La Festa di Paese

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Tre settimane dopo

Katherine si era già abituata alla nuova vita, il che le sembrò strano. La sistemazione dalla zia, il negozio e la compagnia della cugina, erano cose alla quale lei non era particolarmente abituata. Proveniva da un mondo diverso, secco e amaro che portava con se ricordi poco piacevoli e ansie tremende, perciò quella vita che aveva da poco iniziato a vivere le sembrava un sogno, una meravigliosa avventura.

La casa della zia Jennifer era piccola e confortevole, ovunque si girasse c'erano piantine e vasi enormi e decoratissimi. La stanza destinata a lei faceva proprio a caso suo, un semplice letto con delle lenzuola morbide e calde, un armadio fin troppo grande rispetto al contenuto di vestiario nella sua valigia e, cosa più importante di tutte, una bellissima scrivania con un portacandele maestoso che sembrava provenire dal palazzo reale. Anche la compagnia della donna e sua figlia era piacevole, non appena arrivata le avevano preparato un bellissimo pasto caldo. Il freddo di metà novembre a New York si faceva sentire con forte ondate di ghiaccio, ma a Londra lo sapeva, la temperatura era quella che era e non si poteva certo aspettare di sentire meno il freddo.

Sua cugina Margaret le aveva raccontato tante cose su Londra, sulla gente e sui posti bellissimi che avrebbe visitato ogni giorno con lei dopo la chiusura del negozio, Katherine, una scrittrice isolata dal mondo, aveva sempre sognato di scrivere su questa misteriosa e grande città, che da una parte le inquoteva timore ma dall'altra la ispirava tantissimo. Nonostante ciò non era ancora riuscita a mettere niente in pratica. Da New York era partita con un'idea, la giovane donna che scappa di casa e si rifugia nel mondo dei sogni, Londra, la città incantata. Eppure una volta giunta lì, nella tempestosa e fredda capitale inglese, tra un saluto e l'altro, tra la sistemazione del negozio e il senso di solutidine che inizialmente la città l'emanava, l'ispirazione era andata via e si era ritrovata a creare una montagna di palline di carta, senza trovare un'idea su cosa scrivere. Tutto ciò la faceva davvero innervosire, molte volte la scrittura era stata per lei una via di fuga da ogni preoccupazione, la vita che conduceva a New York era l'esempio chiave, se era riuscita ad attraversare la morte del padre, la depressione della madre, i problemi in cui si cacciava suo fratello, era solo grazie a quella passione che, da sempre, viveva dentro di lei. Iniziava scrivendo un rigo e in mezz'ora aveva già scritto una pagina intera. Quando le prendeva l'ispirazione non si fermava più, si dimenticava del mondo circostante ed esisteva solo per quel pezzo di carta. Ma in quel momento non fu così e la situazione era davvero stancante se pensava anche che lavorava in una libreria, la più famosa di Londra. Com'era possibile non avere ispirazione se ogni giorno era circondata da enormi scaffali di libri? Se ogni giorno, nella sua aria circostante, ergeva il profumo delle pagine di libri antichi e appena pubblicati.

Non sapeva quanto tempo sarebbe rimasta lì, ma sperava di non dover vivere così per tanto tempo, senza ispirazioni, senza nessun luogo immaginario in cui fare ritorno ogni sera dopo una giornata passata a fingere che tutto andava bene.

William Dixon odiava alzarsi presto. Marjorie non era ancora abituata a questo lavoro e non conosceva bene le preferenze del suo padrone così, puntualmente ogni mattina faceva decidere alla madre a che ora svegliarlo. Benché William sapesse che aveva numerosi compiti da svolgere se un giorno aveva intenzione di regnare come si deve, non esitava mai a permettersi quel lusso di rimanere a dormire fino a quando gli andava. Tuttavia non era più possibile da quando era arrivata Marjorie, Christe, l'ex cameriera al suo servizio era stata cacciata via per aver iniziato una relazione segreta con un cugino lontano di Will, e dato che quest'ultimo era un donnaiolo non ci aveva nemmeno fatto caso alla sua improvvisa sparizione. Will adorava il fatto che suo cugino non abitasse a palazzo, non aveva idea di come si potesse essere così ignobili nei confronti delle dame, probabilmente non l'avrebbe mai capito davvero, a causa della sua vita già scritta e firmata a tavolino, ma se avesse avuto la fortuna di essere come lui sicuramente avrebbe lottato per trovare il vero amore, donandogli tutto ciò di lui e vivendo fino alla fine dei suoi giorni amando solo quella persona, come succedeva nei romanzi d'amore che, timidamente, ammetteva di adorare.

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⏰ Last updated: Nov 13, 2017 ⏰

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Il Romanzo di Katherine ParkerWhere stories live. Discover now