Quarto Palloncino.

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Non sapevo di poter disegnare così bene, non ci avevo mai provato.
L'azzurro oceano degli occhi che stavo dipingendo stava venendo benissimo. Era rilassante, pensai che avrei dovuto farlo più spesso.

Stavo aspettando con ansia Nicholas, con il quale avevo un appuntamento qualche minuto dopo.
Non dovetti aspettare ancora per molto, perché sentii il campanello e dovetti poggiare il pennello per alzarmi ed andare ad aprire. Mi strinsi nel maglione ed aprì la porta.
La figura davanti a me era la solita: un uomo alto e con un fisico invidiabile (che, in effetti, invidiavo), due occhi verdi ed un atteggiamento professionale. Anche se con me non aveva mantenuto l'atteggiamento professionale già dopo una settimana che ci vedevamo per le indagini.

"Hey" mi salutò. "Ciao" ricambiai. Mi scostai e gli feci segno di entrare, cosa che fece.
"Seguimi" gli dissi, conducendolo in cucina, dimenticando la mia tavola sulla sedia. Nicholas notò il disordine sul tavolo, era pieno di pennelli e colori a tempera; mentre io ero girato a preparargli un caffè.
"Che stavi facendo?" Mi chiese, con una nota d'interesse.
Mi girai e, vedendo quel soqquadro, risposi:"Dipingevo".
"Da quanto tempo dipingi?" Mi chiese.
"Da quando ho scoperto che so farlo. Non sono Picasso ma mi aiuta a rilassarmi e fa passare le ore delle giornate interminabili".
"Posso vedere?".
Annuii, e, dopo aver acceso la fiamma sotto la caffettiera, presi il dipinto poggiato sulla sedia stando attento a non sporcarmi le dita, e lo alzai.

Nicholas sorrise:"Sei bravo!".
Feci spallucce:"Me la cavo". Ripoggiai il dipinto dov'era e cominciai a mettere un po' in ordine, poggiando tutto quello che c'era sul tavolo su una mensola.
Non mi era mai importato molto dell'ordine in casa mia da quando non c'era nessuno -come Louis- ad ammirarlo.

"Allora... cosa volevi dirmi?" Chiesi, una volta finita la mia operazione. Mi sedetti di fronte a lui.
"Ah, giusto" ricordò, "Sembra davvero che siamo vicinissimi a sapere dov'è Louis".
A sentire il suo nome qualcosa dentro di me si mosse. Ero abituato a pensarlo ma non lo pronunciavo né lo sentivo.
Ma soprattutto, un'immensa felicità mi assalì, tanta che non ero più abituato a provarla.

Sorrisi e spalancai gli occhi. "D-davvero?" Chiesi. Nick alzò una mano come per dire stop:"Non puoi cantare vittoria, Harry. Devo prima chiederti alcune cose: se tutto quadra, quello che ti ho detto prima è vero". Il mio sorriso si spense ed improvvisamente tutto tornò come prima.
"Allora dimmi...".
"Tu prometti di-"
"Rispondere sinceramente, sì, lo dici ogni volta" completai la frase.
Nick annuì. "Ti spiego: abbiamo appena arrestato un uomo -che di cognome fa Martin- perché è stato trovato nella sua auto un chilo di cocaina. Però non aveva soldi, ed ha confessato che era diretto ad un aereoporto. Dopo molto tempo ha confessato anche che stava andando in aereoporto dal suo capo, di conseguenza non è lui che vende quella droga".

"Sì, ma" interruppi, confuso, "Non capisco come tutto questo possa centrare con la scomparsa di Louis".
"Aspetta e ascolta! Dicevo," continuò Nick, "Non ha voluto dire il nome di quest'uomo ma solo che è molto potente -anche se sicuramente glielo tireremo fuori. E praticamente sappiamo anche che quest'uomo viaggia di capitale in capitale, e che ha un sacco di identità ed un sacco di soldi, e che non perdona, è spietato. Ma arrivando al dunque, ha detto che l'ha costretto a cambiare vita ed a unirsi a lui perché una volta non aveva saldato un debito, altrimenti avrebbe ucciso prima tutti i suoi cari ed infine lui. La famiglia di quest'uomo che ora è in carcere l'aveva dato per disperso, finché sua figlia non è entrata nella polizia e ha avuto i mezzi necessari per trovarlo, senza mai denunciarlo. Infatti sono uno dei pochi a sapere che è sua figlia.
Tu mi hai detto, tempo fa, che Louis ha avuto un periodo in cui è caduto, diciamo moralmente ed in cui si è drogato. La domanda che voglio farti è: Louis, nell'ultimo periodo prima di scomparire, chiedeva o spendeva troppi soldi?".

Ero come sconvolto e non sapevo cosa rispondergli.
"N-non credo... Louis ha sempre avuto la responsabilità di controllare i soldi tra noi due, e non li chiedeva mai a me..." risposi, "Però, ricordo che nell'ultimo mese prima della sua scomparsa non spendeva più niente... non mi portava più fuori a cena ogni settimana... e diceva sempre che era a rosso e che non voleva più chiedere soldi ai suoi..." cominciai a ricordare ed improvvisamente le due storie quadravano perfettamente.
E la cosa non mi piaceva per niente.

"Era in un qual modo nervoso, o teso?".
"Usciva molto, e sembrava teso" risposi, con sguardo basso ed un cipiglio.
Mi alzai e presi una tazzina per versarvi dentro il caffè pronto già da un pezzo. "Tu... credi che a Louis sia successa tipo la stessa cosa?" Chiesi, porgendogli la tazzina e sedendomi di nuovo.
"Esatto. Ho subito pensato a lui. Ricordi quando abbiamo pensato che lui stesse girando di città in città perché a Vienna abbiamo trovato la sua collana in un hotel? Quella di sua madre?" Io annuii.
"Be', Martin ha detto che quest'uomo ha diciamo 'sede' a Vienna, è come un punto di riferimento per lui, ma ovviamente essendo molto furbo non resta mai lì per un tempo prolungato. Quindi adesso tutto quadra ancora di più".

Non risposi, ed intanto lui finì il suo caffè. Quando lo ebbe fatto, mi alzai e, con sguardo basso gli risposi:"Ho bisogno di tempo per riflettere su questa faccenda, devo pensare se è davvero probabile...".

"Ho capito," disse Nick sorridendo ed alzandosi, "Vado".
Gli sorrisi appena senza mostrare i denti e lo seguii verso la porta. Gliela aprì e gli dissi:"Ci sentiamo". Nick annuì ed uscì.

Andai subito in camera mia e la prima cosa che pensai di fare fu un'altra lettera. Non ci pensai due volte e cominciai a scrivere subito, anche se non sapevo precisamente cosa scriverci.

Caro Louis,
Penso di essere molto vicino a trovarti. Non voglio farmi false speranze, ma ho più informazioni di quante ne avevo un'ora fa. Mi si è aperto un mondo, Louis, e la voglia di riabbracciarti si è moltiplicata.
Non è davvero la miglior situazione in cui ti avevo pensato ma va bene lo stesso.

Ti giuro su quanto ti amo che verrò a salvarti da quella merda, se ci sei davvero.

Ti amo.  

Harold.

Ed ancora una volta, un puntino bianco nel cielo azzurro. Solo che questa volta non era bagnato di lacrime.

White Balloons {L.S.} Donde viven las historias. Descúbrelo ahora