- 한

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‘cazzo, yugyeom. ti sei ubriacato di nuovo, stupido.’ borbottò tra sé e sé il ragazzo corvino, aggrappandosi alla ringhiera delle scale che portavano alla metropolitana.
il giovane aveva esagerato di molto con gli shots quella sera, ma, a dire il vero, non gli importava finché si divertiva. gli piaceva bere fino allo sfinimento per detenere il suo stupido record di resistenza.
era famoso in città proprio perché era forte e sapeva reggere bene l'alcol.
be', in realtà stava male per due giorni dopo ogni serata, ma questo era solo un dettaglio.
‘porca troia...’ imprecò quando inciampò su qualcosa che riconobbe in seguito in un gatto bianco.
‘ciao gattino, io mi chiamo yugyeom, piacere di conoscerti!’ il ragazzo si chinò sul micio e prese a parlargli come si fa con un essere umano, tendendogli pure la zampa.
‘sono sicuro che mi conosci già, sono molto famoso qui, sai?’ yugyeom sorrise sbilenco mentre il felino miagolò.
‘dimmi un po', come ti chiami?’ chiese ancora il corvino ridacchiando.
‘oh, hai una targhetta a quanto vedo!’ osservò yugyeom, prendendo fra l'indice e il pollice la targhetta che pendeva dal collare rosa chiaro del micio.
elizabeth 3rd
‘ma che razza di nome è elizabeth 3rd?’ il giovane cominciò a ridere di gusto, pensando al gatto, o meglio, alla gatta con una corona in testa che governava sul regno unito. gli faceva male la pancia da quanto violentemente stava ridendo.
‘aiuto, il tuo padrone deve avere un'ambigua fissazione per l'inghilterra o qualche cazzata del genere.’ parlò il ragazzo dopo aver ripreso fiato.
la gatta miagolò un paio di volte, come alla ricerca d'aiuto.
yugyeom, però, elaborò i suoi versi in modo diverso.
‘scusami! non volevo insultare chiunque sia il tuo padrone... chiedo umilmente perdono, elizabeth 3rd.’ yugyeom si inchinò ‘ai piedi’ della gatta, ripetendo varie volte chiedo umilmente perdono, mia regina.
‘ma cosa diavolo...?’ una voce femminile fece bloccare yugyeom, mentre elizabeth 3rd miagolò contenta per poi sparire dalla visuale del ragazzo.
il giovane alzò il busto e si ritrovò davanti una ragazza, probabilmente la padrona di elizabeth, che la teneva in braccio, accarezzandola con dolcezza.
‘mia regina.’ yugyeom richiamò con malinconia la gatta, alzandosi in piedi a fatica.
raggiunse la ragazza e la gatta, ma la giovane gli lanciò un'occhiataccia indietreggiando.
‘stia lontano da me e dalla mia gatta, demente.’ ringhiò la ragazza.
‘demente?’ yugyeom scoppiò in risata fragorosa che, pian piano, divenne quasi isterica.
‘lei è uno squilibrato.’ affermò disgustata la ragazza, stringendo più forte la gatta a sé.
be', la giovane, quando aveva perso la sua adorata gatta, non si aspettava di certo di ritrovarla a ‘conversare’ con un ragazzo ubriaco fradicio.
‘ma quanto è dolce! sono davvero lusingato, davvero!’ sorrise di sbieco yugyeom, reggendosi al palo della luce.
la ragazza assunse un'espressione indignata e sospirò, frustrata.
non poteva negare di provare un po' di compassione per quel povero ragazzo.
‘che ne dice se l'accompagno a casa sua?’ propose la ragazza cortesemente, riservando un sorriso gentile al ragazzo.
‘casa mia dice? aish, potrei aver tragicamente perso le mie chiavi!’ esclamò a metà tra il dispiaciuto e il divertito, mostrando le tasche vuote dei suoi skinny jeans neri.
‘ma allora è proprio... ah, fa niente.’ sbuffò scocciata la giovane, scuotendo il capo, contrariata.
‘oh no, dica pure, dolce fiorellino di pesco!’ sorrise leggermente il corvino, incitando la ragazza ad andare avanti.
questa, dal suo canto, aggrottò le sopracciglia, sconcertata.
dolce fiorellino di pesco?’ ripeté lei con tono confuso.
‘uh, esatto! non le piace? preferirebbe zuccherosa nuvoletta di cannella o amabile fragolina morbidosa o...’ yugyeom fece per continuare ma venne bloccato bruscamente dalla ragazza.
‘basta così, grazie!!! dolce fiorellino di pesco va più che bene!’ esclamò ad alta voce, con uno sguardo che traboccava di... disgusto, sì, yugyeom aveva riconosciuto quella sensazione nella sua espressione e, a vederla così, si stava divertendo.
‘ah, ma guardi che ho mille altri locuzioni che le calzerebbero a pennello, se solo me le lasciasse elencare...’ yugyeom ghignò osservando l'espressione esasperata della ragazza, la quale era sul punto di strapparsi i capelli.
‘non ce n'é bisogno, davvero. piuttosto, vorrebbe passare la notte da me?’ la ragazza sviò abilmente il discorso, ma non sapeva di essersi appena spostata su qualcosa di anche più brutto di quei nomignoli smielati.
‘ah, wow, sì, sono sicuro che potremmo passare una notte molto movimentata insieme... sì, sì, wow, nessuna ragazza è mai stata così diretta, sa una cosa? lei mi piace molto.’ il corvino ghignò con malizia, e solo allora la ragazza si rese conto della sua fraintendibile proposta.
‘scusi! io non intendevo... aish!’ la ragazza arrossì violentemente e abbassò lo sguardo, incredibilmente imbarazzata per l'accaduto.
‘non si preoccupi, la comprendo perfettamente, il mio fascino spesso destabilizza le persone... nulla di nuovo.’ il giovane continuò a ridere leggermente guardando l'espressione profondamente imbarazzata della ragazza.
‘ma io... è lei che ha frainteso la mia semplice e gentile proposta, non è colpa mia se la sua mente è così perversa.’ ribatté la ragazza, facendo spallucce.
‘mi scusi? ha appena definito la mia mente perversa?’ domandò il corvino, falsamente indignato.
‘esatto, l'ho appena fatto.’ confermò la ragazza annuendo.
‘signorina...’
‘jiyang.’
‘signorina jiyang, lei è molto audace. non è di cattivo costume giudicare qualcuno al primo incontro?’
‘no, essendo molto perspicace posso dedurre che lei è un...’ anche questa volta jiyang si fermò prima di dire qualcosa di potenzialmente volgare.
‘...gran coglione, sì, concordo in pieno.’ rise yugyeom, lasciando stupefatta la ragazza.
‘signorina jiyang, mi permetta di dire che è molto prevedibile per quanto riguarda gli insulti. io avrei detto qualcosa tipo mentecatto con più cromosomi che neuroni, ma apprezzo sempre quando si va sul semplice.’ yugyeom fece spallucce e rivolse un occhiolino alla ragazza che schiuse le labbra.
‘se la proposta è ancora valida, apprezzerei molto poter alloggiare a casa sua per la notte, signorina jiyang.’ yugyeom spezzò il silenzio durato dieci secondi, facendo risvegliare la ragazza dalla leggera trance.
‘oh, sì, certo. la macchina è proprio qui.’ jiyang fece strada a yugyeom, che la seguì reggendosi talvolta che trovava un appoggio.
‘grazie mille, dolce fiorellino di pesco. molto gentile da parte sua.’ ringraziò cortesemente yugyeom, salendo sulla citycar di jiyang.
‘che macchina graziosa, piccola e compatta.’ yugyeom accarezzò le rifiniture dell'auto con le dita.
‘basta che ci sia posto per me ed elizabeth e per me va bene.’ jiyang inserì la chiave e mise in moto il veicolo.
‘tiene molto ad elizabeth a quanto vedo, siete una coppia invidiabile.’ sorrise yugyeom, intenerito.
‘sì, ma dammi del tu. in fondo abbiamo la stessa età, almeno credo.’ la ragazza svoltò a sinistra, per poi fermarsi ad un semaforo rosso.
‘ah, cavoli! scusami, non mi sono presentato: io sono kim yugyeom, ho vent'anni.’ disse il corvino riservando un sorriso gentile alla ragazza che ricambiò.
‘piacere yugyeom, io sono lee jiyang e ho diciannove anni, venti a dicembre.’ la luce divenne verde e jiyang premette sull'acceleratore.
‘aww, allora sei più piccola!’ sorrise addolcito yugyeom, pizzicando la guancia destra della ragazza.
questa si voltò di scatto verso di lui e gli lanciò un'occhiata minacciosa.
‘non di così tanto, non montarti la testa, mentecatto con più cromosomi che neuroni.’ jiyang abbozzò un sorriso divertito mentre yugyeom spalancò la bocca, sorpreso.
‘oltre ad essere piccola sei anche irrispettosa, ma guardala. rispetta il tuo dolce oppa.’ jiyang roteò gli occhi al cielo divertita per poi fermare l'auto davanti una palazzina appena fuori il centro della città.
‘innanzitutto, mio dolce oppa, posso permettermi di essere “irrispettosa” come dici tu siccome ti sto offrendo ospitalità.’ jiyang prese in braccio la gattina che era rimasta tutto il tempo nei sedili posteriori e estrasse le chiavi dalla toppa per poi far cenno al corvino di scendere dall'auto.
‘be', you got a point.’ yugyeom sollevò un sopracciglio, chiudendo la portiera dell'auto e appoggiandosi all'auto stessa mentre jiyang sorrise soddisfatta.
‘vuoi che ti aiuti?’ si offrì la ragazza, porgendo una mano al giovane che annuì riconoscente e l'afferrò.
subito yugyeom sentì quanto fosse liscia e morbida la pelle della ragazza.
‘wow, cosa usi per avere delle mani così?’ chiese il corvino.
‘l'acqua.’ rispose sinceramente jiyang, ottenendo una risatina da parte del ragazzo.
‘allora ti lavi con l'acqua santa probabilmente.’ jiyang aggrottò le sopracciglia all'affermazione del corvino, ma fece finta di niente e sospirò, conducendo il ragazzo nella camera degli ospiti, dove avrebbe trascorso la notte.
‘che sonno.’ biascicò yugyeom, stropicciandosi gli occhi, mentre un sbadiglio abbandonava le sue labbra.
‘accomodati pure.’ gli disse lei, indicandogli il letto ad una piazza e mezza ricoperto da un piumino verde acqua.
‘rimboccami le coperte, eomma.’ aveva poi piagnucolato il ragazzo, con un labbruccio tremolante ed un'espressione da cane bastonato sul volto.
jiyang sollevò un sopracciglio, sconcertata.
eomma?’

「drunk」Where stories live. Discover now