CAPITOLO 11

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La polizia non aveva smesso di cercare però il povero ragazzo rapito, avevano tutti la speranza di ritrovarlo, è ciò bastava per continuare le loro ricerche che alla fine portarono a galla qualcosa.

Era una notte fredda di settembre, il vento ululava fortemente, i tuoni ruggevano impazziti e la pioggia si scontrava incontrollata contro la caserma, in cui un agente, come sempre, continuava le sue ricerche sul "caso Tomlinson".
"Torni a casa agente Connie, è tardi la sua famiglia la starà aspettando"
La voce del direttore giunse alle orecchie dell'agente che lo congedò con una scrollata di spalle e una buonanotte, aveva da poco avuto un  indizio fondamentale, qualche settimana prima un uomo aveva rilasciato una testimonianza, e la foto di un numero di targa, ovviamente ciò insospettiva molto l'agente, ma non ci fece molto caso e preferì proseguire nella ricerca. Non volle allarmare i parenti di Tomlinson finché non avesse avuto prove concrete, così cominciò a cercare il veicolo corrispondete alla targa, la targa corrispondeva ad un auto comune e nera,nulla di sospettoso momentaneamente. Il poliziotto si mise sui passi dell'auto sospettata e cominciò a controllarne i movimenti.
Ma niente portava a qualcosa che potesse condurre e Louis, l'auto ogni giorno puntale alle 19:00 si fermava davanti ad una casa e ripartiva alle 10 del mattino; Passarono tre giorni e l'agente stanco della situazione decise di agire e nel momento in cui la macchina si spostò nuovamente fece irruzione nella casa.
Era tutto stranamente tranquillo, era un casa normale e molto ordinata, l'odore di detersivo era talmente forte e diede quasi fastidio alle narici del poliziotto, che imperterrito continuava a guardare ogni cosa con meticolosa attenzione, aveva le orecchie tese in caso di strani rumori, e camminava lentamente senza tralasciare nulla, niente. La casa era tranquilla.
L'agente Connie tirò un sospiro afflitto, ne stava per rilasciare un secondo ma lo trattenne non appena sentì un mugolio, fine, un soffio, quasi inudibile. Ma lui lo sentì e con questa convinzione non demorse.. continuò a marciare per casa, finché trovò una porta quasi invisibile al resto delle mura collocata vicino alla grande libreria che torreggiava in salotto, si avvicinò e notò che non aveva serrature, arcuò le folte sopracciglia e ci  batté sopra un paio di colpi a palmo aperto, niente, non si muoveva. Ma al contrario sentì il mugolio indentico a quello di prima, solo che sta volta era molto ravvicinato, così adagiò l'orecchio alla porta e riprovò a battere di nuovo, e ancora, e ancora finché non fece capolinea di nuovo quello strano verso seguito da un leggero piangisteo.
Al poliziotto si inumidirono gli occhi e quasi saltando di gioia fece un paio di passi indietro intento a buttare la porta, ma fu bloccato dal rumore di ruote che sgommavano sull'asfalto. L'uomo era tornato. L'agente guardò di nuovo la porta 'Ti verrò a riprendere Louis, fosse l'ultima cosa che farò' e pensando a ciò fece retromarcia e cautamente uscì dalla porta di casa.

INFANTILISMO //Larry stylinson//Where stories live. Discover now