La scuola, vi prego parliamone.
L'istituzione arcaica che ci consente di imparare come si vive la vita, mentre perdiamo gli anni migliori e lasciamo che questi appassiscano come fiori strappati ad un campo, ecco a voi la Scuola.
Ammetto di essere un pelino teatrale ma concedetemelo.
Era il mio settimo primo giorno come la nuova ragazza.
Dopo un po' avrei dovuto farci il callo?
Assolutamente no, quel primo giorno era spaventoso come tutti i precedenti sei.
Aggiungeteci che quella non era una semplice scuola ma la St. Andrews.
Capisco di avervi ammorbato con questa storia del super-iper-college-eccezionale-durissimo-daricchi.
Per creare la giusta aspettativa, rendere giustizia al mio ingresso e aggiornarvi, vi racconterò di quell' undici agosto in cui io e Peter –pappa e ciccia, culo e camicia- ci siamo allacciati le cinture in direzione St. Andrews, Fife.
Ammetto che le prime impressioni contano davvero, perché quella scuola mi lasciò letteralmente senza fiato.
Aveva uno stramaledettissimo lago! Uno privato, con il molo, delle barchette e dei dannati remi di legno lucido.
La biblioteca –non dirò che è il mio posto preferito- era qualcosa che poteva far invidia a quella della Bestia di "La bella e la Bestia".
Il parco, la collina erbosa, le panchine, le statue, gli armadietti, i mobili, i ruvidi muri e persino le ringhiere trasudavano storia, vita e fascino.
Se fosse rimasta così, proprio come l'avevo visitata, sarebbe stato un segno che quella di Bloomingrose, era stata la migliore scelta mai fatta da Joyce a proposito di famiglie affidatarie.
Purtroppo La St. Andrews si sarebbe popolata di gente, spiacevole inconveniente con cui venire a patti quando si parla di istruzione.
Mi domando perché le persone non siano piacevoli tanto quanto i libri, i film, la pizza o le passeggiate.
Non è nemmeno poi così difficile, basterebbe somigliare un po' di più a Peter e meno a tutto il resto del mondo.
Parlando del diavolo, Peter Rosberg aveva omesso un piccolo dettaglio a proposito della faccenda della scuola.
Lui era un docente.
Spiegato il perché avessero accettato una come me in quel posto così prestigioso.
Ebbene sì, Papino nº sette era un professore di Scienze Matematiche e Fisiche.
Sbiancò quando la consulente scolastica mi domandò "Rowan, devi essere contenta di avere un professore così rinomato come padre"
Diede alla parola padre una connotazione lievemente sarcastica.
Io non ci diedi peso, Peter invece si incupì e prese a spettinarsi i baffi.
Tornando al presente: vi posso dire che quel giorno di settembre non mi parve affatto bello come quel undici d'agosto.
Peter Rosberg mi fece strada fino all'ingresso. Durante il viaggio Kenneth si era isolato con la musica. Questo aveva ridotto le mie possibilità di scaricare l'ansia a zero.
Nessuno mi parlava, tutti presero a indicarmi con poco rispetto, bisbigliando e additandomi come l'orfana dei Rosberg.
Peter mi diede una lieve pacca sulle spalle e mi abbandonò di fronte alla classe di Lingua Inglese.
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30 e Più Modi Per Essere Un'Orfana e Vivere Felice.
General FictionRowan Cassley è un'orfana dal passato burrascoso. Il suo carattere difficile e la sua vita complicata l'hanno sballottata da una famiglia all'altra. Finché, dopo l'ultima infelice esperienza Joyce, la sua assistente sociale, non decide di affidarla...