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-Midoriya...?-
Quando tutto mi sembrava perduto, anche la possibilità di riuscire a tornare a casa, sentii una voce a me familiare chiamarmi. Era la persona che stavo cercando e quando lo vidi non potei non notare che il mio cuore aveva preso a battere più forte.
Saranno state rosse le mie guance? Probabilmente sì.
-Cosa ci fai qui?- mi chiese Todoroki ed io rimasi per qualche secondo senza riuscire a rispondere. Cercai di pensare in fretta ad una soluzione convincente e meno stupida possibile, ma ogni secondo mi sembrava un'eternità.
-I-io... ecco io... be', p-passavo di qui per caso e...- balbettai qualcosa senza successo, di certo non potevo stare in silenzio per troppo tempo.
Per fortuna lui fermò quel tentativo imbarazzante.
-Non importa. Casa mia non è lontana da qui, puoi venire da me stasera- mi disse, solo in quel momento notai che teneva due sacchetti della spesa pieni.
-Ti aiuto-.
Ne presi subito uno e per un attimo la sua mano sfiorò la mia facendomi sentire dei piccoli brividi. Di certo non di freddo.
Lo seguii fino a casa guardandomi attorno ogni tanto dal momento che quelle strade erano nuove per me. Memorizzarle forse mi avrebbe aiutato a non perdermi nuovamente. Arrivati a destinazione notai una volta entrato il totale silenzio che si sentiva in quella casa. Mi chiesi come facesse a non sentirsi solo...

-Qualcosa non va? Perché rimani sulla soglia? Non vuoi restare qui?-
La sua voce mi fece tornare alla realtà, ero rimasto impalato all'entrata come un idiota. Mi affrettai a togliere le scarpe ridacchiando imbarazzato.
-Scusa, stavo pensando-.
Aiutai Todoroki a sistemare la spesa in cucina senza dire una sola parola. O meglio c'era tanto che volevo dirgli, ma non sapevo da dove cominciare. Inoltre avevo paura di dire qualcosa che lo poteva offendere, non volevo perderlo.
Volevo rimanere con lui, ma pensandoci non era una buona idea autoinvitarsi senza alcun preavviso o motivazione. Non sapevo cosa fare.
-Midoriya... si sta facendo tardi. Ti va di passare la notte qui?-
Quella domanda mi lasciò sorpreso e felice allo stesso tempo, non credevo che me lo avrebbe chiesto. Guardandolo negli occhi capii che si aspettava una risposta positiva.
-Ma non voglio darti disturbo-.
Lui scosse la testa.
-Nessun disturbo, tranquillo. Mia sorella non tornerà prima di domani pomeriggio-.
La notizia mi fece arrossire, sarei stato solo con lui tutta la notte.
-Certo, devo avvisare mia madre prima...-.
Uscii dalla cucina e la chiamai il più velocemente possibile. Ci mise un po' a rispondere, ma sapevo che per lei non era un problema.
Tornai in cucina, Todoroki si era messo a cucinare. Non avevo mai mangiato qualcosa preparato da lui prima di allora, ero comunque sicuro che fosse un ottimo cuoco.

-Vuoi un aiuto?- gli chiesi avvicinandomi a lui. Non mi sembrava giusto facesse tutto il lavoro da solo. Quando gli dissi che potevo rimanere mi sembrò molto più tranquillo, ne ero felice.
Dopo cena lavai i piatti, non avevo mai mangiato nulla di tanto delizioso. Mia madre è una buona cuoca, ma lui l'avrebbe battuta sicuramente.
Passammo la serata guardando un film d'azione stando seduti vicini sul divano. Faceva un po' freddo quella sera ed io tremavo leggermente cercando di non farlo notare. Eppure dentro di me l'unica cosa che volevo era stare proprio tra le sue braccia, sentire il suo calore e il battito rassicurante del suo cuore.
In un attimo mi strinse a sé con un braccio come se mi avesse letto nel pensiero. I nostri visi erano così vicini, pochi millimetri separavano le nostre labbra. Io lo guardai perdendomi nei suoi occhi eterocromati così perfetti e, nonostante diversi, in armonia. Istintivamente accarezzai i suoi capelli delicatamente, avevo sempre voluto sentirne la morbidezza. Il rosso del fuoco e il bianco del ghiaccio, nettamente separati l'uno dall'altro. Anche se lui rinnegava una parte di sé, io lo trovavo bellissimo e straordinario. Fu in quel momento che potei finalmente dare veramente un nome a ciò che provavo.

-Tu non sei un mostro- gli dissi guardandolo con determinazione, l'affermazione lo lasciò sorpreso.
Ci furono alcuni secondi di silenzio dove io mi perdevo nei suoi occhi. Fu lui a parlare per primo.
-Per te che cosa sono?-
Non ho dovuto pensarci, non ho voluto aspettare neanche un secondo in più. Il mio cuore batteva come se volesse uscire dal mio petto. Parlai senza esitazione o dubbi.
-Sei tutto ciò che io desidero, tutto ciò per cui voglio lottare, tutto ciò che voglio nella mia vita-.
A quel punto lui eliminò la distanza tra le nostre labbra, fu un bacio dolce che entrambi volevamo. Qualcosa di armonioso e melodioso. Chiusi gli occhi mentre sentivo le sue mani accarezzarmi dolcemente.

Almeno per una notte... [Tododeku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora