Prologo

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Per favore votate e commentate.Ci tengo molto.
Buona lettura

Roma, 24 Ottobre 2013

Era una mattina di autunno, pioveva a dirotto e le fronde degli alberi oscillavano pericolosamente da una parte all'altra a causa del forte vento.

Immaginai che di lì a poco si sarebbe scatenato un temporale coi fiocchi.

Mi passai una mano tra i capelli e mi sedetti sul letto appoggiando i piedi sul tappeto.

I rami degli alberi sbattevano contro la finestra della mia camera producendo un frastuono fastidioso e il cielo grigio pieno di nuvole di certo non mi invogliava ad iniziare una nuova giornata.

Il tempo si addiceva terribilmente al mio umore quel giorno.

Da qualche mese ormai io e mio fratello vivevamo soltanto con mia madre dopo la separazione dei nostri genitori.

Tutti noi fingevamo di stare bene e di non essere ancora devastati per ciò che ci aveva fatto ma dietro ogni nostro sorriso falso si poteva percepire il dolore che ci portavamo dietro ogni giorno.

Scesi con pigrizia le scale che conducevano al salotto e per poco non collassai sul pavimento scendendo l'ultimo gradino.

Mii fratello era davanti a me, con due valigie accanto a lui e un sorriso triste sulle labbra.Falso.

Dopo quanto tempo saremmo tornati a sorridere realmente?

Girai lo sguardo e vidi mia madre che cercava di trattenere le lacrime inutilmente mentre lui le parlava dolcemente toccandole una spalla.

Si scambiavano confuse che non riuscivo a captare, frastornata e scioccata com'ero.

«Cosa succede?» aprii bocca pretendendo spiegazioni.

Sentivo il cuore stretto in una morsa.

Nessuno dei due mi rispose e lacrime amare incominciarono a percorrere le guance di mia madre alla mia vista mentre mio fratello mi si avvicinó subito.

«Phoebe ormai hai quasi 12 anni.Sei intelligente e matura anche se mi dispiace che tu sia cresciuta troppo in fretta... Te e la mamma ve la caverete senza di me e so che la aiuterai» si inginocchiò davanti a me mentre il suo labbro tremava mentre cercava di trattenere le lacrime.

Mio fratello era la mia ancora di salvezza.

Lui non si mostrava mai debole davanti a noi e non ricordavo di averlo mai visto piangere.

Io e la mamma da quando papà aveva lasciato casa e tre cuori spezzati dentro di essa piangevamo spesso.

Sentii un groppo in gola e mi appoggiai alla parete dietro di me per sorreggermi.Non sapevo
per quanto ancora le mie gambe
avrebbero resistito a sorreggere il mio peso.

«Tu mi avevi promesso che saresti rimasto.Che saremmo stati sempre io e te contro tutto e tutti.Questo è uno scherzo, vero?Non è divertente, finitela!» esclamai vedendo mia madre ora seduta su una sedia con lo sguardo rivolto verso il basso.

«Piccolina, ho trovato un lavoro.Non è un granché ma basterà per pagare le bollette e per garantirvi una vita migliore Tornerò presto, ok?» mi guardò negli occhi con dolcezza prendendomi una mano.

«No no, io non voglio che tu te ne vada.Rimani qui con noi.Non voglio nient'altro.Per favore fratellone» lo implorai singhiozzando e mi aggrappai a lui con tutte le mie forze.

Mi accarezzó la testa stringendomi a sé e guardó mia madre sorridendo nel modo più falso che avessi mai visto:«Mi prenderò cura di voi anche se sarò lontano.Londra é una bella città... Potreste venire per le vacanze natalizie Ora devo andare o perderò l'aereo»  guardò l'orologio appeso al muro in cucina.

Quell'orologio era fermo alla stessa identica ora da anni e lui lo sapeva perfettamente perché prometteva continuamente di cambiargli le batterie ma si dimenticava sempre di comprarle.

Mia madre si avvicinò a noi e lo abbracció così forte che credetti gli avrebbe rotto qualche osso ma lui non disse niente, le bació la testa e la strinse a sé.

Non c'erano bisogno di parole.
Suo figlio, mio fratello, stava sacrificando se stesso trasferendosi in un'altra città per fare un lavoro che ci avrebbe garantito una vita economicamente migliore...ma senza di lui al nostro fianco cosa ne sarebbe stato di me e la mamma?

«Ci rivedremo presto.Comportati bene con la mamma e dalle una mano in casa» mi ammoní lui con un finto sguardo severo e mi accarezzó una guancia.

Cercai di sorridergli mentre lui mi sollevava da terra e mi asciugava le lacrime sul volto.

«Non scomparire anche tu.Promettimelo» gli sussurai all'orecchio mentre mi abbracciava dolcemente.

«Te lo prometto Phoebe.Sarò sempre con voi in qualunque posto del mondo mi troverò. Vi penserò ogni giorno» mi confortó accarezzandomi la schiena.

Mi posó a terra e prima di prendere le valigie sussurró qualcosa a mia madre nell'orecchio e le bació le mani strette nelle sue.

Poi sciolse il loro intreccio, si voltò e ci sorrise facendomi un occhiolino.

Sapeva che non sopportavo quando lo faceva perché io non ero capace a farlo e lui mi aveva promesso che me lo avrebbe insegnato...

Sentì il rumore della porta di casa sbattere e una folata di vento gelido che ne fuoriescì mi fece tremare.

Cos'era quel vuoto che sentivo esattamente al centro del cuore?

Angolo autrice:

Ciao a tutti, sono Sara e questa é la mia primissima storia!

Sono molto contenta di aver finalmente condiviso qualcosa di mio con così tante persone e sarei molto felice se lasciaste una stellina e un commento in cui esprimete il vostro parere sull'inizio della storia :)

So che questo capitolo é molto breve ma i successivi saranno sicuramente più lunghi.

Ricordatevi anche di aggiungere la storia alla vostra biblioteca.

Vi ringrazio per aver letto questo capitolo di introduzione.

A presto, Sara❤

P.S. In copertina da chi ho preso ispirazione per la protagonista di questa storia, Phoebe Tonkin.

P.P.S. Non fermatevi qui, andate avanti con la lettura della storia per favore . Non ve ne pentirete❤️

PHOEBE Where stories live. Discover now