Crescerò per te, Wendy?

Sogni ricorrenti

"Peter tu non capisci, io devo tornare. Io devo diventare grande. Vieni con me altrimenti..." Lo guarda con le lacrime agli occhi, aspettando una sua reazione, ma non succede niente. Non andrà con lei e ne ha la conferma. "Altrimenti addio Peter".
"No Wendy! Wendy!"

Peter per l'ennesima volta si sveglia di soprassalto. Il fiatone e la fronte umida sono un chiaro segno dello stesso sogno iniziato due anni fa. La notte in cui Wendy decise di tornare a casa e di crescere.
"Crescere, bel modo di rovinarsi la vita" pensa Peter mentre si alza per bere un po', stando attento a non svegliare gli altri. Dovrebbe essere uno di quei pensieri che corre via veloce nella sua mente eppure rimane lì e aspetta. Aspetta cosa? Aspetta che Peter ci sbatti un po' la testa ed è quello che succede. Letteralmente. Sul tronco della casa.
"Che fai Peter?" chiede sonnecchiato Ricciolo mentre si strofina gli occhi.
"Cerco di togliermi un problema dalla testa!"
"E funziona?"
"Non esattamente" Peter sembra deluso dal risultato così, per non svegliare ulteriormente gli altri bambini, spicca il volo sgusciando fuori dal covo, salendo per la folta chioma dell'albero a guardare il sole sorgere al di là del mare.
Non ha mai pensato così tanto a quel sogno come oggi. Ma non sono le parole a ferirlo, sono gli occhi di Wendy mentre lo guardano così come si guarda... Neanche Peter sa cosa, ma dev'essere qualcosa di molto profondo. E mentre gli dice addio, sente qualcosa dentro di sè, vicino al petto. Come il rumore di qualcosa che si infrange, come una freccia che colpisce il bersaglio. Si guarda il petto ma non ci sono nè ferite nè cicatrici. Eppure quel dolore è ancora lì presente. Brucia e non se lo sa spiegare.

Si stava sistemando la piuma del cappello quando Trilly arrivò come un fulmine. Rossa come il fuoco. Arrabbiata è dire poco. Ci risiamo. Ricciolo aveva fatto la spia e ora Peter doveva trovare la scusa per non dirle che aveva sognato per l'ennesima volta Wendy.
"Non so cosa ti ha raccontato quel mostriciattolo ma le cose non stanno come credi." Trilly lo guarda severa e gli segna di andare avanti. "Uncino stanotte me ne ha fatte passare delle belle eh! Quasi mi stava per battere. Ma come sempre sono il migliore". La fatina è tornata del suo colore naturale, e non ha più l'aria arrabbiata, solo un po' sconfitta. Non crede ad una singola parola che gli ha rifilato quel bugiardo ma non può farci nulla. Quindi sta al gioco e si comporta come la Trilly di sempre, svolazzando un po' qua un po' là alla ricerca degli altri bimbi sperduti.
Quando la fatina non è più nei paraggi, Peter tira un sospiro di sollievo. Ma ecco un altro imprevisto, come sempre Ombra lo punzecchia, chiedendogli che cosa mai gli stesse succedendo. "Cosa ne puoi sapere tu, se non lo so nemmeno io? Mi manca. Terribilmente. Sono passati due anni e a quest'ora lei ha la mia età. E' cresciuta. Ed io... Sono lo stesso di sempre. Lo stesso di ieri, lo stesso di oggi e lo stesso di domani..."
Ombra non ha gli occhi. In realtà non ha neanche una forma definita, eppure è come se lo stesse osservando, quasi rabbrividendo. Corre sul soffitto aspettando che esploda di collera. Ma non succede. Rimane calmo, ma non una calma placida, una calma misteriosa. Di quelle che ti fanno paura. Ombra aveva paura.
"E se..." Cosa? E se cosa? E' a due millimetri da lui, ma parla così piano che neanche la sua stessa ombra riesce a percepire le parole che escono dalla sua bocca. Un po' per l'incredulità un po' perchè lui tecnicamente non ha neanche le orecchie.
"E se crescessi anche io?"

*spazio autrice* Ciao ragazzi. E' un'idea che mi bazzicava nella mente da un po'. Ho scritto di getto, senza troppe pretese o pensieri. Spero vi piaccia! Se avete suggerimenti sono ben accetti. Sono alle prime armi e dei consigli mi sarebbero molto utili. Cosa ne pensate?

Ci vediamo al prossimo capitolo.

La ragazza cresciuta, ma non troppo.