La verità di Oliver - prima parte

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La festa per Oliver fu bellissima, allegra, divertente e ci fu tanto da mangiare, da bere e da ballare.
Elio suonò il piano e non era un brano qualsiasi. Oliver lo riconobbe dalle prime note, era Bach e quello era il brano che aveva suonato per lui quella famosa estate. Gli era mancato.
Ogni volta che sentiva un piano o una chitarra tra le strade della sua città, subito pensava a lui.
Beveva mentre lo guardava. Poi si avvicinò a lui per mettersi accanto a lui e Elio gli sorrideva felice.
Misero un po di musica, tutti ballavano e Elio stava per andare a prendere da bere ma Oliver prese la sua, si lasciò portare al centro e si ritrovò a ballare con lui. Era bello sentire le sue braccia attorno al suo corpo e quel movimento che lo cullava. Era un ballo lento ma divenne sensuale. I suoi genitori li stanno guardando mentre ballavano anche loro e sorridevano.
- sono felice per loro - disse la signora pelman. - sarà difficile quando Elio se ne andrà ma é giusto che segua il suo cuore e la sua strada. Oliver é la persona giusta -
- torneranno a trovarci - disse il mr pelman. - e andremo anche noi da loro -
La festa andò avanti fino a tardi, Elio e Oliver salirono sopra dopo aver dato la buonanotte. Era arrivato il momento. Entrarono nella stanza, erano emozionati e Oliver portò Elio sul letto.
- non vedevo di stare su questo letto con te e sapere cosa é successo in questi anni, ci penso da quando mi hai detto quelle parole qui - disse Elio fremendo.
Oliver gli prese la mano e gliela baciò.
- io ho immaginato questo momento tante volte. Volevo tornare tante volte qui e avrei voluto continuarti a scrivere ma se lo avessi fatto, avrei sbagliato - disse Oliver iniziando.
- sbagliato? Perché? - chiese Elio confuso. - non capisco -
- Elio, tu avevi diciassette anni. Avevi la scuola da finire, dovevi pensare al tuo futuro e non era giusto che io ti portassi via. Che vita ti potevo dare? Così ho trovato un lavoro per mettermi da parte dei soldi per provvedere ad entrambi - rispose Oliver spiegandogli le sue ragioni.
- non mi sarei importato di vivere in un buco. Sarebbe stato fantastico perché eravamo insieme. Io volevo solo te e poi mi sarei trovato anch'io qualcosa - disse Elio a quella confessione. - ma capisco il tuo sacrificarti per la nostra vita insieme. É un sacrificio d'amore. Nessuno lo aveva mai fatto per me. Hai pensato a me per quei anni e hai sofferto forse più di me. É ammirevole quello che hai fatto -
Elio si rese conto che c'era altro, lo sguardo di Oliver gli diceva che qualcosa era successo.
- Oliver, che cosa é successo in America? - chiese Elio preoccupato, mettendogli una mano sulla sua. - puoi dirmi tutto. Puoi appoggiarti a me. Sono forte -
- non volevo darti questo peso - disse Oliver sospirando.
- nessun peso. Sfogati con me - disse Elio spronandolo.
Oliver prese coraggio e inizio.
- quando sono tornato a casa, mi sono rimboccato le maniche e ho iniziato subito a cercare un lavoro. Mio padre voleva darmi una mano ma non glielo permesso. Non volevo favoritismi, volevo farcela da me. Volevo costruire con le mie sole forze il nostro futuro. Un giorno sono andato con lui a giocare a tennis e abbiamo fatto una partita con un suo amico e la figlia Elizabeth. Mi sono trovato subito bene con lei. É nata un bella amicizia. Lei é dolce, divertente e molti indipendente. Non era una cosa causale, mio padre e quello di Elizabeth volevano io e lei ci fidanzasimo. Decisi di affrontarlo. Ricordo quando fossi arrabbiato con lui... '
Elio ascoltava in silenzio il racconto.

Flashback...

Oliver entrò nell'ufficio di suo padre furioso.
- che modi sono, Oliver? Cosa ti prende? - chiese il padre infastidito.
- come osi programmare la mia vita? Con quale diritto vuoi che sposi Elizabeth? - chiese lui furioso.
- Elizabeth é la donna giusta per te. É una ragazza di buona famiglia, molto intelligente e solare. Siete perfetti. Sarebbe sciocco da parte tua non cogliere questa opportunità.  - rispose suo padre spiegandogli. - qualsiasi italiana hai incontrato dimentica. Non fanno per te -
- non ho incontrato nessuna italiana - disse Oliver sincero. - ma decido io per la mia vita e adesso ho una chiamata da fare -
- una chiamata al figlio del tuo professore - disse suo padre con un tono strano.
Si girò verso di lui e suo padre buttò sulla scrivania le lettere che Elio gli aveva scritto.
- non avevi il diritto di aprirle - disse Oliver per l'invasione della sua intimità. - erano lettere private -
- sei mio figlio. Posso farlo, soprattutto se ti vuoi rovinare la vita a causa di un ragazzino e infangare questa famiglia con il tuo capriccio - disse suo padre autoritario. - da oggi non gli chiamerai più e non gli manderai lettere. Da oggi Elio Pelman uscirà per sempre dalla tua vita e ti metterai con Elizabeth Chambers -
- non lo farò. Elizabeth o io non meritiamo questo e poi fattene una ragione: io amo Elio - disse Oliver deciso.
- non ti ho cresciuto così - disse suo padre indignato. - mio figlio non sarà mai un deviato -
- non sono un deviato, non é un peccato essere bisessuale e se vuoi far parte della mia vita, dovrai accettare il mio amore per Elio e chi sono - disse Oliver deciso, prima di lasciare il suo studio.

Fine flashback

- mi dispiace, Oliver. Non volevo essere motivo di litigio con tuo padre - disse Elio dispiaciuto.
- non si può chiamare padre, chi non ti accetta per quello che sei - disse Oliver accarezzandogli il viso. - non é colpa tua -
Elio dandogli un bacio sul palmo della mano e chiese: - e tua madre? Come ha reagito? -




Call My By Your Name - Il Ritorno Di OliverWhere stories live. Discover now