We Are Animals

531 22 4
                                    

"Men! The only animal in the world to fear."
-D.H. Lawrence

1985

"Scientists at the National Center of Disease Control released the results of a study which shows that the lifestyle of some homosexuals has triggered an epidemic...
The "Gay Plague" is the center of a political storm - the Moral Majority claiming AIDS is God's punishment for the gay life style...
AIDS is breaking out into the general population...
This isn't just a disease we're talking about here! These people are capable of murdering people when they..
50% of Americans favor quarantine... we're putting them in a nice, comfortable place. Just isolate them!"
Secretary Larouche "We have received proof that the free world, once again, is in danger" interferenza "The radical group of homosexuals, known as the Pink Panthers, has rallied together, more determined than ever, to destroy the means put in place by our scientific and medical communities that keep us all safe and healthy. Although we have created a protective quarantine, no one is truly safe."

"Gli scienziati del centro nazionale del controllo delle malattie hanno rilasciato i risultati di uno studio che mostra che lo stile di vita di alcuni omosessuali ha contribuito alla diffusione di un'epidemia..."
"La "peste gay" è al centro di un temporale politico, la Maggioranza Moralista afferma che l'AIDS è la punizione di Dio contro lo stile di vita omosessuale..."
"L'AIDS si sta diffondendo anche nella popolazione generale..."
"Qui non si parla solo di una malattia ci sono persone capaci di uccidere altre persone quando loro..."
'Il 50% degli americani a votato a favore della quarantena noi li metteremo in posti belli e confortevoli semplicemente li isoleremo..."
Se ne parlava ormai dappertutto. L'AIDS si diffondeva velocemente tra i giovani e tra i titoli di testa dei numerosi canali di news della tv di Louis Tomlinson. Alla fine non era proprio così, non erano stati semplicemente messi in isolamento... La castrazione era ormai nella routine della clinica medica in cui lavorava. Gli sembravano tanto animali in gabbia, come scimmie e topi di laboratorio. Lo era anche lui, sedato da quelle velenose pillole rosa che gli rivoltavano lo stomaco e lo tenevano stretto in una morsa dolorosa. Gli venivano rubate tutte le energie, strappata la vita dal corpo. La stanchezza lo deturpava. Le guance erano sempre più scavate a pari passo con il tempo sprecato a vomitare. Sempre di più. Ormai gli era difficile persino aprire il flacone arancione delle Celibron. Faceva fatica a distinguere quale fosse la realtà da ciò che era sintomo dell'ansia e del dolore. Si alzò dalla poltrona posizionata davanti al televisore nella stanza buia per prepararsi. Si dovette aggrappare con le unghie ai muri per non cadere a causa del forte mal di testa che lo aveva lasciato al buio per qualche secondo. Labirintite. Ogni suono veniva percepito cento volte più forte e un fastidioso eco lo confondeva. Anche un sussurro era un grido. Pensare a tutti quei giorni passati con le orecchie tappate dagli auricolari e dalla sua musica mai troppo alta.
"Abbiamo ricevuto prove che il mondo libero e ancora una volta in pericolo a causa del gruppo radicale degli omosessuali conosciuto come le Pink Panthers, si sono riuniti insieme più determinati che mai a distruggere le soluzioni messe in atto dalle nostre comunità scientifiche e mediche per mantenerci salvi e in salute. Finché non creeremo una quarantena protettiva, nessuno è davvero salvo" Aveva annunciato un giorno il Segretario di Stato Cowell. Avevano interrotto tutte le trasmissioni e lo stemma degli USA era comparso ad allietare tutta la popolazione spaventata, poi? Era stata solo una caduta in picchiata verso il baratro. Aveva smesso di ascoltare la musica. Aveva visto tutti i suoi amici ridursi in mostri magri e putrefacenti come lo stava diventando lui del resto. Lui che veniva invitato a tutte le serate, era forse l'ultimo di quella compagnia, ma ormai aveva perso anche la forza di cantare. Silenzio.
Gli anfibi di Louis pestavano il tracciato di immondizia e detriti mentre si faceva strada attraverso le diverse recinzioni che delimitavano la zona di quarantena. Le mani affondate nelle tasche del suo grande giaccone marrone, stringevano i pollici spasmodicamente. Si sentiva estremamente vulnerabile e si guardava intorno con circospezione, il fiato ansante anche per quei pochi passi e sempre più affaticato. Il sudore scendeva sulle sue tempie e la frangia gli si appiccicava alla fronte, mentre gli occhi nascosti da spessi occhiali da sole si muovevano da un lato all'altro agitati nel tentativo di captare il pericolo nel campo visivo. Si strinse nelle spalle e passò attraverso un varco un po' più stretto, si ritrovò presto stretto alla maglia metallica nel tentativo di non cadere a causa di un mancamento. Si levò gli occhiali da sole e inspirò l'acre odore dei rifiuti. Il sole incominciava ad alzarsi all'orizzonte. Era in ritardo.
"Ferma l'impulso, ferma l'AIDS"
"L'autocontrollo è autoconservazione"
"Celebra il tuo Celibato" citavano i diversi cartelloni appesi alla rete di ferro. In fondo ad ognuno la scritta elegante che citava "Celibron" come ad addolcirne il reale significato. Castrazione chimica.
Sopra ognuno però era stata spruzzata una riga di vernice spray rosa fluo che tentava gli occhi attenti del nostro ragazzo.
"Reagan for president" attirò lo sguardo di Louis più di ogni altra stampa, sopra alla faccia del presidente erano stati disegnati baffi e orecchie da gatto, appena sotto spiccava la scritta"Think Pink" le dita delle sue mani si spinsero verso la vernice e in un movimento proibito raccolsero un po' della vernice fresca sporcandosi i polpastrelli. Saltò indietro alla vista di un tale abominio, lui sapeva che quelle scritte potevano metterlo in seri guai, nascose subito la mano e si affrettò verso l'edificio.
Passò l'alto muro grigio con il ticchettio ritmico del cavo ad alta tensione in cima a questo a scandire il suo tempo. L'immondizia aumentava sempre di più.
"PERICOLO" minacciavano nero su giallo i cartelli di metallo arrugginito affissi ogni cento metri "Zona in Quarantena, non entrare o confisca dei beni, solo persone autorizzate, pene pesanti applicate, atto quarantena aids"
Louis notò immediatamente una figura accasciata tra il legno marcito gettato ai lati dello stretto corridoio, un uomo tossiva e si lamentava costringendolo ad abbassare lo sguardo per timore, per pena, per disgusto.
"Hey, tu mi aiuterai..." iniziò quindi ad urlargli questo e Louis in risposta aumentò sempre più il passo mentre l'uomo, sputando parte del sangue che gli colorava la bocca in modo repellente, in un movimento lesto, gli afferrò le gambe per trattenerlo, ma scalciando e strattonando il debole ragazzo si liberò.
"Aiutami! Porco egoista, sei come noi altri" si guardò appena indietro, ormai era arrivato e il bisogno di vomitare era sempre più impellente. Teneva una mano stretta sullo stomaco per distrarsi e non avere i conati. Non voleva che tutti sapessero che era gay. Lui non era sbagliato. Salì le scale dell'edificio una volta bianco e si fermò davanti alle guardie che aiutarono solo ad aumentare la sensazione di soggezione che provava, il cane al guinzaglio ringhiava sommessamente attraverso i denti serrati deviando la traiettoria del ragazzo a qualche metro di distanza dalla belva.
"Documenti... braccia in fuori" impartivano ordini i due uomini molto più alti e forti del castano "È pulito" sentenziarono una volta passato il metal detector, una volta aperta la porta con su stampato "Dipartimento della pubblica decenza" Louis ci si sfiondò dentro.

We Are Animals - L.SWhere stories live. Discover now