Capitolo 3

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Le gambe sembravano muoversi da sole quando mi avvicinai a Treena e la presi per un braccio.

- Andiamocene da qui - le sussurrai, non riuscendo a reprimere l'angoscia.

- Ma che ti prende? Non hai nemmeno salutato Pat.

Mi voltai verso di lui, poi riformulai la frase, schiarendomi la gola.

- Sì, scusa Patrick, ma ho una certa fretta e dovrei andare. Sai, mia madre...- la voce mi morì in gola.

- Dovreste prima ringraziare il ragazzo, che ha portato qui Patrick e lo ha assistito - si intromise Tania, indicando il mio peggior incubo.

- Oh! Scusami tanto, ero così presa dal mio amico da non averti notato prima. Sei stato davvero gentile, sai? Sono Treena - la mia amica andò da lui e gli tese la mano.

Avevo la nausea.

- Nessun problema. Sono Jude. Piacere di conoscerti, Treena.

Mi guardò. Tutti mi guardarono, aspettando che mi presentassi a mia volta, ma non mi mossi. Restai incollata dov'ero accanto al lettino con Patrick sopra, decisa a porre una certa distanza tra noi due.
Percepii lo sguardo di fuoco di Treena che quasi mi bruciò la guancia sinistra, ma la ignorai.

- Lei è Liz. È un po' strana ultimamente, perciò scusala per la sua apparente maleducazione.

- Capisco. Be', se il vostro amico si sente meglio, io avrei delle faccende da sbrigare, se non vi dispiace - Jude si congedò, avanzando verso la porta.
Per raggiungerla doveva passare accanto a me, ma non feci in tempo a togliermi di torno che già mi era vicino.

- Spero vivamente che ciò per cui tu sia così strana in questi giorni passi in fretta.

Rimasi a fissare un punto di fronte a me mentre una serie di brividi mi scossero nel profondo. Le sue parole mi avevano fatto venire la pelle d'oca.

- Elizabeth Anne Fitzgerald, cosa diavolo ti salta in mente? Un ragazzo del genere si presenta, non solo è un figo da paura, ma è stato anche gentile con il nostro amico, e tu ti rifiuti di ringraziarlo? Voleva solo sapere il tuo nome, Liz! - sbottò Treena.

- Ti ha davvero aiutato? - chiesi, cauta, rivolgendomi a Patrick.

- Ho avuto un calo di zuccheri, lui mi ha portato fin qui ed è rimasto fino al vostro arrivo - rispose Pat con una scrollata di spalle.

- Liz, davvero, sei strana. Dici di stare bene ma questa situazione mi preoccupa. Vi conoscete, per caso?

- Chi? - scattai.

- Tu e quel ragazzo, Jude - precisò. Sembrava particolarmente seria.
Le sopracciglia scure aggrottate adombravano i suoi occhi nocciola.

Deglutii, iniziando a sudare freddo. Non potevo dirle la verità, i miei sospetti.

Scossi la testa e, quando parlai, pregai affinché la mia voce uscisse tranquilla.

- No, è solo che devo tornare a casa e stavo pensando alle solite scenate di mia madre, scusate se sono sembrata strana o scortese.

- Dovresti scusarti con Jude.

Quasi mi venne un colpo.

- Che cosa? - la voce mi uscì strozzata. Tossicchiai un paio di volte e tentai di non fulminare Patrick con lo sguardo.

- Be', come ha detto Treena ed hai riconosciuto tu stessa, non è stato carino il tuo atteggiamento. Lo hai trattato come il peggiore degli assassini!

La stanza incominciò a girare, si fermò e girò ancora. Avevo la nausea. Le immagini dell'uomo implorante mi si affollarono con forza nella testa, ma adesso, più mi sforzavo di ricordare il volto del giovane, più mi concentravo, più appariva distante e non a fuoco.

The devil withinWhere stories live. Discover now