Capitolo 18 - Ramus Aureus

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Un vento freddo aveva cominciato a soffiare contro le vetrate della camera. Loto indossò una felpa pesante, mentre brividi di freddo le correvano lungo la schiena. Nonostante il fuoco scoppiettante scaldasse il clima della stanza, gli spifferi entravano attraverso le antiche mura della torre.

Nella sala principale dell'Abbazia, ninfe e maghi si erano radunati in attesa che il brutto tempo passasse. Questo complicava notevolmente la sua possibilità di sgattaiolare fuori, per presentarsi all'appuntamento.

Aveva dovuto attendere il passaggio di alcune ninfe che discutevano indisturbate fra loro, ma quando fu sola si diresse verso la porta nascosta nella tappezzeria e uscì, lasciandosi alle spalle il tepore dell'Abbazia illuminata.

Le fronde degli alberi si muovevano contro il cielo agitate dal vento, i Merefin danzavano nel buio facendole strada nell'oscurità ed era come se l'arrivo del temporale non li preoccupasse minimamente. Loto era felice che ci fossero loro perché il bosco così buio e imponente sopra la sua testa, le metteva i brividi. A metà strada vide una faccia familiare, illuminata dalla luce di una lanterna.

«Ciao!» esclamò Iridis con voce allegra.

«Che ci fai tu qui?» chiese Loto sorpresa.

«Peack mi ha detto di venirti a prendere. Dice che hai qualcosa di importante da dirci...»

Loto aprì la bocca ma la richiuse di scatto. Iridis si voltò con una piroetta e cominciò a camminare addentrandosi nel bosco: intorno a loro gli alberi sembravano bisbigliare e i Merefin continuavano a danzare, facendo strada alle due amiche.

«Sono contenta che abbia voluto presentarti al nostro gruppo» disse Iridis. «Avevo proposto io a Peack di introdurti mesi fa, ma non ha voluto».

«Perché?»

«Tranquilla» disse, rivolgendole un sorriso sincero. «È diffidente con tutti di questi tempi. Ma io sapevo che avevi qualcosa di speciale».

Si voltò e la prese per mano. Fu una sensazione inaspettata per Loto, la fece sentire al sicuro, di fronte al buio dell'ignoto.

Camminarono attraverso gli alberi, accompagnate dai Merefin che emanavano una bellissima luce azzurrina, il Lago Lunare comparve alla loro destra, la luna si specchiava sulla superficie nera mentre le nuvole mosse dal vento la oscuravano, creando riflessi di luce e ombre.

Proseguirono ancora qualche minuto nel silenzio, addentrandosi nell'intrico di rami e arbusti, quando si aprì uno spiazzo davanti a loro, illuminato al centro da un fuoco scoppiettante. Attorno al focolare erano sedute alcune persone, ridevano e scherzavano, come una famiglia riunita.

Loto provò una sensazione di disagio.

«Eccomi!» dichiarò Iridis facendo calare il silenzio.

«Finalmente!» ribatté Peacock nervosa.

Iridis si sedette al suo fianco e Loto si accomodò fra le due.

Incrociò lo sguardo con Noctis, che in passato era stato parecchio sgarbato, ma che ora le sorrideva, seduto dall'altra parte del focolare. Alla sua destra identificò una cameriera dell'Abbazia, spesso l'aveva intravista girare fra i tavoli; al suo fianco c'era un giovane con un viso gentile.

«Lei è Nefele...» disse Peacock indicando la ragazza che sorrise a Loto con gentilezza. Aveva capelli biondi, mossi dal vento che le incorniciavano il viso dolce e lentigginoso. Era molto snella, ma con un fisico atletico.

«Ciao Loto» disse alzando una mano.

«Nefele lavora all'Abbazia, forse l'avrai già vista» spiegò Peacock. «Mentre lui è Agroste e cucina tutte le buonissime pietanze servite ad Anthea».

Anthea #WATTYS2017Where stories live. Discover now