Qualche giorno dopo, i miei pensieri sono del tutto diversi, e creano solamente confusione nella mia testa.
Quando ti piace una persona, come glielo fai capire? Beh, io ero convinta che le cose sarebbe uscite col tempo, che si sarebbero capite col tempo...ma per me ovviamente non è stato così.Sospiro, con gli occhi sgranati cercando di togliermi Niall da sopra.
«Smettila di muoverti Lou, ti prego» borbotta pieno di sonno.
Mi alzo di scatto, guardandolo. «Cosa ci fai qui?» per poco urlo.
«Mi hai chiesto tu di venire»
Adesso ha gli occhi aperti, attenti che si guardano intorno.
«No non credo proprio di avertelo chiesto, Niall» lo guardo arrabbiata. «Cosa ci fai nel mio letto a petto nudo? -urlo- sperando che ci sia solo quello di nudo!»
Mi alzo e mi allontano, rendendomi conto di essere in pigiama.
«Abbiamo... È successo... sì insomma, hai capito» dico ruotando gli occhi al cielo. Quando scuote a testa per negare, sospiro di sollievo. «Oh Dio...grazie»
«Non sarebbe così male fare sesso con me» afferma, ridacchiando e alzandosi.
«Non mi interessa, davvero. Sei mio fratello, ti voglio troppo bene. Oh Dio, cambierebbe le cose»
Solo adesso noto che sono le undici quasi così, quando Niall mi dice di avere un impegno con sua mamma, mi saluta facendo qualche altra battuta squallida e va via.
Mi metto di nuovo a letto, messaggiando con Sophie e mettendoci d'accordo di vederci per le cinque.
Siamo al locale che balliamo, vedo ridere i ragazzi e io rido con loro. Niall ordina shottini e cocktails da quando siamo arrivati, facendo ubriacare un po' tutti. Rido, volteggiando sui miei stessi piedi quando di colpo, senza collegare il mio cervello, abbraccio Harry.
Non sono ubriaca, sono semplicemente brilla e mi va di divertirmi.
Di colpo, i rumori nella stanza si azzerano e rimaniamo solo io e lui: poggia le sue mani sui miei fianchi tirandomi a sé e sorride. Dio il suo sorriso!
Sorrido anch'io, poggiando la testa sul suo petto e balliamo con calma, un lento quasi. Sospiro il suo profumo, stringendo la sua camicia dalla schiena.
Afferra la mia mano, tirandomi verso l'esterno e, ben presto, siamo fuori dal locale. Il freddo mi investe letteralmente, facendomi stringere nelle mie spalle. Harry mi guarda, sorridendomi, e poggia la sua giacca sulle mie spalle mantenendo le mani sulle mie braccia. I suoi occhi brillano, hanno una luce strana ma gioiosa.
Sposta delle ciocche di capelli dal mio viso, accarezzandomi il viso.«Lou, io ho provato a tenere queste cose per me, ma i mesi passano e non ci riesco» sospira, tenendo sempre il suo sorriso. «Tu mi piaci, Dio se mi piaci»
Apro le labbra, ma non esce nulla da quest'ultime e dopo ci vuole un po' per capire cosa succede: le sue dannatissime labbra sono sulle mie, si accarezzano dolcemente e ridacchia quando nota che sono rimasta bloccata.
«Mi dispiace avertelo detto così ma-»
«Anche tu mi piaci» sussurro.
Dopo essermi lavata, asciugo i capelli e li piastro. Metto l'intimo, infilo un jeans nero un po' scolorito e una maglietta a maniche lunghe bianca. Infilo velocemente le Vans nere e una camicia a jeans sopra la maglia, infilando anche il cappotto. Esco di casa e mi incammino.
Quando arrivo, Sophie è seduta al solito tavolo di Starbucks mentre gioca con il suo telefono.
La faccio spaventare arrivandole dietro, così salta sulla sedia facendomi ridere. Mi siedo accanto a lei, e le do un bacio in guancia.«Allora, cosa avevi di tanto urgente?» sorride dolcemente, mentre beve il suo the.
Mi strozzo quasi con il caffè, guardando intorno che nessuno mi conosca. «Harry...» sussurro.
Lei mi guarda, chiedendomi solo con lo sguardo cosa voglia dire. «Lui mi ha...uhm, tipo detto che gli piaccio»
Tira un urlo acuto, zittendosi dopo. «Cosa stai dicendo Louise Williams?» ride, pulendo il tavolo con un tovagliolino.
Annuisco, guardando il mio caffè. «Il giorno del mio compleanno, mentre ballavamo, lui mi ha presa e portata fuori. Sentivo freddo, mi ha poggiato la sua giacca sulle spalle e poi mi ha tolto dolcemente i capelli dal viso. Mi ha detto che ha provato a resistere, ma che gli piaccio» sospiro, mentre prendo un sorso della mia bevanda. «Ha iniziato a parlare e straparlare, così l'ho zittito dicendogli che mi piace...così mi ha baciata» l'ultima parte la dico velocemente, facendola quasi strozzare.
Rido, e lei con me. «Stai cercando di uccidermi Lou? Cosa aspettavi a dirmi che ti ha baciata? Sono passati tre giorni dal tuo compleanno!» mi guarda.
La guardo stranita. «E quindi?»
«Oh dio, Louise. Tu gli piaci!» dice sbuffando. «Ciò significa che devi chiamarlo e dirgli di vedervi, così chiarite.»
Stavolta sbuffo io, «Non c'è nulla da chiarire Sophie. Nemmeno so se ricorda, se era ubriaco letteralmente o brillo come me. Ricordo tutto alla perfezione! Aveva quella luce negli occhi...»
«Lo vedi? La luce negli occhi era per te, Louise.» mi sorride dolcemente. «Non vi sentite dal giorno del compleanno sicuramente, quindi lui penserà che te ne sei pentita»
«Pentita io?!» quasi urlo. «Non mi pento assolutamente di nulla»
Lei mi guarda «Chiamalo Louise, e chiarite»
Così, prendo il cellulare e clicco sul nome 'Harry x', aspettando.
Quando il mio nome esce dalle sue labbra, sorrido dolcemente.***
Chiedo scusa già da ora, so che è piccolo e quasi senza senso, ma mi sembrava opportuno darvi un'idea di quello che era successo al compleanno e, in questo, penso di esserci riuscita...
Cosa ne pensate? Vi piace?Stellina ⭐ e commento, per favore 😘
Vi voglio bene,
Giulia x
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Poetry. » Harry Styles.
Fanfiction-Charles Bukowski, Sì Sì. "Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto... ...Quando creò te distesa a letto sapeva cosa stava facendo era ubriaco e su di giri e creò le montagne e il mare e il fuoco allo stesso tempo Ha fatto qualche errore ma q...