Capitolo VI: Nudi

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[Dalla foto qui sopra potete vedere com m'immagino Francine]


Capitolo VI: Nudi

Mossi i primi passi senza rendermene effettivamente conto, sospinta da una forza più forte di me.

Poi, dopo essermi fermata, titubante, per pochi secondi, iniziai a correre.

Sfrecciavo tra gli alberi senza peso, veloce e incurante dei rami che mi sferzavano il volto e il corpo. Tutto quello che riuscivo a pensare, anche se non razionalmente, ma con ansia e paura, era che Xavier era a qualche chilometro da me, forse in pericolo, forse ferito e io dovevo raggiungerlo, dovevo aiutarlo.

Probabilmente un lupo più saggio e con più esperienza si sarebbe tenuto a distanza o, invece di correre verso il pericolo da solo, avrebbe chiamato i rinforzi. Ma io non ero saggia, ero solo una ragazzina impulsiva, e pensai a queste possibilità solo quando ormai era troppo tardi.

Di fronte a me due lupi lunghi più di due metri e alti quanto un orso bruno adulto, si azzuffavano in un groviglio di zanne, arti e code.

Era difficile capire chi dei due stesse avendo la meglio, se quello grigio chiaro tendente al bianco o quello grigio scuro tendente al nero. Vederli combattere era uno spettacolo da togliere il fiato. Erano entrambi maestosi e forti.

Quando il lupo chiaro puntò il muso nella mia direzione, scrutandomi minaccioso con le zanne scoperte e gli occhi scuri iniettati di sangue, mi resi conto di essere ancora in forma umana, a pochi metri da loro e con molte poche possibilità di sopravvivere.

Io e la mi impulsività avremmo finito col farci uccidere, magari quel giorno stesso.

Senza pensarci due volte mi tolsi gli stivali, decisa a spogliarmi e a trasformarmi.

L'unico pensiero nella mia testa che martellava con decisione e mi spingeva a sbrigarmi era: "Xavier ha bisogno di me".

Sentii un ringhio basso e furente che mi fece sollevare lo sguardo. Rimasi per qualche secondo inchiodata dagli occhi verde chiaro del lupo nero. Xavier non era contento, non mi voleva lì.

Forse per proteggermi?

Beh, gli avrei dimostrato che non avevo bisogno di protezione, che ero in grado di cavarmela da sola.

Dimentica degli indumenti che avrei dovuto togliere prima di trasformarmi, così da avere qualcosa da indossare dopo essere tornata in forma umana, lasciai che il lupo prendesse il sopravvento.

La pelle mi bruciò intensamente e le ossa mi si spezzarono, per poi ricomporsi dolorosamente. Urlai durante la trasformazione e il mio lamento si trasformò ben presto in un ululato.

Difficile da descrivere la sensazione di essere sempre se stessi, ma in un corpo diverso; sentire le quattro zampe, la coda, le zanne affilate, ogni nervo e cellula parte di sé.

La mia trasformazione durò pochi secondi e distrasse entrambi i lupi che ora non erano più avvinghiati l'uno all'altro, ma si scrutavano a qualche metro di distanza, quello scuro davanti a me a farmi da scudo.

Con un ringhio basso e minaccioso affiancai quello nero, fronteggiando lo straniero con coraggio e la mia solita impulsività.

Percepivo chiaramente il disappunto di Xavier; malgrado non potessimo parlare, eravamo in grado di comunicare grazie ai gesti e movimenti del corpo, che risultavano molto più efficaci delle parole.

La posa di Xavier, la sua tensione, mi urlavano chiaro e tondo: «Vattene», ma io non avevo intenzione di ascoltarlo. Sarei rimasta ad aiutarlo, non mi sarei tirata indietro come una codarda, non io.

Bound to youWhere stories live. Discover now