Shoah

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Oggi è il 27 gennaio. Esattamente 73 anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz.
Oggi non vi porto un mio pensiero, oggi vi porto una poesia. Parla di delle scarpette rosse. Parla di un bambino che non le può più usare perché la cenere non cammina e non gioca.

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald

servivano a far coperte per soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald

erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perchè i piedini dei bambini morti non crescono

c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

Joyce Lussu

Non dimenticate nulla.


Il 27 gennaio è passato, lo so; ma non sono riuscita a portare questo su Wattpad prima perché non caricava il capitolo e sono riuscita a metterlo solo su Instagram. Mi dispiace, ma spero che le parole vi abbiano comunque fatto pensare.

Pandora scriveWhere stories live. Discover now