La tortura (1)

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Mi rigirai e andai a casa con tutto l'occorrente.

Il giorno dopo mi svegliai con un forte mal di testa e con la nausea.Mi alzai e iniziai ad avere di nuovo quella sensazione,quella di uccidere,volevo uccidere e subito ,ma torturando.Andai dal mio vicino ,era un ragazzo sui vent'anni lo presi mentre ancora dormiva,lo feci svenire con un panno messo sul naso.Lo portai nella mia cantina e lo misi in un angolo con le braccia messe dietro la schiena e allegate con una corda ,le gambe anch'esse legate.Misi una sedia al centro della stanza proprio sotto la luce della lampadina un po "opaca",presi il ragazzo e lo misi nella sedia e iniziai a darli dei schiaffi per risvegliarlo,dopo un minuto circa si sveglio e spalancò gli occhi iniziando a dimenarsi ,ma inutile era legato alla sedia.Il ragazzo inizio a chiedermi cosa volessi fargli e il perché lo avessi portato nella mia  cantina prendendolo da casa sua.Io risposi solo con:" ho voglia di uccidere",a quella frase il ragazzo inizio a urlare e a muoversi il più che poteva,io per farlo stare zitto presi della colla molto "forte" li presi il viso e glielo bloccai,tolsi il tappino dalla colla e dissi al ragazzo di chiudere la bocca,lui non voleva farlo allora io presi le sue braccia e gliele legai alla sedia,con le braccia distese sulla sedia e con delle cinghie nei polsi non poteva muoversi più di tanto,presi delle pinze e mi avicinai a lui,li staccai il migliolo della mano sinistra e subito lui lanciò un urlo stremante di dolore ,il sangue uscì a schizzi dal dito.Io feci un sorriso e ridissi  di chiudere la bocca,lui con dolore ubbidì anche se per il dolore stremante al dito volava solo urlare a squarcia gola.Chiuse la bocca e io ripresi la colla e gliela misi tra le labbra per poi soffiarci per farla asciugare.Lui cercava di muoversi ma facendo così faceva solo asciugare la colla,misi la colla su un tavolino e andai a prendere delle "punte" erano simili a dei comuni aghi da cucito ma leggermente più larghi e appuntiti, glieli attaccai  sotto gli occhi, ma prima dissi al ragazzo di guardare su,lui ubbidì velocemente per paura,dopo aver messo le punte gli dissi di non battere le palpebre o di guardare giù,misi le punte molto vicine al bulbo oculare e ogni suo movimento sarebbe stato fatale,le punte avrebbero infilzato il bulbo rendendolo cieco.Fiera del mio lavoro restai immobile a guardare il capolavoro che avevo creato,guardai compiaciuta per poi andare a prendere un accendino,presi la sua mano destra e gliela alzai,accesi l'accendino e glielo misi sotto il palmo della mano,iniziò a brucciarliela e lui dal dolore cercò di urlare ma senza riuscirci perché la bocca ormai si era chiusa grazie alla colla che si era asciugata del tutto.Spensi l'accendino solo quando la mano si era fatta nera e iniziava a puzzare.La carne si era seccata anche il sangue e si era fatta di un colore nero,il sangue fuori uscendo si asciugava grazie al calore della fiamma e si incrostava alla mano.Lui sfinito iniziò a piangere,presi dei chiodi e un martello,guardai il ragazzo e presi un chiodo in mano ,inchiandomi glielo puntai nell'osso della caviglia,lo posai e diedi un colpo di martello conficando il chiodo nell'osso lui dal dolore cercò di spalancare la bocca per urlare ma facendo così la pelle delle labbra si tese talmente tanto che si strappò,la sua bocca si riaprì ma poco,aveva ancora i tessuti mischiatti alla colla che pendevano...




*continuo nel prossimo capitolo*

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