CAPITOLO VII

393 23 0
                                    

Mi abbracciò.
Era passato parecchio tempo dall'ultimo abbraccio che ci eravamo dati.
La mia mente era annebbiata dai tanti ricordi e dalle tantissime emozioni che provai in pochi secondi.
Mi era mancato,
mi era mancato tantissimo
mi erano mancati i suoi abbracci
e le sue parole dolci.
"Non piangere per favore, mi si spezza il cuore a vederti così"mi disse dolcemente.
Non potevo fare così però, non potevo odiarlo per tre anni e dopo mezzo secondo piangere davanti a lui.
Dovevo assolutamente prendermi del tempo e riflettere.
Mi alzai dal divano dove stavo fino a poco prima e cominciai a riandare in camera.
Notai la sua espressione spaesata ma non mi interessava, avevo bisogno di tempo per pensare.
Nessuna parola fu detta anche se tante erano quelle da dire.
Avremmo potuto entrambi scegliere fra tutte le parole esistenti eppure non riuscimmo a trovarne nemmeno una che potesse andare bene.
Accostai la porta e lentamente mi misi sotto le coperte; cercavo di dormire ma era come se mancasse qualcosa.
Cercavo di non pensare a nulla e addormentarmi di nuovo ma più tentavo e meno riuscivo nel mio intento.
Sentii la porta aprirsi ma non ci feci molto caso.
Sentii poi il materasso alzarsi improvvisamente e senza il tempo di rendermene conto una mano cominciò ad accarezzarmi il viso.
"Mi spiace davvero tanto.. non puoi nemmeno capire quante notti in bianco abbia passato a pensarti e capisco che tu ora sia confusa quanto lo sono anche io, però non riesco a stare lontano da te dopo tutto questo tempo".
Disse tutto questo con una semplicità unica,come se le stesse dicendo con tutta la spontaneità che avesse.
Mi girai verso di lui e mi presi un minuto per guardarlo.
Era davvero cambiato, si era fatto crescere i capelli e i suoi lineamenti ora erano nettamente più accentuati.
"Damiano.. io sinceramente non saprei neanche bene cosa dire: una parte di me vorrebbe dirti che mi sei mancato da morire ma l'altra parte mi ricorda di quanto mi abbia fatto soffrire" dissi senza pensare e forse avrei dovuto rifletterci due secondi, dato che lo vidi subito rattristarsi.
"Va bene.. allora tu prenditi del tempo per pensare e scegli ciò che ti sembra più giusto fare" disse con lo sguardo rivolto in basso.
Stava per alzarsi quando lo presi per una manica e lo abbracciai.
"Mi sei mancato" gli sussurrai piano.
Era vero mi era mancato davvero tantissimo ed ero sicura che ci era rimasto parecchio male per ciò che gli avevi detto prima.
"Anche tu, tantissimo" mi disse stringendomi un po' di più.
Mi diede un leggero bacio sulla guancia e si staccò dall'abbraccio.
In quel momento eravamo in una situazione parecchio imbarazzante, poiché nessuno dei due sapeva cosa fare.
Gli chiedevo se avesse voluto rimanere con me?Però così sarei andata contro me stessa, visto che volevo prendermi del tempo.
Mandai mentalmente al paese tutte le domande e i pensieri che mi passavano per la mente e feci prevalere l'istinto come prima.
"Vuoi rimanere qua?" gli chiesi.
"Tu vuoi?" rispose alla mia domanda con un'altra domanda  guardandomi negli occhi.
"Certo" dissi abbozzando un sorriso.
Sorrise e poi uscì dalla camera penso per prendere qualcosa.
Tornò con in mano il suo telefono, si mise di fianco a me sul letto e poi cominciò a guardarmi.
"Che c'è?" chiesi io.
"Nulla.. solo che sei cambiata".
Poi accese il telefono e la prima cosa che notai fu il suo blocco schermo.
Era una nostra foto che ci avevano scattato al compleanno dei miei 13 anni, un po' prima che succedesse tutto quanto.
"Da quanto.." cominciai io.
"Da sempre.. da quando te ne sei andata via, era l'unica foto nostra che avessi"
Presi il telefono e cominciai a guardarla.
Eravamo sorridenti e ci stavamo abbracciando; quel giorno lui mi aveva anche cantato una canzone.
Aveva avuto da sempre una voce fantastica anche se non lo dava a vedere spesso.
"Mi ricordo benissimo di quel giorno, della canzone , delle risate e di tutto quanto" dissi guardandolo negli occhi.
Sia i miei che i suoi occhi, trasmettevano tristezza e delusione.
Entrambi ci eravamo delusi l'uni con l'altro e ne eravamo stati male.
Entrambi però adesso avevamo una minuscola speranza.
Ed entrambi speravamo di non essere nuovamente delusi.
"Ogni volta che aprivo il telefono e vedevo quella foto era 'n colpo al cuore, ma faceva ancora più male cercare di dimenticarti"
"Penso sia meglio non pensarci per ora... che ne dici?"
"Va benissimo per me" rispose sorridendo.
Forse quella mia proposta lo aveva reso veramente felice,magari era l'unica cosa che voleva: non parlarne più.
Entrambi ci mettemmo sotto le coperte e io chiusi gli occhi.
Stavo quasi per addormentarmi quando sentii due braccia circondarmi.
Solo in quel momento realizzai quello che precedentemente mi aveva detto Damiano.
Gli piacevo?
Ma perché?
E ora invece?
Quelli sarebbero stati problemi per il giorno dopo, decisi infatti solo di azzerare i miei pensieri e di godermi il calore di quelle braccia.

Il giorno dopo
Aprii lentamente gli occhi cominciando a guardarmi attorno.
Non sentivo più il calore che mi aveva accompagnato durante la notte.
Damiano non era più nel letto perciò decisi di andare giù e vedere se riuscissi a trovare Caterina per chiederle scusa.
Mi misi una tuta al volo per non scendere in pigiama e cominciai ad incamminarmi per il corridoio.
Arrivata giù trovai solo Caterina sul divano dove la sera prima avevamo parlato io e Damiano.
"Cate" dissi io.
Lei si girò ridendo e questo mi sorprese.
"Perché stai ridendo?"
"Perché mi hai chiusa fuori ieri" disse con un sorriso.
Okay per fortuna non era arrabbiata.
"Si scusami davvero tanto Cate, è che mi sono addormentata" dissi con un velo di mortificazione "poi mi sono svegliata e sono scesa pensando di trovarti e invece.." non riuscii a finire ciò che volevo dirle poiché prese lei la parola.
"Fammi indovinare sei scesa giù,hai trovato Damiano e ha dormito con te vero?"
Rimasi sbalordita, come aveva fatto a capire tutto?
"Ma come lo sai?"
"Non ci vuole molto per capirlo dato che 1 sei scesa sorridente, cosa che non facevi da tempo,2 sono stata anche io per un po' a vedere la tv con Damiano e 3 sono entrata in camera per prendere il cambio e vi ho trovati abbracciati"
"Okay mi hai sbalordita" dissi ridacchiando.
"Allora.. avete chiarito?" chiese lei sporgendosi dal divano mentre io andavo in cucina per fare colazione.
"Diciamo di sì, vedi lui.." e cominciai a spiegargli ciò che avevamo detto la notte precedente.
"Quindi a lui piacevi?!" chiese lei sbalordita.
"Shh cosa ti urli?"
"Tranquilla tanto ora stanno alle prove e torneranno fra un po', ora rispondimi"
"Bhè sì.. ha detto così è sinceramente non so se affrontare o no questo discorso"
"Ma a te lui piace?"
"Ti pare?! Assolutamente no, è sempre stato e per sempre sarà solo un amico" risposi fermamente pensando a lui.
Cominciai anche a pensare però alle sensazione che mi aveva fatto provare quando la sera prima mi aveva circondata con le braccia sotto le coperte.
Mi sentivo di nuovo in pace con me stessa e sentivo come se mi frullasse la pancia.
Mi piaceva?
No assolutamente no... giusto?
"Mh vedremo" mi disse con un sopracciglio alzato.
Dopo aver fatto colazione andai a lavarmi e scesi nuovamente giù.
"Che ne dici di andare a fare due passi?" proposi a Caterina.
"Assolutamente sì"
Anche se in tuta cominciammo a camminare per le vie di Milano.
Entrammo in un paio di negozi e alla fine decidemmo di restare a pranzo fuori.
"Entriamo qui?" disse la mia amica indicando un ristorante a pochi metri da noi ed io annuii.
"Salve, posso aiutarvi?" Ci domandò una cameriera bassina.
"C'è un tavolo per due?" Chiese la mia amica.
"Sì certo seguitemi" disse e ci portò ad un tavolino ad un angolo della sala.
"Da quando siamo arrivate hai chiamato almeno una volta i tuoi genitori?"
"Sì Cate l'ho chiamata addirittura tre volte" risposi fiera di me stessa.
Avevo un problemino con la memoria e capitava spesso che mi dimenticassi di fare qualcosa, specialmente di chiamare mia madre.
"Ti meriti un applauso allora" disse sorridendo.
Il tavolo tremò per un momento, segno che mi era arrivato un messaggio.
"Chi è?" chiese la bionda di fronte a me.
"Non ne ho la minima idea, è... Damiano?!"dissi sorpresa.
Bhè in effetti anche se non ci vedevamo da tre anni aveva ancora il mio numero.
"E cosa dice?" si sporge verso il telefono curiosa.
'Ei ma dove siete?' lessi mentalmente.
"Chiede dove siamo"
"Che fa si preoccupa?"
"O magari semplicemente è tornato, ha visto che non c'eravamo e se lo stava chiedendo"
"Cosa gli rispondi?"
"Bhè non penso sia molto difficile.. gli dico che stiamo pranzando fuori"
'Abbiamo deciso di pranzare fuori :)' scrissi il messaggio e lo mandai.
"Allora cosa prendi?"

Finito di mangiare continuammo a girare un po' per il centro di Milano.
Mentre eravamo in un negozio e Caterina stava provando un paio di jeans io cominciai ad ispezionare l'area degli accessori.
Quando ancora ero a Roma con Damiano andavamo spesso in negozi a provarci gli occhiali e le collane più coatte e pacchiane che ci fossero.
Trovai un bracciale molto semplice con appeso un piccolo ciondolo con la lettera E.
Decisi di prenderlo e sfilandolo notai che ce ne era uno con la D; non era troppo femminile data la semplicità ma non ero sicura del se prenderglielo o no.
Avevamo risolto neanche da un giorno ed ero stata io la prima a dire che avevo bisogno di tempo.. insomma sarei potuta sembrare incoerente.
"Che fai?" spuntò Caterina che mi fece prendere un colpo.
"Stavo vedendo questo bracciale con l'iniziale e ho trovato questa con la D, secondo te prendergliela sarebbe troppo?" ovviamente non mi servì specificare a chi avrei dovuto o no prenderlo.
"Ma prendiglielo cosa ti frega" disse alzando gli occhi al cielo.
Così andammo alla cassa e dopo aver pagato cominciammo ad incamminarci verso "casa".

N/A
eiei grazie a tutti per le stelle e per i commenti!! Sto già lavorando al prossimo capitolo in modo da poter aggiornare anche durante le vacanze❤️
Commentate commentate❤️❤️

forgot// Damiano DavidWhere stories live. Discover now