9 Sangue e acciaio

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Lo scontro si divise in due distinte fazioni: Itachi contro il suo migliore amico Shisui e Shasei contro la fidanzata del suo creatore Izumi.

Fin da subito Shasei aveva capito che Izumi non avrebbe utilizzato lo Sharingan per quello scontro; i suoi attacchi erano prevalentemente fisici e non utilizzava arti magiche.
Buon per me, pensò Shasei.
Era in quel corpo solo da pochi minuti e non ci si era abituata del tutto, tuttavia dimostrò di essere più agile e scattante rispetto col cadavere di Aruna Kentsu.
Come all'esterno, poté ammirare il proprio corpo muoversi con una precisione mortale: kunai contro kunai e non perdeva neanche un colpo.
Una successione precisa, registrata nei suoi muscoli grazie alla mente geniale del suo creatore Itachi.
Lo stridore delle lame che s'incrociavano, le scintille che creavano facevano parte del suo codice vitale: era stata creata per combattere dopotutto.
Saltò all'indietro e con un calcio colpì la spalla di Izumi, completando la capriola.
Spinse la nemica verso la parete di fronte a sé bloccandola per la gola; avvertì uno spostamento d'aria sul ventre, quindi le afferrò il braccio che stava per colpirla e le bastò fare leva. Izumi cadde con un tonfo sulla nuda pietra sulla schiena; tentò di tirarsi su, ma Shasei la bloccò sedendosi sopra al suo ventre.
Prese la mira col kunai e fece per colpire il petto, ma Izumi sputò una fiammata rossa e vivace, colpendo la parte destra del viso della nemica.
Shasei urlò dal dolore, appoggiando la mano sinistra sulla parte bruciata, distraendosi. Izumi le diede un calcio sulla spalla facendo cadere di schiena l'avversaria sulla roccia ghiacciata. Shasei fece per rialzarsi, ma Izumi la bloccò mettendole un piede sul ventre, per poi sedersi, ribaltando così la situazione; prese il kunai con entrambe le mani e mirò il viso.
"Perdonami", le disse, prima di affondare il pugnale sull'occhio destro.
Mentre Shasei urlava dal dolore, Izumi affondò il kunai in profondità, con l'obiettivo di trafiggere il cervello. L'avversaria rotolò su sé stessa liberandosi dalla morsa della nemica, costringendosi a strappare il kunai dall'occhio. Era conficcato sulla punta del pugnale, col sangue corposo e viscido che percorreva tutto il filo della lama.
Ormai quell'occhio era irrecuperabile.
Con rabbia, gettò il kunai a terra e si strappò un lembo di manica, l'appattolandolo su sé stesso per poi metterlo nel foro sul viso; poi strappò dall'altra manica una lunga striscia di tessuto e si fasciò l'occhio, nascondendo anche quella parte di viso.
"Mi dispiace", le disse Izumi, scusandosi.
Shasei non l'ascoltò. Come aveva fatto per Hidan anni prima, attivò il Mille Falchi e corse verso la nemica, colpendola in pieno ventre. Tutto esplose in una luce azzurra e biancastra, carica di fulmini e saette. L'avversaria era a terra col petto completamente squarciato.
Solo lì Shasei si accorse del terribile errore che aveva appena commesso: Izumi era soltanto una delle tante marionette di Kabuto e non aveva colpa. Come aveva detto prima, non aveva intenzione di farle del male, ma se aveva perso l'occhio sinistro era soltanto colpa di Kabuto.
"Mi dispiace tanto...", mormorò Izumi con la poca voce che le era rimasta.
"Sono io che dovrei scusarti. Tu non hai colpa".
"E invece sì. Avrei preferito che il mio corpo venisse cremato subito dopo la mia morte".
"Ma così hai potuto rivedere Itachi".
"Stavamo meglio morti e sepolti".
Shasei sospirò, abbassando lo sguardo. Preparò le mani e fece per sigillare quando Izumi la bloccò con:
"Aspetta".
"Cosa c'è?".
"Prima di sigillarmi, vorrei restituirti il tuo occhio perso".
"Lo apprezzo, ma quell'occhio è ormai irrecuperabile".
Izumi scosse lentamente la testa.
"Prendi pure il mio".
Shasei sbarrò gli occhi, incredula e confusa.
"Lo cederesti veramente?".
"Sì. Sai che possiedo lo Sharingan. Con il mio occhio e il tuo Rinnegan sarai la guerriera più potente di tutte le Terre Ninja".
Shasei sorrise.
"Itachi sarà orgoglioso di te", disse a Izumi.
"Ne dubito. Piuttosto, dovrebbe esserlo di te".
"Che cosa intendi?", chiese, confusa.
"Per tutta la vita non ti sei considerata altro che un pezzo di carne morta, creata per distruggere tutto quello che si trovava sulla sua strada.
Ma non è così. Itachi si era pentito di quello che mi aveva fatto e appena ne ha avuta l'occasione mi ha sostituito con te. Hai sciolto il suo cuore di ghiaccio e grazie alle sue parole sei diventata una persona vera e propria. Ora non sei più un'estranea in un corpo estraneo, ma Shasei Uchiha, creata da Itachi per provare amore e sentimento".
Shasei si sentì in imbarazzo, diventando rossa in viso.
"Ti dirò di più. Itachi non ti ha sostituito. Ti ama ancora e lo farà per sempre".
Izumi sorrise e nonostante fosse debole, il suo sorriso era forte e sincero.
"Basta con i sentimentalismi. Operami e facciamola finita", esclamò con un debole entusiasmo.
Attivò lo Sharingan Ipnotico mentre Shasei la faceva sdraiare su uno dei blocchi di marmo, con sull'altro il materiale necessario per eseguire l'operazione.
Prese il pugnale e caricò il colpo quando Izumi le disse:
"Abbine cura"
"Lo custodiro' come una reliquia".
Poi colpì.

Itachi era troppo preso dallo scontro per preoccuparsi di Shasei; neanche quando l'aveva sentita urlare si era voltato per capire cos'era successo, neppure quando aveva visto il Mille Falchi attivo.
Impazziva nel non sapere cosa le era accaduto, ma Shisui non lo lasciava respirare neanche per un istante e purtroppo doveva concentrarsi sul combattimento.
L'unica cosa che poteva fare era pregare che non le fosse successo niente di grave.
"Tecnica del Richiamo!", urlò Shisui, posizionandosi correttamente al centro di un cerchio.
Da una nuvoletta biancastra comparve uno stormo di corvi dal piumaggio nero e dagli occhi sanguigni. Attaccarono Itachi all'unisono come un'unica entità, beccandolo e graffiandolo su tutto il corpo.
"Arte del Fuoco: Palla di Fuoco Suprema!".
Itachi si difese dai corvi con quella tecnica infuocata, arrostendo per bene gli amati uccelli di Shisui.
"Non ti voglio fare del male", disse Shisui.
"L'ho capito fin da subito. Stai cercando di eseguire meno tecniche possibili, concentrandoti sullo scontro corpo a corpo, permettendomi di utilizzare il mio Sharingan".
"Finalmente hai capito. Ma sono costretto a sconfiggerti. Non posso fare altrimenti".
"Lo so bene".
Shisui si mise in posizione quando si bloccò improvvisamente, imitato da Itachi; tutti e due erano stati pugnalati alla schiena da una copia del nemico, per scomparire in una nuvoletta.
I due caddero a terra, sorreggendo la schiena con una mano, sporcandola di sangue.
Shisui diede allora un calcio dritto in faccia a Itachi, stramazzandolo a terra con la pancia in su.
Il nemico strisciò con i gomiti verso l'avversario e con un po' di difficoltà s'inginocchiò, estraendo il kunai.
"Ehi!", fu l'urlo che impedì a Shisui di uccidere Itachi.
I due ninja si voltarono verso l'origine dell'urlo.
Shasei li stava osservando con mezzo volto bruciato e l'occhio destro coperto dalla mano sinistra.
"No...", mormorò Itachi a mezza voce.
Ora capiva. Shasei aveva urlato perché Izumi le aveva strappato l'occhio; la vide stesa sul blocco di marmo, ricoperta da una serie di fasciature, con sopra una carta rossa e il simbolo del sigillo.
"Perché non mi affronti?", provocò la ragazza.
"Ti avverto però" Shisui si alzò in piedi con difficoltà "non puoi sostenere il mio sguardo".
"Adesso posso".
Il ninja capì troppo tardi.
Shasei scoprì l'occhio destro, mostrando lo Sharingan Ipnotico di Izumi Uchiha.
Il mondo parve rallentare.
Il cielo divenne stranamente arancione, accompagnato da nuvole nere e una luna di sangue.
Maledizione. Sono finito nella Tecnica della Luna Insanguinata, pensò con rabbia Shisui.
Si ritrovò crocifisso su una base di legno simile a una croce, con davanti a sé centinaia di migliaia di copie di Shasei al negativo.
"Dove mi trovo?".
"Non siamo più nel modo reale",  mormorò una copia avvicinandosi alla croce, conficcando la katana nella carne di Shisui.
Il ninja soffocò un verso di dolore mentre Shasei estraeva la spada.
Si avvicinò un'altra copia e anche questa trafisse il ninja.
"Per le prossime settantadue ore ti traffiggero' con questa spada", disse la seconda copia, alternando i colpi con quelli della prima.
Stavolta Shisui non poteva non urlare; quelle pugnalate lo facevano un male indescrivibile e impaziva se pensava che sarebbe rimasto lì per tre giorni.
Ma quando sperava che il peggio non sarebbe mai arrivato, vide centinaia di lame nere arrivargli addosso, trafiggendolo su tutto il corpo.
Shisui urlò e sbraito' come un ossesso, lanciando fuori con foga la sua voce, come se tutti dovessero sentirlo urlare dal dolore.
Quando smise di urlare, il cielo si scuri' e la luna sbianco', assumendo quel colorito che mostrava ogni notte.
Shisui ritornò nel mondo reale stanco ed esausto; sudava freddo e respirava affannosamente.
Shasei lo stava osservando con lo Sharingan ancora scoperto.
Il ninja cadde in ginocchio.
"Come hai fatto a...?", chiese Shisui, quasi senza voce.
"Ho letto molto nella mia vita".
Il ragazzo sorrise, mentre il suo corpo cominciava a sgretolarsi in minuscoli coriandoli di carta bianca, cominciando dalle gambe.
"Itachi...", chiamò Shisui, voltandosi verso l'amico.
"Cosa c'è?".
"Hai fatto un ottimo lavoro con lei. Sarà una grande guerriera".
"Non ne dubito".
Shisui si rivolse verso Shasei, col corpo semi disinteressato.
"Proteggi il mio amico. Proteggi il tuo creatore".
"Lo farò con piacere".
Shisui sorrise, mentre il suo corpo si sgretolò in coriandoli bianchi, mirando al cielo stellato.
Io non proteggero' il mio creatore.
Proteggero' mio padre, pensò Shasei, ammirando la nube bianca che usciva da quel tempio.

L'altra faccia di ItachiWhere stories live. Discover now