Capitolo VII

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CAPITOLO VII

[...]

Così tu e io cerchiamo un buco, un altro pianeta
dove il sale non toccherà la tua chioma,
dove non cresceranno dolori per mia colpa,
dove il pane vivrà senza agonia.

[...]

(Pablo Neruda, Sonetto LXXI, strofa 2)

– Ce l'avete fatta ad arrivare! - esclamò Hoseok mentre apriva la porta a Jimin e Jungkook per poi richiuderla in un lampo appena furono entrati. L'aria che arrivava da fuori era estremamente fredda e si chiese con che coraggio fossero riusciti a rimanere per tutto quel tempo all'aria aperta.

– Hey, lo sapete che quando si usano i trasporti si sa quando si parte, ma non quando si arriva – Jungkook iniziò a sfilarsi il cappotto e fece scorrere lo sguardo da Hoseok all'altro ragazzo sul divano – Ciao Tae!

– Ciao Kookie – rispose Taehyung con un sorriso che Jungkook avrebbe definito lievemente strano, quasi stanco, se solo avesse avuto modo di soffermarsi a pensarci. Venne invece distratto da alcuni passi pesanti che provenivano dalla direzione delle scale. Jimin si girò subito di scatto. Yoongi stava scendendo lentamente al piano terra, una mano alla ringhiera, lo sguardo fisso sui due nuovi arrivati, insondabile, e in parte coperto da alcune ciocche di capelli neri leggermente ondulate che gli ricadevano sulla fronte.

– Dunque siete vivi – fu il suo commento una volta arrivato a terra. A Jimin parve di sentire dietro di sé Jungkook rispondere qualcosa ridacchiando, ma non ne era sicuro. Gli sembrava di trovarsi in un'altra dimensione, dove i suoni erano attutiti e lo spazio deformato. Non riuscì a dire nulla alla vista di Yoongi, il groppo che si sentiva in gola troppo ingombrante per far spazio alle parole. Lo rimase semplicemente a guardare, pietrificato e irrigidendosi leggermente quando il ragazzo più grande iniziò a coprire la distanza tra loro. Vide Yoongi far cadere velocemente i suoi occhi su Jungkook – allora doveva effettivamente aver parlato – e poi posarsi per un attimo su di lui, prima di lanciargli un "Ciao, Jiminah" e passargli davanti dirigendosi verso il tavolo con le bibite. Prima che avesse modo di rispondere la voce di Jungkook gli fu vicino:

– Jiminie, non ti togli il cappotto?

– Come?

– Il cappotto, lo hai ancora addosso. Senti di nuovo freddo?

Jimin sentì una sorta di strattone riportarlo alla realtà. Che stava facendo? Perché era rimasto ammutolito di fronte a Yoongi-hyung? Con mani incerte si tirò giù la zip del cappotto, senza toglierselo del tutto ancora.

– No, no, sto bene. Scusateci del ritardo ragazzi – disse guardando principalmente in direzione di Taehyung ed evitando lo sguardo di Hoseok, seduto su un bracciolo del divano. Yoongi si trovava di schiena, intento a versarsi del soju in un bicchiere di carta rosso. La sua piccola figura occupava solo la vista periferica di Jimin, ma il suo cervello la registrava in primo piano come se gli si fosse trovato davanti e a due centimetri di distanza. Indossava un paio di jeans neri semi aderenti, mentre sopra aveva semplicemente una camicia bianca di seta e una giacca rossa, ma che gli donavano incredibilmente. Questi ultimi due capi dovevano appartenere al gruppo di vestiti che Yoongi possedeva solo perché obbligato a comprarli da Hoseok. "Ci sono occasioni in cui avere qualcosa di meno casual di una tuta può tornare utile, mi ringrazierai spesso nel corso della tua vita Yoongiah per avere questa isola felice di eleganza nel tuo armadio". Da quando viveva con Jin la spinta in questo senso era raddoppiata e dunque Yoongi non si era mai opposto quelle volte in cui era stato letteralmente messo a muro affinché acquistasse qualche pezzo più elegante. Ovviamente Hoseok lo ha spinto a vestirsi così. Dovrebbe farlo più spesso, pensò Jimin. Sentì subito del calore affluirgli alle guance e farsi ancora più intenso quando intravide di lato Yoongi girarsi verso di lui. Nonostante parte di sé avrebbe voluto correre via, una forza inspiegabile lo spinse a muovere d'istinto il viso nella direzione di Yoongi. Ancora vicino al tavolo, il ragazzo si stava portando il bicchiere alla bocca e i suoi occhi, invece che passargli sopra solo velocemente, questa volta si fissarono in quelli di Jimin. Tirò giù un sorso di soju e parlò poi con voce tranquilla, più morbida di quanto Jimin si sarebbe aspettato:

Quando si scioglie la neveحيث تعيش القصص. اكتشف الآن