Capitolo 10

12.8K 396 19
                                    

«Allora, come vi siete conosciuti?» mi guarda curiosa aspettando una risposta, e adesso cosa mi invento?
Mi guardo in giro cercando un qualche appiglio senza riuscirci «Non ti ho chiesto di spiegarmi Nietzsche! Forza, come vi siete conosciuti?» chiudo gli occhi un attimo respirando profondamente «Ehm, io e Luca ci siamo conosciuti quasi per caso, tuo fratello è molto insistente e non ho potuto rifiutare di uscire con lui o non me ne sarei più liberata e a quanto pare non me ne sono liberata» rido falsamente facendo ridere anche lei <Diciamo che i miei fratelli sono tutti delle teste calde> commenta mantenendo un dolce sorriso sul volto.
Parliamo per un po' di vari argomenti quando una mano si posa sulla mia spalla nuda facendomi sussultare, mi giro e i miei occhi incontrano quelli scuri di Salvatore, il mio stomaco si contorce facendomi provare una sensazione sgradevole «Marianna, ti rubo un attimo Amalia, il suo fidanzatino la reclama per un ballo» spiega, poi mi prende per il polso ed invece di portarmi da Luca, mi trascina in un angolo del giardino nascosto da occhi indiscreti «Che stai facendo?» cerco di liberarmi ma senza risultati, in un attimo mi ritrovo dentro il garage della villa con la sua bocca sulla mia «Non sono riuscito a trattenermi» continuiamo a baciarci con foga senza preoccuparci che a pochi metri di distanza si sta svolgendo la festa di suo padre.
Mentre mi bacia il collo gli slaccio la cintura e gli tolgo i pantaloni, mi prende per i fianchi e mi fa sedere su una specie di tavolo lì vicino, mi alza il vestito di qualche centimetro scoprendo con suo immenso piacere che porto solamente uno striminzito perizoma.
Mi morde il labbro inferiore penetrandomi, gemo mettendo in pausa ogni mio pensiero...

Usciamo dal garage ancora eccitati ed accaldati «La pettinatura si è rovinata» si avvicina togliendomi le forcine che mi tenevano i capelli facendoli cadere ad onde sulle mie spalle «Ti preferisco con i capelli sciolti» lancia le forcine oltre il cancello sorridendomi «Credevo...Beh, credevo che non mi avresti più rivolto la parola» mi prende per la vita e mi spiaccica contro il suo petto «Non riesco a resisterti» lo guardo con gli occhi velati dalla tristezza, credevo che ci sarei riuscita, credevo che sarebbe stato facile tenerlo sotto scacco, ma non avevo messo in conto i sentimenti «Non ce la faccio» mi guarda senza capire «Spiegati» gli do le spalle incrociando le braccia al petto «Io ho solo diciassette anni! Vorrei avere una vita, puoi anche non resistermi, ma la cosa è temporanea, quando tuo padre porterà a casa un'altra ragazza cosa farai, Salvatore? » mi incammino verso la dimora ma la sua mano blocca la mia azione «Pensi davvero che per me non sia difficile?» mi giro guardandolo dritto negli occhi «Sarai abituato a deludere le aspettative delle ragazze, quindi non vedo dove sta il problema» libero il braccio dalla sua presa e lo lascio lì solo a pensare.

Rientriamo dentro facendoci notare il meno possibile, mi lancia un'ultima occhiata per poi allontanarsi e raggiungere un gruppo di uomini poco distante da me.
«Amalia! Ti ho cercato ovunque» Luca mi prende la mano destra e se la porta alla bocca baciandomela «Ero uscita in giardino con Marianna, ricordi? » mi porta al centro della stanza muovendo i primi passi di danza «Si, ricordo e cosa ti è piaciuto di più del giardino? Gli occhi, i capelli o il cazzo?» sbarro gli occhi incredula, ha capito tutto all'istante «La prossima volta che vuoi fare una scappatina, assicurati che il tuo amante non ti lasci segni sul corpo» si avvicina al mio collo e senza che nessuno se ne accorge lecca quello che credo essere un succhiotto «Lo so, tesoro, mio fratello è il sogno erotico di molte donne» mi sorride portandosi alcune ciocche dei miei capelli sotto al naso «Hanno il suo profumo...Dior Fahrenheit» si allontana lasciandomi in mezzo alla pista come un'allocca sotto lo sguardo di tutti i presenti, con le lacrime agli occhi esco dalla stanza rifugiandomi nella prima stanza che trovo, un bagno.
Lo specchio riflette una ragazza magra, fin troppo magra per i suoi canoni abituali con il trucco sbavato ed i capelli scompigliati.
Non credevo, neanche negli incubi peggiori, di potermi ritrovare in una situazione simile.
Non credevo che i miei genitori potessero essere così egoisti da vendermi come una bestia da macello.
Non credevo di potermi innamorare di un uomo come Salvatore, perché anche se si dimostra amorevole in quel poco tempo che passiamo insieme, io lo so che lui presto si stancherà di me.
Avrei voluto avere una normale vita da adolescente, fare cose da adolescente.
I singhiozzi aumentano dandomi il tormento, l'unico pensiero che mi ronza per la testa è quello di farla finita, di concludere questo schifo.
Non era questo il mio piano, volevo vendicarmi, fallo cadere ai miei piedi ed invece sono caduta io stessa nella mia trappola.
Mi asciugo con le mani le lacrime per poi aprire ogni cassetto presente nella stanza, trovo delle forbici, mi sembrano perfette.
Entro nella vasca e mi ci sdraio dentro, la lama è fredda a contatto con la mia pelle ma non me ne importa.
Se la prima volta era solo finzione, questa volta non lo è affatto.
Senza pensarci ulteriormente premo più forte provocando l'uscita del liquido rosso che fino a quel momento stava scorrendo nei miei vasi sanguigni, sorrido, mi sento libera.
Faccio lo stesso passaggio sull'altro braccio per poi far cadere le forbici per terra, chiudo gli occhi mentre il sangue, di cui ho tanta paura, sgorga cadendo e macchiando il pavimento.
Mi sento debole, ma credo sia normale in queste circostanze.
Guardo il soffitto, è decorato con dei fiori dai colori vivaci e con dei putti che svolazzano felici, avrei voluto salutare per l'ultima volta Celeste, l'unica persona che mi abbia davvero voluto bene, la mia piccola sorellina.
Chiudo gli occhi beandomi del silenzio circostante, chissà com'è l'aldilà.
Beh, se non mi fascio le ferite credo che lo scoprirò presto, il fatto è che sono troppo stanca per farlo...

SALVATORE'S POV

La cerco ovunque, non la trovo.
Chiedo a Marianna, a Luca, a mio padre, nessuno l'ha più vista.
Il cuore è in tumulto, l'ansia sale, la paura di non trovarla mi divora interiormente.
Qualcuno urla, mi giro, vedo una cameriera in preda al panico, butta parole senza senso, la seguo lungo il corridoio, si ferma davanti al bagno aprendo la porta, le mie ginocchia diventano gelatina, dentro di me qualcosa si spezza, urlo, urlo il suo nome «Amalia!» non risponde, lo ripeto mentre la scuoto ferocemente, non si muove, rimane ferma, non apre gli occhi, non mi vuole mostrare l'azzurro che vi contengono.
Stupida, stupida, stupida.
Perché cazzo lo ha fatto?
<Chiamate una cazzo di ambulanza> urlo prendendola in braccio mentre Marianna, con fermezza, fascia i polsi intimandomi di stare calmo.

Angolo Autrice
Finalmente ho aggiornato!
La storia sembra conclusa, sarà così?

·Marianna

·Marianna

Oups ! Cette image n'est pas conforme à nos directives de contenu. Afin de continuer la publication, veuillez la retirer ou télécharger une autre image.
Irrimediabilmente TuaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant