PROLOGO

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Non era la prima volta che il bambino sentiva quei rumori.
Dentro di lui c'era sempre stata una piccola curiositá che chiunque l'avrebbe considerata banale.
Immagina che se lui ne avesse saputo qualcosa, avrebbe vissuto solo e soltanto di terrore puro il resto della sua vita.

La donna, come ogni sera, si sedette accanto al suo piccolo per raccontare una favola della buonanotte.
Non erano favole per bambini quelle che raccontava, come se in fondo volessero insegnare qualcosa di importante.

La signora, dopo il racconto, chiuse la porta al bambino assicurandosi di aver serrato la porta.
Ciò fece insospettire molto il bimbo, ma si limitò nell'attesa dell'udire il tic dell'interruttore abbassarsi, come era solito.
Non vi erano rumori dopo le dieci in punto in casa.

Beh, questa volta però, non fu così.

Quella sera non ci fu nessun suono famigliare che avrebbe potuto tranquillizzare il ragazzo.
Anche il suo semplice tic lo avrebbe tranquillizzato.
Avrebbe preferito udire quest'ultimo invece degli strilli acuti che provenivano dal piano di sotto o degli oggetti cadere a terra rovinosamente.
Dei botti che ci furono a seguire e le luci poliziesche che avanzavano sempre di più verso l'edificio.
Tutto andava troppo velocemente.
Il bambino non capiva più niente.
Strane ombre venivano proiettate sulle pareti mentre la porta d'ingresso veniva colpita e aperta violentemente.
"Non finisce qui Greey".
Fu l'ultima cosa che il bambino sentì quella notte.

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