Capitolo 20

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Pov Gina

Sto girando come una pazza in giro per il branco da un'ora. Sono tremendamente preoccupata per Aurora. Nessuno sa dove sia, Alexander mi ha detto che dovrebbe essere alla casa del branco, ma nessuno l'ha mai vista li oggi. Nessuno sa niente e io sto seriamente perdendo la pazienza.

"Ho bisogno di parlare con l'Alpha del branco. Ora!" Nessuno mi vuole ascoltare solo perché sono un'umana, ma non mi arrenderò così facilmente. Umana o no, la rabbia e la voglia di ritrovare la mia amica non cambiano.

Sono passate quattro ore da quando Aurora ed io ci siamo salutate e non mi ha ancora scritto nulla. Forse sono io che sono paranoica, ma non demordo. Non per lei.
"Giuro che rompo la porta a calci. Fatemi entrare!" Continuo, battendo il pugno della mia mano sulla porta in ferro della casa madre del branco.
Sento un cigolio, poi finalmente qualcuno ha deciso di ascoltarmi.

"Ora l'Alpha può riceverla." Dice un signore anziano, con una catena di pigne intorno al collo.
Molto strano...
"Grazie!" Sbotto seguendo il signore per i corridoi, fino a quando non bussa ad una porta e aprendomela dopo aver sentito una voce rispondere con Avanti.
Mi ritrovo in una stanza al centro della quale troneggia un grande tavolo rotondo, attorno al quale ci saranno come minimo venti persone che mi fissano quasi sconvolte, tranne una.

Scorro lo sguardo su ognuno di loro fino a quando non intercetto la testa di colui che mi interessa. Il grande Alpha sanguinario. Il mio sguardo su di lui è di puro disprezzo. Spero che capisca ogni cosa, senza farmi arrabbiare, perché altrimenti umana o meno vede di cosa sono capace.

"Cosa volevi di così urgente Gina?" Chiede proprio lui, senza neanche guardarmi negli occhi mente scrive qualcosa su dei fogli.
Stai calma Gina, stai calma, lui lo fa apposta per sminuirti.
"Volevo parlare di Aurora." Dico, facendolo bloccare.
"Cosa è successo?" Chiede inarcando un sopracciglio, per niente preoccupato, continuando a fare quello che stava facendo.
"Quattro ore fa, è stata portata via da due donne che dicevano di essere state mandate da te, ma da quando ci siamo salutate all'ospedale, non so più niente di lei, nessuno l'ha vista." Dico tutto d'un fiato.
"Continua." Dice Alaric.
"Mi è stato detto che doveva essere alla casa del branco, ma li nessuno l'ha vista. Ho cercato ovunque in questo branco, in ogni casa, ma lei sembra essere sparita nel nulla." Dico esausta. Ho paura per lei.
"Lasciateci." Dice lui, aspettando qualche secondo a parlare e facendo così uscire ogni persona che era seduta al tavolo.

Una volta rimasti soli, mi avvicino a lui un po' titubante, ma decisa. Lui deve sapere cosa sta succedendo.

"Lei aveva una sensazione, sapeva che stava per succedere qualcosa di brutto, ma nonostante questo non ha fatto niente per fermarsi." Dico cercando di farlo ragionare.
"Gina devi capire che Aurora in questo momento è il nemico. È stata lei a far entrare Odette nel branco due giorni fa. Io mi fidavo di lei e invece mi ha tradito." Dice Alaric stringendo le mani a pungo con forza, per cercare nascondere la rabbia. Cosa che ad essere sincera non gli riesce neanche un po'.
"Ne sei sicuro? Lei non è una doppiogiochista." Dico non credendo ad una sola parola uscita dalla sua bocca.
"Come altro spieghi la presenza di Odette. Nessuno ha detto di averla vista entrare come una persona fisica, quindi l'unica possibilità è che sia stata Aurora ad invocarla ed essendo sorelle potrebbe farlo, senza neanche tanta fatica ad essere onesto. I confini del branco hanno una barriera che può essere aperta solo dall'interno per far passare qualcuno. Deve essere stata per forza lei." Continua lui.
"Aurora non è capace di fare una cosa del genere. Sopratutto nelle condizioni in cui si trova ora." Dico cercando ancora una volta di non perdere la pazienza.
"Cosa vuoi dire? In che condizioni si trova?" Chiede lui sorpreso, sbiancando in viso e alzando un sopracciglio.
"Ma cosa vai a pensare?! No, no non è incinta. Mi ha solo detto di essere nel suo periodo fertile, anche se non so cosa significhi di preciso. Oggi è il primo giorno di luna piena e lei sa che insomma, voi ehm... in questo periodo siete... ecco come dire... ehm siete..." Dico cercando di trovare le parole giuste per non fare una figura da cioccolatino, come invece credo proprio di stare facendo.

"Siamo eccitati quando sentiamo la nostra compagna in calore. Ecco perché non mi fido di lei." Dice Alaric convinto, finendo la frase per me. Sembra essersi ripreso dalla situazione di smarrimento in cui si trovava prima.
"Perché?" Chiedo stranita.
"Perché il primo calore della nostra mate non noi lo conosciamo, a meno che non siamo cresciuti insieme ad essa, cosa che io e Aurora non abbiamo fatto. Io non so quale sia il suo odore e quindi provo una strana sensazione, come di essere con qualcuno di malfidato, con qualcuno che non conosco." Dice alzando come se niente fosse le spalle.
Uhm... tutto qui?
"Bene tutto risolto no? Ora andiamo a cercare Aurora!"dico andando verso la porta seguita da lui.

Aurora stiamo arrivando.

Pov Aurora

Il male alla mia spalla non ne vuole sapere di passare, anzi tutt'altro.
Odette non è più venuta a farmi visita e se devo esserne sincera, questo non può che mettermi di buon umore, spero proprio che non torni per un altro po', non saprei come affrontarla.
Mi muovo all'interno della mia cella per cercare di sistemarmi al meglio, ma tutto è inutile.
Ad un certo punto sento un rumore di metallo, come quello che fanno le mie catene quando mi muovo.

"Chi c'è la?" Chiedo alzandomi lentamente da terra, non con poca fatica. Nessuno ha intenzione di rispondermi.
"Chi c'è?" Ripeto cercando di usare un tono più duro.
"Sono nessuno. Non sono nessuno di importante." Risponde la voce che penso essere quella di una ragazza.
"Neanche io sono qualcuno di importante." Dico tornando a sedermi a terra, però mettendomi nella traiettoria del punto da cui ho percepito provenire la voce.
"Se lei è venuta fin qui giù per parlarti, vuol dire che tu per lei sei importante o le servi." Continua questa voce.
"Le servo per sottomettere il mondo al suo volere di pazza lunatica e malata di mente." Rispondo io alzando gli occhi al cielo, come se questa persona potesse vedermi.
"Sai, sei più simpatica di quello che raccontano." Continua la voce.
"Perché tu mi conosci?" Chiedo non capendo la sua affermazione. Chi racconta storie su di me?
"Tutti sanno chi sei, ma nessuno ha mai avuto l'onore di conoscerti." Dice iniziando poi a tossire.
"Chi sa chi sono? Io non sono nessuno. L'uomo che credo di amare, nemmeno si è scomodato per venirmi a cercare, senza considerare il fatto che ha anche baciato mia sorella!" Dico iniziando a sfogarmi seriamente.
"La mi gente morirebbe per salvare la tua vita. È solo grazie a te se la mia specie esiste ancora." Dice lei alzandosi da terra.
"Io non so davvero di cosa tu stia parlando." Dico avvicinandomi alle sbarre ,senza però capire di cosa sta parlando.
"Non capisci perché non usi i tuoi poteri. Tu sei molto più potente di tua sorella. Devi solo credere in te stessa." Dice mostrando finalmente il suo volto alla luce che penetrante dalle sbarre delle finestre.
"Tu sei una sirena?" Chiedo alzando un sopracciglio dubbiosa.
"Sono la figlia della regina delle sirene, il mio nome è Arya e so tutto di te. Ho passato tutta la mia vita a studiare la tua." Dice lasciandomi definitivamente senza parole.
"Perché mi hai studiato?" Chiedo cercando di far chiarezza a tutte le informazioni che mi ha dato in così poco tempo.
"Perché tu sei la chiave di tutto. Tu sei la chiave per portare la pace e unire tutti i branchi e tutte le specie. Tu sei la vera figlia della Luna." Conclude Arya  tornando a sparire nel buio.

Cosa sono io?



Spazio autrice:

Bene, bene, bene. Preoccupate?
Spero di no. Presto arriveranno molte risposte e spero che non scleriate prima del tempo, come invece capita a me!
Perdonatemi se gli aggiornamenti non sono sempre puntuali, ma faccio il possibile.

Assolutamente da leggere:
Bacio di fuoco di SJ_Weiss

Un abbraccio e al prossimo capitolo!!!

Marta🍒

Gioco Di Ombre Where stories live. Discover now