Capitolo 10

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Una donna in camice bianco mi guardava e mi sembrava di conoscerla: alle sue spalle un monitor illuminato con la lastra di un cranio alle sue spalle. Ebbi la sensazione di un dejavu. Lei vide che la stavo fissando e mi sorrise.
«Sono contenta che si è già svegliata! Buon segno signora» disse prendendo una penna luminosa e aggiunse « segua la luce per favore solo con gli occhi»
Guardai prima a destra e poi a sinistra. In alto e poi in basso.
«Daniele!» urlai cercando di sedermi sul lettino ma una fitta alla testa mi bloccò.
«Si calmi signora. Suo figlio so che sta bene ed è con la sua amica. Ha preso una contusione alla testa e ha perso molto sangue ma per fortuna la ferita è superficiale. Non abbiamo riscontrato traumi cranici è presto tornerà a casa. Ora la polizia dovrà farle alcune domande. Hanno arrestato i suoi aggressori non dovrà più temere niente. È finita! Le faranno domande di routine giusto per mettere a verbale anche se alcuni testimoni hanno già confermato tutto e quindi credo che quei due signori non vedranno più la luce del sole se non a strisce della galera.
«È finita? È realmente finita?» sibilai con un filo di voce.
«Si signora! È stata veramente fortunata! Ora cerchi di riposare.Torno dopo a vedere come si sente. Ma se procede come credo, già domani potrà uscire.»
Si allontanò e chiuse la porta alle sue spalle, lasciandomi sola. Non potevo ancora crederci di essere sopravvissuta ma soprattutto di aver finalmente concluso quel capitolo con Claudio.
Sentii parlare fuori dalla porta. Riconobbi le voci di Fabio e Samantha e cercai di ascoltare con attenzione cosa dicessero.
«Credo che tu ora debba dirglielo»
«Ma come faccio? Adesso poi? Credo sia meglio lasciarla un po' tranquilla. Non capirebbe forse»
«A questo punto cosa ti interessa? Tanto appena lo saprà non vorrà neanche più vederti. Vuoi che glielo dico io?»
«Non ci provare!» alzò la voce Fabio.
«Non le hai nascosto un piccolo dettaglio come una cicatrice o un neo. Le hai nascosto una cosa troppo importante. È giusto che lei lo sappia e che tu ti assuma le tue responsabilità!»
«Zitta Sam! Anzi! È meglio che te ne vada proprio ora. Ci sentiamo domani! La dottoressa ha detto che si era svegliata e ora vado a vedere come sta. Ne riparleremo!»
Sentii aprire la porta e chiusi gli occhi facendo finta di dormire. Sentii gli occhi di Fabio sul mio viso, sentii la sua mano calda che prendeva la mia è la stringeva forte ma continuai a rimanere ferma. Immobile. Mentre nella mia mente riecheggiavano le parole di Claudio "il tuo bellimbusto ti mente spudoratamente". Allora era vero. Cosa sapeva Claudio più di me? Cosa mi nascondeva Fabio? Perché mi ero mostrata così vulnerabile con uno sconosciuto? Avevo nuovamente sbagliato tutto e non riuscivo a darmi pace.
Bussarono alla porta e due uomini in divisa entrarono « Signora Dovico? Ci dispiace disturbarla ma dobbiamo farle alcune domande. Potrebbe svegliarsi? Così possiamo scrivere il verbale e lasciarla poi in pace.»
Aprii gli occhi e vidi Fabio che mi sorrideva semplicemente per il fatto che lo guardassi.
«Paola! Come stai? Li mando via? Vuoi riposare? Li faccio tornare dopo?»
«No non ti preoccupare, grazie. Ce la faccio.»
«Vuole accomodarsi fuori per cortesia? Ci lasci soli grazie. La chiamiamo noi quando abbiamo finito»
Mi baciò sulla fronte e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Sentii il suo profumo, ma questa volta non riuscii a inebriarmi come al solito. Ero triste perché anche l'uomo di cui mi fidavo mi aveva tradito e mi si strinse il cuore.
Iniziarono a farmi le domande su come conoscevo Claudio e Marinelli e confessai tutto anche le violenze subite in precedenza. I due agenti scrissero parola per parola, ripetendo le mie frasi per non farsi sfuggire alcun dettaglio. Ripercorremmo tutti i momenti tristi, le ansie e le angosce che avevo provato e mentre rispondevo le lacrime mi scendevano a fiumi. Mi fermai due o tre volte per riprendere fiato perché mentre lo raccontavo sentivo ancora le mani intorno al collo. La sensazione di immobilizzazione, la carenza di aria, il dolore.
Chiesi alla fine cosa sarebbe accaduto a Claudio e mi rassicurarono che quindici anni di carcere almeno se lo sarebbe fatto e visto che c'era anche l'aggravante di tentato omicidio probabilmente sarebbe arrivato anche a venti. Infine aggiunsero che anche se poi sarebbe uscito avrebbe avuto un ordine restrittivo e non avrebbe più potuto avvicinarsi a me.
Tirai un sospiro di sollievo e prima che se ne andassero chiesi di non far entrare nessuno perché ero stanca e desideravo dormire e annuendo se ne andarono.
Sentii controbattere un po' Fabio all'ordine di non entrare, ma poi i passi si allontanarono e restai sola.
Cercai il telefono e chiamai Lisa.
«Paola. Oddio Paola. » continuava a ripetere Lisa piangendo al suono della mia voce «come stai? Ero così in pensiero! Daniele sta bene. Dorme. Ma cosa ti hanno fatto? Ho sentito che erano in due. Ma chi erano? Paola. Paola. Ma come stai? Stai bene?» era un fiume in piena. Il cuore mi si riempì di gioia nel sapere che Daniele stava bene e non vedevo l'ora di stringerlo nuovamente a me.
«tranquilla Lisa. È finita. È finalmente finita» ripetei più volte sia per rassicurare lei sia perché sentirmelo dire mi convincevo sempre più che non era solo un sogno ma la realtà.
«Fabio era preoccupatissimo. Ti vuole veramente bene sai? Si è fatto in quattro sia per te che per Daniele: è proprio una bella persona.»
Rimasi in silenzio.
"Il tuo bellimbusto ti mente spudoratamente" la voce di Claudio eccola lì che mi tormentava.
Annuii semplicemente e la salutai.
La dottoressa mi visitò e mi fece una iniezione di morfina per farmi calmare è così riuscii a dormire.

Ricomincio da me #completoWhere stories live. Discover now