CAPITOLO 28

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Jules

Oggi è il compleanno di Nick. Siamo diventati tutti dei dischi rotti che ripetono in continuazione la stessa identica cosa. Finalmente però, da domani, Nick potrà passare ad altro e cambiare argomento altrimenti io e tutti gli altri abbiamo concordato di bandirlo dalla nostra chat di gruppo. Per andare al Garden mi passerà ovviamente a prendere Max, che però ha insistito nel venire un po' in anticipo a casa mia come suo solito. Gemma mi ha anche proposto di andare a casa sua a prepararmi, ma da un paio di giorni è come se inconsciamente la stessi evitando... Sono strana, lo so, eppure anche se avevo così tanta voglia di poter parlare liberamente della svolta che ha preso la "situazione" con Max, adesso sono spaventata a morte dal rivelarlo. Ho paura che se lo dicessi ad alta voce, confessandolo così a qualcuno, tutto l'universo si metterebbe d'accordo sull'andarci contro facendo sparire tutto in un attimo, come se niente fosse mai accaduto.

Ecco i lasciti della scarsa sicurezza in me stessa che ho avuto per tutta la mia intera vita. Non mi fido di nessuno, ho paura di parlare con chiunque... Eppure però, di Max mi sono fidata!

Quando Max arriva a casa mia mancano ancora alcune ore per poter scendere, dato che abbiamo appuntamento con gli altri solo la sera. Max, sfortunatamente per me, nota subito che c'è qualcosa che non va' nel mio comportamento, anche se sto cercando in tutti i modi di nascondere il mio atteggiamento schivo e mostrarmi come al solito...

- Che hai? – mi chiede accigliato, una volta aver raggiunto camera mia insieme ed essersi seduto sul mio letto.

- N-niente... - riesco a dire solo, distogliendo lo sguardo e avvicinandomi all'armadio per poter scegliere cosa indossare questa sera.

- Jules, ti conosco fin troppo bene, so che c'è qualcosa che ti tormenta e che non vuoi dire. Ma sai che a me puoi dire di tutto. – dice tranquillo, sporgendosi con busto in avanti e appoggiandosi con i gomiti sulle ginocchia, aspettandosi una risposta.

- N-non c'è niente Max, davvero, io... - cerco di abbozzare una qualche scusa, ma la sua risatina isterica mi interrompe prima di poter continuare.

- Mi sa che non hai capito Jules... - dice abbassando lo sguardo. - ...finché non mi dirai cosa sta succedendo non lasceremo questa stanza. – conclude, puntando nuovamente quello sguardo di ghiaccio nel mio verde.

- Oh andiamo Max, non c'è nulla di cui parlare e non capisco perché ti preoccupi tanto... - sbotto irritata, allontanandomi quanto più possibile da lui e dal suo sguardo penetrante.

Odio ammetterlo, ma sono completamente soggiogata dal suo sguardo e dalle sue parole... Sento che se in questo momento lui continuasse a fare domande io cederei inevitabilmente, ed è proprio per questo che non riesco a trattenere i mille dubbi che si sono insinuati nella mia mente, come tarli che rosicano il legno. L'ansia del non sapere se il destino che ci è stato riservato sarà a mio, o anzi, a nostro favore, mi sta uccidendo come un acido letale che sta consumando lentamente le pareti del mio stomaco.

Lo guardo. Lui se ne sta in silenzio ad osservarmi. E' consapevole che cederò da un momento all'altro, l'ho sempre fatto in sua presenza e lui mi conosce fin troppo bene per non sapere come questa storia andrà a finire. Lentamente mi avvicino a lui e mi lascio andare sedendomi al suo fianco e appoggiando la testa, che in questo momento sembra quasi volermi scoppiare, sulla sua spalla, il tutto sotto il suo sguardo interrogativo. Dovrei renderlo partecipe dei miei dubbi, delle mie insicurezze, delle mie ansie?! Gli avevo promesso che nulla sarebbe cambiato quando ho lasciato la sua stanza l'altro giorno, eppure eccomi qui...

- Non ne ho ancora parlato con Gemma, né con nessun altro... - confesso con un filo di voce.

- Se ti può far sentire meglio, neanch'io ho detto niente a nessuno. – ammette lui di rimando.

Lentamente volto il mio viso verso il suo e lo trovo a osservarmi dolcemente.

- Perché? – chiedo solamente.

- E tu perché? – mi chiede ancora. Io però non gli rispondo, perché effettivamente non so come rispondere a questa domanda. – Allora?

- N-non saprei...

- Io invece lo so. – ammette sicuro. – Tu hai paura.

- C-che cosa? – chiedo rimettendomi composta e guardandolo frastornata.

- Hai paura. Hai paura che le cose possano mettersi male, che tu possa illuderti su una cosa che per te può finire da un momento all'altro... Ma ti dirò una cosa, mia cara Juliet, tu non hai capito niente! Non hai capito che io non ho nessuna intenzione di prenderti in giro. Sono sincero, lo sono sempre stato con te e te sola, e sono incazzato nero per il fatto che tu pensi ancora che io ti stia prendendo per il culo, cazzo! – sbotta infine alzandosi dal suo posto puntando verso la finestra, senza portare neanche per un attimo il suo sguardo su di me.

Improvvisamente mi ritrovo sulle labbra il sapore salato delle lacrime, senza neanche essermi resa conto di aver iniziato a piangere. Sto dubitando di lui, della persona alla quale in tutti questi anni è sempre appartenuto il mio cuore, e mi sento male per questo ma non posso fare altrimenti... Senza pensarci due volte, mi asciugo velocemente il viso con il dorso della mano per non far accorgere a Max del mio momento di debolezza e cerco di riacquisire un po' di calma, che al momento però non sembra essere padrona del mio corpo.

- I-io n-non posso farlo... - rimugino tra me e me. - Noi non dovremmo farlo Max. – riprendo con tono più deciso, in modo che possa sentirmi. Lui allora si volta verso di me e mi rivolge uno sguardo accigliato, confuso dalle mie parole. - Abbiamo troppe cose in ballo, se tutto finisse non potremmo più neanche parlarci, te ne rendi conto? E poi gli altri... come faremmo a frequentarli ancora entrambi, eh? Uno dei due finirebbe con l'allontanarsi inevitabilmente dal resto del gruppo e non voglio!

- Oh Dio Jules, ma ti ascolti quando parli? Ti preoccupi di cosa possano pensare gli altri quando in questa relazione siamo solo in due, io e te! Perché continui a mettere in dubbio quello che provo per te e parti dal presupposto che prima o poi ci lasceremo? Perché devi sempre pensare a come possano finire male le cose?! – mi chiede infuriato continuando a fissarmi sconcertato e portandosi le mani alle tempie per la disperazione.

È vero, sto alzando su un polverone per nulla, perché lui sin da quando sono tornata non mi ha mai dato modo di dubitare del fatto che è cambiato e che non è più il Don Giovanni di prima. Eppure, è più forte di me...

- Perché io sono così Max, e lo sai bene... tu sei una delle poche cose belle che io abbia mai avuto nella mia vita, e non posso perderti! Non voglio che tu esca dalla mia vita... – gli urlo quasi, invasa dalla tristezza, mentre le lacrime iniziano nuovamente a rigarmi le guance.

È una fortuna che non ci sia nessun altro in casa a quest'ora, altrimenti i nostri toni di voce così alti avrebbero sicuramente attirato mia madre, che sarebbe corsa al piano di sopra per chiedermi cosa stess3 succedendo.

- Okay Jules, calma vieni qui... - mi dice stringendomi tra le braccia cercando di attutire i miei singhiozzi. – Facciamo così, per ora non lo diremo a nessuno e terremo la cosa solo tra me e te, almeno fin quando non ne sarai sicura... D'accordo? – mi chiede premuroso.

Io annuisco con la testa appoggiata sul suo petto, mentre lo sento accarezzarmi dolcemente i capelli fin quando non smetto di piangere.

Dovrei sentirmi lusingata di avere un ragazzo del genere che si preoccupa a tal punto per me... ma allora perché ho il sentore che mi stiano per strappare il cuore dal petto per darlo in pasto ai lupi?!

Non deludermi Max, ti prego. Non deludermi.

At Home, Again - The Comeback Series #1Where stories live. Discover now