Julia Oz vs. Sarpa

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-Dedicato a RecensioniStronze-
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"Svegliati." Disse una voce.
Aprii gli occhi, mugolando. Sentivo che ero distesa sopra qualcosa di morbido, forse un letto. Mi guardai intorno per capire dov'ero, ma era troppo buio per vedere.
Sentii qualcosa toccarmi la mano, poi il soffitto si illuminò di una luce azzurrina: attaccati ad ogni angolo della stanza c'erano dei pilastri di legno, probabilmente servivano per reggere il soffitto. Il pavimento era fatto di marmo.
Ero stesa sopra un letto, accanto a me c'era un'uomo, la sua mano era appoggiata sulla mia.
Il signore aveva le unghie lunghe e artigliate, erano di un colore blu scuro, come una notte senza stelle. La sua corporatura era alta e robusta.
La sua espressione era preoccupata. Due folte sopracciglia nere e spesse sovrastavano grandi occhi grigi. Le sue labbra sembravano violacee e il naso era vagamente aquilino, ma in armonia con il resto del viso. Il tutto era incorniciato da una chioma lunga, scura e liscia come un manto di seta nera.
"Stai bene?" Mi chiese l'uomo.
Cercai di annuire, ma appena mossi il capo sentii un dolore lancinante e strizzai gli occhi dal dolore.
"Aspetta! Bevi questo" disse lui, e mi fece bere un liquido aspro, e quando lo deglutii il retrogusto era orribile.
"Cos'era?" Chiesi schifata.
"Una pozione di guarigione, quella Fenicie t'aveva conciato proprio male!" Esclamò il signore, sorridendo.
"Comunque mi chiamo Sarpa, e tu?" Chiese dopo.
"Julia..." Risposi.
"Ah!" Esclamò Sarpa sorpreso. "Julia Oz? La prescelta?" Mi chiese agitato.
"Sì..." Risposi di nuovo. Come faceva a conoscermi?
L'uomo sgranò gli occhi e iniziò a camminare per la stanza, mormorando qualcosa.
A un certo punto si fermò, fece un respiro profondo e tornò da me, sedendosi accanto al mio letto.
"Devo farti vedere una cosa." Disse lui con tono serio. Dalla sua tunica tirò fuori una sfera di vetro. Dentro si stava formando un'immagine.
"Guarda bene." Ordinò lui.
Mi avvicinai alla palla, la visione mostrava Sam stesa sul suo letto, stava dormendo.
"Odd- Sam!" Gridai, ricuorata.
Sarpa mi guardò, abbozzando un sorriso.
"Vuoi che venga a casa mia?" Chiese.
"Casa tua...?" Chiesi perplessa, poi domandai, sperando di sbagliarmi: "Sono a..."
"Maind." Rispose l'uomo, ora serio.
Mi coprii la bocca, nella mia testa c'era un'unica domanda: com'ero finita qui?
Come se Sarpa mi avesse letto nel pensiero, mi disse: "È stato il potere della Fenice combinato a quello del tuo pendaglio a portarti qui."
"Ma eravamo solo io, Rebecca e Ariele... come hai fatto a vederc-"
"Questa sfera." Rispose. "È in grado di farmi vedere il vostro mondo e quello di Maind, almeno le parti a me accessibili."
"Scusa scusa, un secondo." Dissi. "Che intendi per "parti accessibili"? E di quale pendaglio stai parlando?" Chiesi impaurita. Questa storia non mi piaceva...
"Ogni abitante di Maind è in grado di andare solo in zone specifiche. Pensa al tuo amico: è una Creatura delle Tenebre, non può andare in luoghi proibiti alla sua specie, è così che evitiamo di creare caos nel regno. Riguardo a te..." Fece una pausa, poi l'uomo continuò. "Quando il puma della Lilim ti è saltato addosso eri in pericolo, e quindi i tuoi poteri si sono attivati e hai evocato il tuo pendaglio".
Poteri?
"E come ho fatto ad avere questi poteri?" Gli chiesi tremante, sentivo che stava per succedere qualcosa di brutto. Sentivo di nuovo quello strano calore.
"Quella Stella con un complesso di superiorità te li ha dati." Rispose Sarpa.
"E adesso arriva il difficile..." Sussurrò lui.
Si alzò dal letto, tese la mano e partì un forte vento caldo, che mi bloccò al muro. La luce del soffitto si spense, così la stanza venne avvolta di nuovo dal buio.
"CHE STAI FACENDO?!" Gridai disperata. Sarpa non rispose.
Il calore al petto divenne sempre più doloroso, fino a diventare insopportabile.
Urlavo dal dolore e dalla paura.
"Sto per morire sto per morire!" Continuavo a ripetermi. Davanti ai miei occhi c'era un'Inferno di colori e immagini: un momento prima vedevo mio fratello, quello dopo le mongolfiere della festa, quello dopo ancora Ariele sopra Maxence...
Dopo un tempo che mi sembrò infinito, il calore sparì, il vento smise di tirare e la luce di prima ritornò. Mi accasciai a terra: ero tutta sudore, lacrime e respiri irregolari. Fra le mani tenevo stretta qualcosa di grande e circolare.
Scarpa mi rimise sul letto e prese il pendaglio. Lo aprì e guardò l'interno: dalla faccia sembrava avesse trovato una pepita.
Si alzò di scatto dal letto e uscì sbattendo la porta, aveva fatto cadere per terra il pendaglio.
Mi chinai e lo presi: nell'interno era inciso un grosso albero, con le radici e i rami che si univano ai bordi della miniatura, al centro della pianta c'era una piccola pallina.
Che significava?
Alzai lo sguardo e vidi Sarpa entrare, teneva qualcosa fra le braccia.
Si sedette accanto a me, e vidi che quello che teneva era il corpo martoriato di un corvo.
"Dammelo!" Esclamò l'uomo. Glielo passai, ma appena lo toccò il pendaglio si illuminò e Sarpa si ritrasse, le sue dita fumavano.
"M-Mettilo sopra l'uccello..." Disse lui mentre guardava le vesciche.
Feci quello che aveva detto, e appena mi allontanai, un'aura verde circondò il monile e il cadavere dell'animale.
Quando l'aura scomparì, il corvo si rialzò, completamente guarito. Iniziò a svolazzare in giro felice e si mise sopra la spalla di Sarpa, lui stava tenendo ancora la bocca aperta.
"Sapevo che il pendaglio aveva poteri curativi, ma fino a questo punto..." disse sconvolto, mentre accarezzava la testa del suo animale.
Presi il ciondolo, e vidi che un ramo dell'albero aveva un piccolo alone di ruggine.
Rimisi al collo l'oggetto, e dissi: "Grazie per l'aiuto, ma devo pensare a salvare il mio diritto all'Amore"
L'uomo mi fissò come se gli avessi detto che la terra è piatta.
"Scherzi, vero? Usare questo potere per... per una cazzata del genere?" Disse.
Prese la sua sfera e ci infilò dentro la mano, e dalla palla tirò fuori Samantha, che era ancora addormentata.
La fece cadere a terra come un sacco di patate, poi indicò la sua testa.
"Dammi il pendaglio, o la sua testa esploderà." Disse freddo. Il corvo stava becchettando il corpo della mia amica.
"No." Dissi risoluta.
Sarpa mi guardò, e prese fra le braccia Sam e la mise nel letto.
"Dammi il pendaglio." Mi disse di nuovo.
Risposi di nuovo con un "No."
In risposta al mio comportamento, Sarpa staccò un dito a Sam, ma quest'ultima non si mosse.
"Dammi il pendaglio." Ripetè.
Guardai sconvolta la scena, strinsi di nuovo il pendente e dissi di nuvo di no.
In risposta alla mia tenacia, Sarpa staccò il braccio di Samantha, c'era sangue ovunque.
"Dammi. Il. Pendaglio." Disse di nuovo.
"MAI!" Gridai io, piangendo.
"Sei più stupida di quel topo..." Sospirò il mago.
Mise di schiena la ragazza, poi tirò via la sua spina dorsale e la buttò via. Il corvo becchettava già i suoi resti.
Ero rimasta sconvolta da quello che aveva fatto.
Si avvicinò a me e disse: "Adesso vuoi ridare l'Amore alla tua famiglia spedendo la tua amichetta nella tomba, oppure riportarla in vita sacrificando il tuo diritto ad amare?" Si rialzò e indicò il monile che tenevo al collo.
"Dammi il pendaglio." Mi disse.
Ubbidii e guardai in basso, non ce la facevo più.
Sentii qualcosa toccarmi la spalla, poi la voce della Stella del Giudizio mi sussurrò: "Hai fallito. Goditi la tua vita senza Amore."
Subito dopo, sentii un bruciore orribile sulla testa, poi il niente.

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⏰ Last updated: Feb 04, 2018 ⏰

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