Abyssum

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[ Sono riuscita a trovare un po' di tempo e ta-dannnn! Ecco qua un nuovo capitolo fresco fresco. Scusate se la scrittura sembra frettolosa, ma non volevo farvi aspettare oltre. Buona lettura, spero vi piaccia! Vi avviso che questo capitolo vi potrà sembrare un po' strano, ma è solo l'inizio di qualcosa di molto più grande. ]

Tutto quella notte sembrava spento, come risucchiato completamente dalle tenebre. L'oscurità pareva come inghiottirti nel suo insieme, non lasciandoti alcuna via di scampo.

E l'unica cosa che Alexis poteva fare in quella notte era correre; o, più precisamente, l'unica cosa che non riusciva a smettere di fare era correre. Sentiva come una presenza che la inseguiva, oscura e maligna, che non la faceva riposare un solo minuto. Sapeva dentro di se che se si sarebbe fermata sarebbe morta, nonostante non stesse comprendendo nulla di ciò che stava accadendo.

Tutt'un tratto poi, un enorme buco nero si aprì proprio sotto ai suoi piedi, facendola sprofondare nel più oscuro degli abissi. Tuttavia ad un certo punto la caduta si arrestò, e Alexis si ritrovò a tastare il terreno in cerca di qualche via d'uscita, visto che tutt'intorno a lei era completamente buio.

Ma, dietro di lei, all'improvviso, si accese una luce. Subito uno scatto involontario la fece voltare e solo a quel punto capì di essere finita in una caverna. Ma cosa ci faceva lì dentro? Si alzò piano, appoggiandosi alla parete rocciosa, senza badare a quanto fosse fredda, poiché non aveva le forze per reggersi in piedi da sola.

«Dove diavolo sono finita...» mugugnò, mentre riduceva gli occhi a due fessure, tentando di capire cosa ci fosse vicino all'unica luce presente là dentro. E quando fu abbastanza vicina, riuscì a scorgere delle incisioni.

Si fermò davanti ad esse, facendo scorrere lentamente le proprie mani su quelle strane lettere nel mentre che le pronunciava. «Abyssus.. Abyssum.. Invocat..» ma non ebbe quasi nemmeno il tempo di capire ciò che c'era scritto che un ulteriore abisso l'aveva inghiottita e riportata alla realtà.

Si risvegliò completamente sudata, il piccolo Hachiko sul suo torace e una tempesta di tuoni e fulmini al di fuori. «Abyssus.. Abyssum.. Invocat..» ripeté, accarezzando il piccolo lupo.

***

Non appena si fece giorno, Alexis si precipitò nella grande sala che avevano adibito come spazio comune. Non esitò un solo attimo e, posando il lupetto su di un tavolo, iniziò a cercare tra i vari libri presi da Mount Weather.

«Eh dai.. So che sei qua..» sussurrò, come se il libro che stava cercando potesse sentirla e improvvisamente apparire di fronte a lei. Ma prima che potesse trovare ciò che voleva, una voce la colse alla sprovvista, facendola sobbalzare.

«Alex?» la ragazza si girò e chi l'aveva chiamata la guardò inarcando entrambe le sopracciglia. Subito dopo, scoppiò in una sonora risata. «Penso che creerò un manicomio solo per potartici.. — Octavia diede un'altra occhiata ad Alexis: quest'ultima aveva i capelli così scompigliati e in disordine che erano peggio di quelli di una strega, la canottiera messa a casaccio che le lasciava scoperta mezza pancia e per finire gli anfibi slacciati. — Sicura di star bene? Sembravi anche parecchio agitata mentre frugavi tra quegli scaffali.» la canzonò ancora Octavia.

Alexis roteò gli occhi, per poi rigirarsi e tornare alla sua ricerca disperata. Octavia portò le mani sui fianchi, sbuffando.

«Sto parlando con te. Ooooh?» nel frattempo le sventolava le mani di fronte al viso o cercava comunque di richiamare la sua attenzione in qualche modo ma, neanche infastidendola, ci era riuscita. «Che cazzo ti succede, Alex?» chiese quindi, iniziando ad allarmarsi. Di solito le avrebbe arrivato un pugno, insultata, o comunque avrebbe fatto qualcosa. Che diavolo aveva Alexis?

Survivors || The 100Where stories live. Discover now