come va?"
"Tutto bene grazie e tu? Non ci sentiamo da parecchio." mi sorride.
Io e Ricky abbiamo la stessa età, abbiamo fatto l'asilo insieme. Ci consociamo da quando eravamo piccoli, anche perché è il vicino di mia nonna. Ricordo che alle elementari avevo una cotta per lui, mi immaginavo anche il nostro matrimonio. Ero piccola e stupida, ora c'è solo una differenza. Sono grande, ma sono rimasta lo stesso stupida.
"Complimenti, ti insulti anche da sola."
Scusami ma ora sono occupata in un'altra conversazione, torna a dormire.

"Bene bene." rispondo alla sua domanda.
"Scusa ma sono di fretta, mi ha fatto piacere rivederti. Buonanotte Julia."
"Ha fatto piacere anche a me, notte."
È rimasto sempre carinissimo e gentile. 

Sento una macchina e mi giro. "Eccola la mia cugina preferita" ridacchio mentre salgo in macchina. "Allora erano felici i nonni?" mi chiede mentre svolta a sinistra. "Beh, certo che sì, come sempre. Li conosci" le rispondo. "Allora dove mi porti di bello?"                                                        "Hanno aperto un nuovo piccolo locale, andiamo li. Mi sono stancata dei soliti posti". Laura ha soltanto 2 anni in più di me, quest'anno si è laureata in architettura, è davvero molto intelligente. A fine estate si trasferirà in una nuova città, a Herakleio. Sì, un nome difficile da pronunciare. 

Dopo qualche chiacchiera, arriviamo. Parcheggia dall'altra parte della strada e scendiamo dall'auto. Guardo il piccolo locale, e non è niente male. E' vicino alla spiaggia e si possono sentire le onde che sbattono contro la scogliera. Perfetto come posto. Ci sediamo a un tavolo all'aperto. Arriva la cameriera e ci prende le ordinazioni, io ho preso un cocktail alcolico, mentre Laura ovviamente un analcolico. Apro la borsetta e prendo il pacchetto di sigarette.                            "Pensavo avessi smesso" mi ammonisce. "Quando arriverà il tempo, lo farò. Per adesso no" le rispondo con un piccolo sorrisetto. Mi guarda scuotendo la testa, sa che sono un caso perso.
Apro il pacchetto, sfilo una sigaretta e me la metto fra le labbra. Per fortuna ho preso anche un accendino da casa.
"Ho proprio pensato a tutto" mi dico.
Mi piace parlare da sola, non sono pazza davvero, non ho bisogno di essere rinchiusa in uno di quei posti orribili.
Anche se fossi pazza davvero, non ci andrei mai. A mio parere, ci vai sano e diventi sul serio pazzo li, e non ci esci più.

Tiro un'ultima volta dalla sigaretta e la butto per terra, quando vedo una macchina arrivare con gli abbaglianti accesi
"Spegni sti abbaglianti imbecille!" urlo quando sfreccia accanto a me.
Non riesco a riconoscere la macchina o il numero, ma riconosco benissimo chi è alla guida.
Non ci credo.
"Oh credici invece."
Non riesco neanche più a muovermi o a pensare. Non mi giro, ma sento come fa retromarcia e si ferma accanto a me. Laura intanto è andata al piano bar per salutare un amico.

"Ciao, come stai?" mi domanda abbassando il finestrino.
Okay Julia. Prendi fiato e parla.
"Ei, bene tu?"
"Bene tutto sommato. Sei qui da tanto?"
"No, sono arrivata oggi." perché tutti mi fate la stessa domanda?

"Forse perché è una domanda ovvia da fare a una persona che viene una volta all'anno?"
Zitta tu ora!

"Ora devo andare, è stato un piacere rivederti" col cazzo che lo è stato. Mi alzo dalla sedia più in fretta possibile e mi dirigo verso l'interno. 

"Beh, magari ci rivedremo" dice sorridendo. Quel sorriso. Quel fottuto sorriso.

Spero proprio di no, penso tra me e me. "Ciao David" gli rispondo, solo perché sono una persona educata. 

Spazio autrice

Ecco, finalmente entra in scena il famoso David.
Succederà qualcosa tra i due?


Valentina 💗

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⏰ Dernière mise à jour : Sep 08, 2021 ⏰

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Gli anni passano, ma noi? (#wattys2017)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant