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Jimin non era imbarazzato. Cioè sì, lo era, ma sicuramente non avrebbe reagito così solo a causa di un po' di imbarazzo. Era solo... arrabbiato. Sì, arrabbiato perché era consapevole che una parte dentro di lui voleva che quello che stava per succedere la notte prima accadesse. C'era stato un attimo in cui si era lasciato andare alla sensazione delle dita di Jungkook toccare la sua pelle e si era immaginato quanto bello potesse essere avere quelle labbra così sottili e belle attorno alla propria intimità. Scacciò quei pensieri tutt'altro che giusti scuotendo la testa e sospirando, inzuppando un altro biscotto nel latte.

- Prima di andartene puoi fare colazione e farti una doccia. - Disse freddamente al minore, senza neanche guardarlo. Tuttavia lo percepì sedersi sullo sgabello accanto al proprio e, su di sé, sentiva il suo sguardo. Allora girò la testa, cercando di rimanere il più distaccato possibile. - Se hai mal di testa posso darti un'aspirina. Però muoviti, il mio turno inizia tra tre quarti d'ora. - Lo avvisò, posando di nuovo gli occhi sulla propria colazione mentre metteva in bocca un biscotto.

- No, ehm... Cos'è successo ieri sera, di preciso? Non sono propriamente controllabile da ubriaco... - Disse Jungkook ma con un filo di voce, che Jimin riuscì a sentire solo perché gli era molto vicino. Vide il minore versarsi un bicchiere di latte, timidamente, il che gli fece pensare a come fosse possibile che una creaturina così carina, a causa di un po' di alcol, potesse diventare così "selvaggia". Jimin non riuscì a non farsi scappare una risata, prima di tornare serio per quanto possibile.

- Te l'ho detto: hai bevuto, hai detto qualche sciocchezza e siccome non so dove abiti, ti ho portato qua. - Disse, decidendo di tralasciare la parte in cui stava per fargli un pompino per poi addormentarsi e tenerlo così stretto che uscire dalla sua presa per Jimin fu quasi impossibile. Comunque, tentò di non sorridergli; si conoscevano da poco, cioè due giorni erano davvero troppo poco tempo anche per un rapporto occasionale. Che poi, se proprio avessero dovuto farlo, come minimo dovevano essere sobri.

- Solo questo? Wow, l'ultima volta sono quasi finito a letto con Taehyung! Quella prima, invece, ho rubato una moto e sono finito a Seoul, non chiedermi come. - Jimin sentì la voce del minore che parlava ma non lo stava a sentire, perché era troppi impegnato a cercare di cancellare i ricordi della notte precedente. Si scolò tutto il bicchiere di latte, sentendo lo sguardo di Jungkook su di sé, poi si alzò e andò a vestirsi. Non curante di come ci fosse rimasto il minore, dato che Jimin era stato molto maleducato, frugò nel proprio armadio.

Optò, quel giorno, per un paio di jeans azzurri, stretti e strappati sulle ginocchia. Sopra essi avrebbe messo una camicia a quadri blu, perché nell'ultimo periodo era molto in fissa con le camicie. Approvando l'outfit odierno, si vestì e si prese un secondo per osservare allo specchio la propria figura, pensando di essersi vestito molto bene. Pensando a cosa avrebbe dovuto fare quella mattina, a lavoro, si diresse verso il bagno per lavarsi i denti, come era solito fare ogni mattina.

Aprì la porta color legno e alzò lo sguardo dal proprio telefono solo a causa del vapore bianco che lo stava circondano insieme al calore insolito del proprio bagno. Solo allora realizzò che Jungkook era appena uscito dalla doccia e che stava indossando solo boxer, lasciando scoperte quelle gambe muscolose, perfette, quasi fossero fatte di ceramica, e quel busto scolpito che sono solite avere le statue degli dèi. Se Jungkook fosse stato davvero un dio, sicuramente sarebbe stato quello della bellezza e della perfezione.

I due, comunque, rimasero un attimo a fissarsi negli occhi. Le guance già rosse a causa dell'acqua calda di Jungkook, se possibile, scurirono il proprio colore e le sue labbra, ora gonfie, si aprirono a causa della sorpresa. Ovviamente, Jimin diventò una specie di peperone e, dopo aver realizzato il tutto, fece dietro front e richiuse la porta dietro di sé, appoggiando la schiena ad essa per scivolare seduto sul pavimento. Ecco, ora era davvero imbarazzato.

Jimin rimase seduto a terra continuando a chiedersi quanto stupido potesse essere stato: aveva detto lui a Jungkook di andare a farsi una doccia ed era stato sempre lui ad averci messo quasi venti minuti a vestirsi, senza pensare che in quel lasso di tempo il minore avesse potuto avere la grandiosa idea di seguire il consiglio. Inoltre, era stato lui a non aver bussato e ad essere entrato nel bagno improvvisamente, non Jungkook. Si appuntò mentalmente di schiaffeggiarsi non appena gli fosse stato possibile perché Jimin, a causa delle sue ultime azioni, aveva soltanto peggiorato la situazione.

La porta su cui era appoggiato si aprì, facendo cadere Jimin con la testa a terra. Guardò in alto, ritrovandosi la apparentemente ancora più alta figura di Jungkook sopra di sé. Jimin non poté far altro che portarsi una mano sul viso: in mezz'ora aveva fatto ben due figure di merda colossali, di quelle che sarebbero dovute finire in un libro. Subito dopo però si alzò, grazie anche all'aiuto di Jungkook, e si scusò col minore per la propria negligenza.

Si disse che doveva essere una giornata da dimenticare ma, in qualche modo, dentro al proprio cuore sapeva che non era davvero così.

■Doggy■<Jikook >Where stories live. Discover now