Capitolo 6

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"Beh, cosa fai per distrarti allora?" chiesi mentre stavamo ancora camminando.

"Musica. Compongo testi e suono canzoni" Questa sua rivelazione suscitò in me mille domande di cui alcune però, preferii tenerle per me, per non fare come al mio solito, la ficcanaso.

"Musica? che tipo di testi scrivi?"

"Per lo più sono pensieri personali. È come se i fogli dove scrivo le canzoni fossero una sorta di diario segreto. Non sono molto bravo ad esprimermi a parole, perciò quello che non riesco a dire lo scrivo. Mi serve anche per liberare la mente, non parlo mai con nessuno di me, dei miei problemi, e mi tengo tutto dentro creando tantissima confusione, invece con la musica è come se mi esprimessi con qualcuno e lasciassi uscire milioni di pensieri confusi facendo un po' di ordine nella mia mente" disse mentre gesticolava nervosamente dandomi l'idea che non era abituato a parlare di queste cose con qualcuno.

"E hai una qualche specie di band o roba simile?"

"No, non faccio mai sentire a nessuno quello che scrivo, come ti ho detto, sono i miei pensieri, e non voglio condividerli con nessuno. Sinceramente non so neanche perché te ne sto parlando, non puoi capire "

Preferii non forzarlo, era normale che non volesse parlarne con me, in fondo ci conoscevamo da pochissimo tempo ed era già tanto se mia aveva rivelato tutto questo.

Continuavamo a camminare non sapendo neanche la direzione in cui andare, io seguivo lui e lui seguiva me, non pensando ad un determinato luogo da raggiungere.

"Che vuoi fare adesso?" chiese lui facendomi sobbalzare per l'improvvisa interruzione del silenzio a cui mi stavo abituando. Stranamente non era uno di quei silenzi pieni d'imbarazzo e tensione che spesso si creano tra due persone, ma uno di quei silenzi che ti permettevano di crearti vari pensieri in mente con tutta tranquillità, certo ero un po' tesa in quanto non ero abituata ad uscire da sola con un ragazzo, ma comunque riuscivo a godermi quella rilassante passeggiata, e almeno in questo, lui sembrava essere d'accordo data la sua espressione piuttosto persa a guardare un punto non definito davanti a lui senza preoccuparsi minimamente della mia presenza.

"Non saprei, ti va di andare al lago?" chiesi incrociando le dita che tenevo nella tasca della felpa, sperando in una sua risposta affermativa.

"ok" rispose semplicemente.

Ci dirigemmo verso un grande prato che circondava l'acqua, con qualche coppia sedute su grandi tovaglie a quadri o gruppi di amici che giocavano a palla.

Mi sedetti con lui alla mia destra, guardando che visuale bellissima dava quel laghetto che rispecchiava il cielo quel giorno quasi completamente senza nuvole. Erano poche le giornate di sole a Londra, ma quando capitavano erano a dir poco fantastiche.

****

Andai in camera mia, buttandomi nel letto, ero davvero esausta.

Stavo per addormentarmi, qquando il mio sguardo si posò sul calendario.

Venerdì 27

Quel giorno era cerchiato di rosso,subito mi ricordai che era il giorno in cui sarebbe tornata kelly.

Finalmente quelle giornate monotone e noiose, che andavano avanti da due settimane, sarebbero finite. Solo adesso sarebbero iniziate le vere vacanze, quelle che avrei passato con lei al mare, tra i negozi o semplicemente a casa a guardare film e mangiare schifezze.

Dovevo fargli qualcosa per dargli un ben tornata come si deve.

Presi con uno scatto il telefono e selezionai tutti i contatti

" festa sabato sera alle 10.30 a casa mia"

Doveva essere una festa stupenda che non avrebbe mai dimenticato.

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