Capitolo 2

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"Ehi, Adam, cosa cazzo stai facendo! Frena!"
"È quello che sto cercando di fare".
"O merda! Così andremo a schiantarci. Non voglio morire!"
"Zitto, non morirai".
"O mio Dio, stiamo andando a schiantarci contro quella casa e tu dici che non moriremo? Adam, frenaaaaaaa!"
"Non frena lo vuoi capire!? Chiudi quella maledetta bocca e lasciami concentrare".
Concentrare?! Stiamo praticamente andando incontro alla morte e lui deve concentrarsi a fare cosa se la macchina non frena?
"Ethan, cosa diavolo hai intenzione di fare?" mi chiede visto che ho appena aperto lo sportello dell'auto.
"Lascio che tu muoia da solo. Addio" e mi lancio fuori lasciandomi rotolare nell'erba.
Disteso a terra, seguo con gli occhi la macchina che prosegue a folle velocità. Inerte, la osservo travolgere il fienile accanto alla casa dove pensavo che si sarebbe andata a schiantare.
Con il cuore che batte all'impazzata, mi alzo e corro verso il mio amico. Devo ammettere che è stato bravo a mantenere la giusta lucidità necessaria per attutire il colpo. Lo vedo venire fuori tutto impolverato e ricoperto di paglia. Corre a più non posso. Sicuramente teme di essere scoperto dal padrone.
"Corri Ethan, scappa!" mi urla mentre mi raggiunge.
Guardo oltre le sue spalle e, da quello che resta del fienile, vedo uscire fuori un energumeno con un fucile in mano pronto a prendere la mira per colpire.
"Giù" grido saltandogli addosso per farlo cadere a terra e metterci al riparo.
Il proiettile ci sfiora una, due volte. Istintivamente mi tappo le orecchie.
"Lei è pazzo!" urla Adam all'uomo alzando la testa da terra. Vedo il proiettile sfiorare il suo orecchio mentre l'uomo urla parole irripetibili.
"Adam, stai giù maledizione". Poggio la mano destra sul suo capo e premo per metterlo giù.
"Ci sta sparando. È pazzo" urla con rabbia cercando di liberarsi dalla mia stretta.
"Gli hai distrutto il fienile".
"Dovevo distruggergli la casa? Sarei morto. Che ringraziasse il cielo che è andata così. Forza, al mio tre...gambe. Uno...due...si sta avvicinando, via!"
Corriamo come non ho mai corso in vita mia. Raggiungiamo la strada, blocchiamo la prima macchina che passa e convinciamo la donna alla guida a darci un passaggio fino alla fermata dell'autobus.
"Stavamo andando bene, peccato" esordisce Adam mentre guarda fuori dal finestrino seduto sull'autobus che ci porterà a casa.
Potevamo morire e lui pensa che stavamo andando bene. Bene sta per 'stavamo toccando i 250 km orari'. Che rabbia!
"Non ci sto più".
"Spiegati".
"Tu sei pazzo. Leon è pazzo più di te. Potevamo ucciderci. Dove diavolo ha preso quell'auto? Prima doveva farla controllare. Sai che ti dico? Lo ha fatto apposta. Starà ridendo alle nostre spalle. Su, Adam, svegliati! Credi veramente che sia disposto a scommettere su due pivellini come noi?"
"Non me l'ha data Leon la macchina".
Mi giro di scatto verso di lui.
"Cosa stai cercando di dirmi?"
Non voglio credere che il mio amico sia diventato realmente un ladro.
"La macchina. Non me l'ha data Leon".
"E chi, allora?" È diventato un ladro.
"Veramente non l'hai riconosciuta? È la vecchia Dodge del signor Johnson".
"Johnson?! Quel signor Johnson?" Il mio vicino di casa. Ottant'anni suonati.
"Ne conosci altri?"
"Adam! Quella macchina ha persino un nome:Juliette. Tutte le mattine la lucida con la sua immacolata pezzetta. Non ci va in giro per paura che qualcuno la possa sfrisciare. Era di sua moglie!"
"Era un rottame".
"Non ci posso credere. Ma nel tuo petto batte un cuore?"
"No, ho un orologio al suo posto".
"Perché devi fare sempre il cretino? Quel rottame, come tu lo chiami, per lui aveva un valore inestimabile".
"Valore inestimabile? Neanche frenava! Dimmi piuttosto che gli abbiamo salvato la vita! Pensa se gli fosse venuto in mente di farci un giro. Ora sarebbe bello che morto".
"Adam, era della moglie. Lei è morta e quell'auto..."
"Ferro vecchio vorrai dire".
"Quell'AUTO apparteneva alla moglie. Per lui era un ricordo da custodire che tu hai dapprima rubato e poi distrutto".
"Okay, è successo. Non l'avevo rubata, l'avevo presa in prestito. Gliel'avrei restituita. E poi, se vuole, potrà scegliere di aggiustarla". Non so più cosa rispondere. Penso al signor Johnson e alla sua reazione quando scoprirà il furto. Mi sento male. Ho fatto male a dare retta ad Adam e seguirlo in questa follia. Oggi ci è andata bene ma potevamo morire a colpi di fucile. Tre giorni fa ha preso una curva a una velocità assurda e ci siamo capovolti. Per fortuna ce la siamo cavata con qualche livido. Una settimana prima io avevo fuso il motore: per l'eccitazione mi sono dimenticato che esistono altre marce oltre la seconda. Dice che diventeremo lo spauracchio delle corse. Penso che diventeremo le comiche delle corse.
"Io sono arrivato" dico e mi alzo in piedi per spingere il pulsante e prenotare la fermata.
"Ci vediamo domani a scuola".
Guardo il suo volto impassibile, privo di qualsiasi emozione. Come fa ad essere così freddo dopo quello che è successo? Se non ci fossi stato io penso che invece di scappare avrebbe affrontato il tizio che gli sparava contro. È seduto, calmo, come se fosse di ritorno da una semplice passeggiata. Al contrario, io ho le gambe che ancora mi tremano quando scendo dal l'autobus e percorro i pochi metri che mi separano da casa.
Entro dentro. I miei sono ancora al lavoro. Vado in bagno e mi faccio una lunga doccia per togliere la polvere che ho addosso ma soprattutto per eliminare la sensazione di angoscia che ho al pensiero della reazione che avrà il signor Johnson.

Più forte dell'amore 4 ETHAN & CHARLOTTE [The stronger love series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora